Messa in sicurezza del Sant'Anna. Ma c'è un progetto o una scia?
L’interrogazione rivolta dal consigliere Vincenzo Checchia al sindaco durante l’ultimo Consiglio Comunale del 12 settembre riguardava un argomento del quale si era già parlato spesso in passato.
«Oggi – ha spiegato il consigliere – non ho parlato dei servizi cimiteriali ma lo ha fatto il consigliere Fabrizio Abate al posto mio, mentre io voglio invece ritornare su una problematica importante quale quella del Sant’Anna». Checchia ha dunque fatto notare che la situazione critica era sotto gli occhi di tutti anche dopo gli ultimi episodi che si erano verificati, pertanto quello dell'edificio Sant'Anna «è un problema che vorremmo o dovremmo cercare di risolvere, però questa situazione va avanti da un po’ di tempo». Il consigliere ha voluto dunque chiedere al sindaco Giuseppe Pitta, nonostante gliel’avesse già domandato in uno dei precedenti Consigli, quali notizie si avessero in merito, infatti «continuare ad andare avanti in questo modo francamente non solo deturpa la nostra bella Piazza Duomo, ma in un momento particolare in cui Lucera punta a diventare Capitale della Cultura sarebbe veramente auspicabile che riuscissimo a risolvere la questione Sant'Anna». A dire del consigliere si stava inoltre ancora aspettando una conferenza stampa che non era mai stata fatta.
«Io – ha replicato il sindaco Giuseppe Pitta – ho anche pubblicamente invitato la proprietà a venire a relazionare presso la casa comunale su quali fossero le intenzioni e a farci capire a me quale primo cittadino ma pure alla città per mio tramite, cosa che però non è accaduta, e questo mi dispiace». Tuttavia, come ha continuato a spiegare Giuseppe Pitta, era notizia di quei giorni che era stata presentata una scia per dei lavori.
È quindi intervenuto l’ingegnere Pietro Savoia, il quale ha chiarito innanzitutto che la proprietà, la quale nel frattempo era cambiata per la terza volta, aveva presentato il 30 luglio appunto una scia condizionata (dall’ottenimento del parere della Soprintendenza), una scia edilizia per lavori di messa in sicurezza dell’edificio, ovvero di rinforzo delle strutture murarie e di rifacimento dei tetti crollati. Si stava solo attendendo, sempre a dire dell'ingegnere Pietro Savoia, che arrivasse dunque il parere della stessa Soprintendenza in maniera tale che la scia diventasse operativa, infatti in quella fase essendo appunto condizionata da quel parere non era ancora efficace: «Si tratta di semplici lavori di messa in sicurezza dell’edificio, quindi senza alcuna trasformazione».
Dopo aver ringraziato l’ingegnere per quelle delucidazioni, Vincenzo Checchia ha invitato allora il sindaco Giuseppe Pitta a sollecitare proprio la Soprintendenza in modo da evitare ulteriori attese.