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Lucera: approvato l'accapo sulle aree residenziali e attività produttive e terziarie

A relazionare sul quarto accapo dell'ultimo Consiglio Comunale dello scorso giugno ("Art. 172, comma 1 Lett. B) del D. Lgs. n. 267/2000 - Verifica della quantità e della qualità di aree e fabbricati da destinarsi alla residenza ed alle attività produttive e terziarie che potranno essere ceduti") è stato l'ing. Pietro Savoia, il quale ha spiegato che quel tipo di delibere si fa annualmente in quanto è un adempimento obbligatorio a cui bisogna assolvere annualmente appunto in corrispondenza dell'approvazione del bilancio: si tratta essenzialmente di una ricognizione delle aree disponibili nelle zone cosiddette 167, per le quali il Comune può cedere sia il diritto di proprietà che quello di superficie, e di quelle che ricadono nelle cosiddette zone PIP (Piani per gli Insediamenti Produttivi), che vengono cedute alle imprese sempre in diritto di proprietà e di superficie. Il dirigente ha dunque informato che sulla base di ciò per quanto riguardava le aree della zona 167 era stata fatta una ricognizione, da cui era emerso che erano disponibili cinque lotti dei quali tre rinvenivano dai cosiddetti Contratti di Quartiere, ovvero dall'ultima delle varianti fatte alla zona Peep 167, e altri due lotti rinvenienti da una delle varianti precedenti sempre della zona 167.

Si parlava comunque di aree, come ha continuato a spiegare Savoia, individuate già da oltre vent'anni, in particolar modo in riferimento ai due lotti 159 e 160, mentre gli altri tre del Contratto di Quartiere risalivano comunque agli anni attorno al 2004 - 2005. Andando più nel dettaglio Savoia ha informato che era stata fatta una prima versione della delibera, quella già esaminata dai consiglieri comunali, nella quale era stato riportato anche il prezzo di vendita o di diritto di superficie, consistente nel primo moltiplicato però per il valore di riferimento. Tuttavia la legge prevede che il prezzo di vendita o di diritto di superficie di queste aree sia determinato in maniera tale da coprire i costi che il Comune ha sostenuto per acquisire le stesse, che di solito vengono acquisite mediante espropriazione, e nel caso del Comune di Lucera si trattava effettivamente di aree private che erano state espropriate.

Era stato quindi determinato il prezzo, come ha continuato a spiegare il dirigente, considerando tutte le spese che l'Ente aveva sostenuto per l'esproprio di quelle aree rivalutato in riferimento a quel periodo, tuttavia ci si sarebbe accorti, leggendo tutti i documenti precedenti, che oltre a quel prezzo sarebbe dovuto essere considerato altresì quello rinveniente da tutta una serie di atti, posti in essere in passato, riguardanti patti e in particolar modo proprio il Contratto di Quartiere, che prevedeva anche la corresponsione da parte di coloro che acquisivano le aree e dunque ulteriori somme per realizzare urbanizzazioni o comunque migliorie sempre al piano della zona 167, pertanto si era preferito eliminare quel riferimento al prezzo rinviando, così come fatto negli anni passati, al patto sui Contratti di Quartiere, che ovviamente nel momento in cui fosse stato proposto sarebbe stato aggiornato tenendo conto di tutti i costi dovuti per l'acquisizione di quelle aree.

Alla luce di quanto illustrato dettagliatamente dal dirigente il sindaco Giuseppe Pitta ha allora proposto in merito alla delibera di Consiglio n. 31, proprio per definire per iscritto quanto detto da Savoia, un emendamento in tal senso coperto già da tutti i pareri. «Se ho capito bene, sindaco – ha però obiettato il consigliere Francesco Di Battista, il quale si è mostrato in seguito piuttosto scettico sull'emendamento proposto da Pitta –, queste modifiche riguardano dei punti fondamentali, quindi in sostanza quella che andiamo ad approvare è un'altra delibera, dal momento che in tal modo essa viene completamente stravolta, mentre la proposta di delibera così come era presente in fascetta era scritta in maniera molto semplice e di conseguenza anche più facilmente comprensibile».

Tuttavia Pitta ha fatto notare al suo interlocutore che la modifica così come formulata sarebbe potuta in effetti risultare complessa, ma in realtà a suo dire essa consisteva semplicemente nel riportare la delibera al modello approvato negli anni precedenti. Nonostante le delucidazioni del primo cittadino però Di Battista non era ancora persuaso: «Io voglio capire per quale motivo a fronte di una proposta di delibera rispetto alla quale c'erano tutti i pareri adesso in Consiglio ci ritroviamo con un emendamento per cui improvvisamente ci si rende conto che questa cosa può esporre l'Ente a rischi». A rispondere al consigliere è stato il Direttore di Ragioneria dott. Raffaele Cardillo, il quale ha chiarito che in realtà i punti emendati non andavano a incidere minimamente sul bilancio in quanto il valore indicato inizialmente si riferiva a lotti che dovevano essere ancora banditi e che per tale ragione non potevano essere inseriti nel bilancio: si trattava insomma di una semplice verifica delle aree presenti sul territorio comunale che l'amministrazione poteva destinare alla vendita.

Come ha poi spiegato meglio Savoia riprendendo la parola, i valori che erano stati determinati nella prima versione erano quelli rinvenienti da tutte le spese che il Comune aveva sostenuto per l'acquisizione di quelle aree a esproprio, anche se da ulteriori verifiche effettuate pareva che ci fosse qualche altro contenzioso che non si era concluso concretamente e che avrebbe potuto dunque determinare un ulteriore riaggiustamento di quel valore, ma c'era anche da tener conto a dire dello stesso dirigente del fatto che per quanto riguardava il Contratto di Quartiere siccome si trattava di un programma complesso concordato con la Regione e col Ministero si prevedeva anche la corresponsione da parte di coloro che acquisivano le aree di ulteriori somme per contribuire alle urbanizzazioni del quartiere sia a livello base che con ulteriori migliorie. «Ora è evidente – ha aggiunto Savoia – che anche se è passato tanto tempo può darsi che il Contratto di Quartiere possa essere ritirato nuovamente come bando e che quindi dobbiamo comunque mettere quest'ulteriore corrispettivo che è determinato e necessario».

Aggiungendo qualche altro elemento, il sindaco ha poi invitato a considerare che i lotti 1, 2 e 3 e 159 e 160 pur trovandosi nella stessa zona non rientravano tutti nel Contratto di Quartiere, dunque per lui spingersi in quella fase a fare una valutazione unitaria senza considerare circostanze differenti sarebbe stato un eccesso di zelo che avrebbe potuto predisporre l'Ente a responsabilità o addirittura a rischi, ragion per cui secondo lo stesso Pitta l'Ufficio aveva fatto benissimo a tornare sui propri passi e a non esporsi finché non si fosse visto chiaro sulla vicenda.

L'emendamento del sindaco è comunque passato pur con l'astensione dell'opposizione e la medesima votazione è stata confermata sull'accapo emendato.

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