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Lucera. La lunga discussione su PUG e PUE si chiude con voto unanime

LUCERA – Sul quarto accapo del Consiglio Comunale dello scorso 15 aprile, “Adempimenti di cui all’art. 55 comma 2 della N.T.A. del PUG – Durata e validità del PUG/P”, hanno relazionato il sindaco nonché assessore al ramo Giuseppe Pitta e l’architetto Antonio Lucera.

Il primo ha voluto spendere due parole di carattere politico e ha inteso portare all’attenzione dell’assise consiliare alcuni inconfutabili dati. Pitta ha innanzitutto ricordato di aver partecipato, come d’altronde diversi consiglieri presenti in aula, all’approvazione del PUG avvenuta nel 2016, che a suo dire rappresentò all’epoca un passo molto importante per la città di Lucera. Era però chiaro, come ha spiegato subito dopo lo stesso sindaco, che dopo un po’ di anni si dovevano tirare le somme, e quella ricognizione sul PUG gli faceva balzare agli occhi un aspetto in particolare che Pitta ha dovuto necessariamente sottoporre a ognuno degli astanti. Dopo la prima delibera di Consiglio Comunale del 18 giugno del 2018, che vedeva l’adozione e la successiva approvazione del PUE di via Grieco, seguì sostanzialmente un vuoto, quindi si passò direttamente al 2023, anno a partire dal quale ci fu tutta una serie di delibere di Giunta e di Consiglio aventi ad oggetto l’urbanistica lucerina. «Questo – ha fatto notare Pittaper sottoporvi la testimonianza di una forte attenzione di quest’amministrazione nei confronti dello sviluppo della città legato alla programmazione urbanistico-edilizia, che anche con l’aiuto degli uffici è stata portata avanti a tambur battente da quest’amministrazione».

È in seguito intervenuto l’architetto Lucera per entrare nel dettaglio dell’argomento oggetto di discussione e affrontare alcune questioni di carattere tecnico relative a esso. L’architetto è partito col dire che l’articolo 55 delle N.T.A. (Norme Tecniche di Attuazione) prevede di sottoporre a verifica gli ambiti programmatici del PUG, infatti quest’ultimo si divide in ambito strutturale e ambito programmatico: il secondo in particolare è quello soggetto a variazioni da parte dell’amministrazione comunale, la quale può dunque intervenire sullo stesso in ambito consiliare. L’articolo 55 dice anche che nell’ambito del PUG programmatico esistono gli ambiti nei quali vi è attivazione diretta e quelli assoggettati a PUE (Piani Urbanistici Esecutivi): gli ambiti assoggettati a pianificazione diretta hanno validità limitata e sono quindi soggetti a verifiche decennali, mentre quelli assoggettati a PUE hanno durata decennale e sono soggetti a verifiche ogni cinque anni. Quello che si stava facendo in quel momento era pertanto una verifica o ricognizione quinquennale, decorsi i cinque anni dall’approvazione del PUG, degli ambiti assoggettati a PUE, dunque si trattava di una sorta di fotografia dello stato di fatto delle procedure amministrative attivate dai privati e dall’amministrazione circa la presentazione, l’adozione e l’approvazione dei PUE, e quindi di una conferma di quelle che erano le previsioni del PUG a distanza di sette anni da parte dell’amministrazione comunale. l’architetto ha concluso la sua relazione spiegando che all’interno della delibera si poteva trovare scritto tutto, anche i piani semplicemente presentati che erano in corso di istruttoria e che sarebbero approdati nel giro di poco tempo in Consiglio per l’adozione.

Subito è intervenuto sul punto il consigliere Francesco Di Battista, il quale ha innanzitutto rivolto una domanda secca all’architetto per inquadrare bene la tematica: «In mancanza dell’approvazione di questa delibera con la decorrenza dei cinque anni, sarebbe corretto dire che in quel caso non potremmo dichiarare la pubblica utilità necessaria a sbloccare la procedura di esproprio?». L’architetto ha replicato chiarendo che nell’ambito di quella delibera era stato specificato che essa valeva ai sensi e per gli effetti del DPR 327 del 2001 e successive modifiche. In sostanza, come ha continuato ha spiegare Lucera, i vincoli preordinati all’esproprio imposti dal PUG hanno validità quinquennale e quindi devono essere riproposti nel caso in cui debbano essere attivati, così come deve essere dichiarata successivamente la pubblica utilità con l’adozione e l’approvazione di un PUE.

Di Battista ha spiegato allora di aver fatto quella domanda, nonostante ne conoscesse già la risposta in quanto a suo dire la normativa era di una chiarezza estrema, per invitare a porre attenzione a un aspetto in particolare, infatti rivolgendosi a Pitta il consigliere ha detto senza messi termini: «Sindaco, lei è scivolato su una buccia di banana e bene farebbe a privarsi di una delega, specie se così delicata, come quella all’Urbanistica, infatti, considerato che senza di questa delibera avremmo esposto l’Ente al rischio di contenziosi, questo è il danno che abbiamo rischiato di fare per il PUE di viale Ferrovia, cosa che noi della minoranza facemmo presente, ma nonostante tutto in quell’occasione siete andati avanti». Fortuna, come ha continuato a dire Di Battista, che non c’è stato alcun ricorso, ma il consigliere ha comunque invitato il primo cittadino a dare maggior ascolto in futuro alle questioni portate in aula dalla minoranza, la quale cercava di fare un’opposizione costruttiva.

Pitta ha però fatto notare che si stava spostando l’attenzione dalla delibera in esame in quel momento riaprendo una discussione, durata già a lungo, su una questione che aveva scontato le osservazioni, le deduzioni e le controdeduzioni, rispetto alle quali vi era stata formalmente una risposta che era agli atti del Comune con tanto di parere del dirigente che aveva portato avanti l’iter: «Oggi voi (era rivolto ovviamente alla minoranza, ndr) di fronte all’approvazione di una ricognizione sul PUG riportate in auge le vostre doglianze rispetto a una delibera di Consiglio Comunale ormai non più oppugnabile, nonostante le stesse doglianze dei consiglieri fossero già state trasformate automaticamente in osservazioni al PUE». Tuttavia il presidente Pietro Di Carlo ha detto di ritenere che l’intervento di Di Battista fosse attinente all’argomento all’ordine del giorno. «Sindaco – ha chiarito ancora il consigliere – il punto è che noi cerchiamo di far capire alla maggioranza e in particolar modo a lei, visto che ha la delega all’Urbanistica, che ogni tanto farebbe bene con un piccolo bagno di umiltà ad ascoltare anche noi, perché probabilmente così commetterebbe meno errori».

Il voto sul punto è stato comunque unanime, quindi la seduta è stata sospesa per un’ora.

Greta Notarangelo

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