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Lucera. Il Sindaco chiarisce sull'ordinanza di via Amicarelli e via Marrone

Lo scorso 18 gennaio abbiamo intervistato il sindaco Giuseppe Pitta sulla tanto chiacchierata ordinanza che ha interessato via Amicarelli e via Marrone e inerente all’inquinamento acustico e al disturbo della quiete pubblica: un provvedimento di cui si è tanto parlato anche perché riguarda la chiusura dall’una di notte alle sei del mattino di quelle due strade. Inutile sottolineare che tale decisione abbia creato diverso malcontento, soprattutto – ovviamente – da parte di chi in quelle vie gestisce delle attività di somministrazione, ritenendo la stessa ordinanza ingiusta e non equilibrata. È accaduto addirittura che il consigliere di opposizione Francesco Aquilano abbia riportato un virgolettato in cui lasciava intendere che potrebbero esserci dei privilegiati rispetto a coloro che sono stati invece direttamente colpiti dall’atto in questione, che da indiscrezioni risulta non essere derivato da una mera presa di posizione del primo cittadino bensì proveniente da piani istituzionali più alti, per cui il sindaco non avrebbe potuto sottrarsi dall’adozione di misure mirate per risolvere il problema.

Pitta ha dunque fatto volentieri chiarezza circa una questione ormai molto sentita in città. Il Sindaco ha innanzitutto tenuto a sottolineare un aspetto e ha invitato chiunque a consultare i documenti prima di esporsi, perché «essi chiariscono una miriade di aspetti che non possono essere certo approfonditi col chiacchiericcio cittadino», e «chi rappresenta un’istituzione – e qui il riferimento al consigliere Aquilano – e ha una funzione pubblica a maggior ragione dovrebbe prima visionare i documenti». Il secondo aspetto, per Pitta non di poco conto, è che per poter amministrare la città e quindi la cosa pubblica c’è bisogno di prendere delle decisioni anche su situazioni scomode che potrebbero portare al malcontento e che pertanto devono essere affrontate, come la questione della mala movida nel centro storico che non consente ai residenti di condurre una vita quotidiana normale dal momento che ignorando il rispetto delle regole lede la tolleranza civile. Proprio a tale riguardo il sindaco ha informato di aver ricevuto dalle forze dell’ordine una relazione molto dettagliata nella quale vi sarebbe la precisa ricostruzione di ogni singolo intervento e delle difficoltà trovate in termini di sicurezza e di ordine pubblico per poter intervenire. In particolare sarebbero state fatte delle sanzioni specifiche a determinati locali per aver fatto suonare oltre il volume consentito, infatti la conformazione di via Amicarelli favorisce l’effetto di una vera e propria cassa armonica nella quale i suoni sono dunque notevolmente amplificati. Nulla toglie però che se in futuro si dovesse presentare la necessità il Sindaco potrebbe estendere l’ordinanza a chiunque violi le regole di civile convivenza. Pitta ha spiegato che in questo caso occorreva andare oltre la mera sanzione e ha detto di aver prescritto che dalla seconda violazione nel corso di sei mesi scatta la chiusura per tre giorni consecutivi, in particolar modo il venerdì, il sabato e la domenica immediatamente successivi, ovvero le giornate in cui com’è noto si guadagna di più. Il Sindaco ha tenuto inoltre a ribadire che il problema è stato sollevato anche dai Carabinieri e dalla Prefettura e che la sua non è stata un’iniziativa personale ma una presa d’atto, un’opera di raccordo: «Bisognava insomma fare qualcosa dal momento che c’era stata una relazione che aveva rafforzato la convinzione generale che il problema era destinato a crescere».

La durata di quest’ordinanza, ricordiamo, è di quattro mesi.

Continuano a indicare come il colpevole Pitta, che così rischia di diventare impopolare, ma proprio il Sindaco, convinto della bontà del suo intervento, ha chiarito che come ogni decisione vanno soppesati gli interessi e che ogni amministratore pubblico deve capire quale prevale sull’altro: «Il mio obiettivo è quello di amministrare, non di essere rieletto a tutti i costi: pensare ai voti o alla popolarità secondo me non porta da nessuna parte in quanto si fa tutto e male». I ragazzi dunque, come ha continuato a spiegare il sindaco, «potranno senza dubbio continuare a divertirsi, purché capiscano che in prossimità di un’attività c’è gente che il giorno dopo va a lavorare e anziani o malati che hanno il diritto di vivere tranquillamente: Ci deve essere buonsenso – ha poi aggiunto – e cioè a mezzanotte va rispettata la quiete pubblica, pertanto ho previsto la chiusura dei locali all’una: non credo di aver prodotto un’ordinanza punitiva».

Va anche detto tuttavia che l’opinione maggiormente diffusa tra i giovani lucerini è che Lucera non offra chissà quali alternative di svago oltre a quelle già diffuse, ma Pitta è convinto dell’esatto contrario, anzi crede anche che i ragazzi vadano indirizzati in luoghi e contesti opportuni di divertimento ed è sicuro che gli esercenti capiranno che se la musica è a volume consono e si spegne a mezzanotte non succede nulla: «Trasformare una via o una piazza in discoteca sine die non è consentito né dalla legge né dal buonsenso e le forze dell’ordine devono poter agire in sicurezza, mentre è avvenuto il contrario e esse hanno relazionato circa l’impossibilità di intervenire, le condizioni di pericolo e quelle igienico-sanitarie nonché il mancato rispetto della divisa».

Il sindaco si è detto comunque fiducioso che i giovani capiranno di potersi divertire anche fino all’una: «Per divertirsi non occorre chissà che, ma basta poco».

E sul divieto di riproduzione audio anche all’interno dei locali 24 ore su 24 ha precisato che esso è sempre riferito al superamento sconsiderato della soglia consentita.

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