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L'avvocato gli fa vincere la causa? Il comune lo cambia!

Un ente di formazione fa causa al Comune di Lucera chiedendo 254mila euro e perde in primo grado. Non solo, il legale difensore del comune fa ottenere a quest'ultimo un ristoro di 8mila euro. E da Palazzo di Città che fanno? Nell'appello promosso da Format Onlus (questo il nome dell'ente di formazione, nome associato al consigliere del PD passato ora in maggioranza, Antonio Dell'Aquila) cambiano il difensore nominando chi ha un contratto scaduto da anni e beneficia di continue proroghe, peraltro talvolta non costituendosi e risultando assente in giudizio.

Il problema non di poco conto e che contiene molte interessanti sfacettature è stato sollevato dal consigliere di R-Innoviamo Lucera, Giuseppe De Sabato, durante la scorsa seduta di Consiglio Comunale del 21 novembre, richiamando la recente delibera di Giunta n. 122 del 7 novembre 2022 con cui l'ente ha deciso costituirsi in Corte d'Appello di Bari «per resistere contro la Format Onlus in persona del…». E qui De Sabato ha fatto notare che non è stato riportato il nome del legale reppresentante perché la frase si interrompe. «Si è trattato di un'omissione voluta o di una dimenticanza? Oppure non c'è proprio un legale rappresentante?».

Il Comune di Lucera è uscito vittorioso dalla vicenda in primo grado contro la Format. Nella causa intentata con l'ente di Palazzo Mozzagrugno la onlus in questione chiedeva (e chiede, visto l'appello proposto) un ristoro di 254mila euro a titolo di danni patrimoniali oltre ad altre spese e interessi di mora che, secondo il consigliere interrogante, «in caso di soccombenza del comune in secondo grado potrebbe portare ad un esborso di 350mila euro». E il rischio aumenterebbe proprio perché non si è preferito affidare il mandato all'avvocato che ha condotto al raggiungimento di una vittoria in primo grado da parte dell'ente locale.

«Un risultato - ha affermato il consigliere di minoranza - raggiunto grazie alla professionalità ed alla puntualità del nostro difensore e non come succede quando facciamo le nomine ad un certo legale e a chi nemmeno si presenta in giudizio per difenderci». Anzi, in primo grado è stato ottenuto anche un riconoscimento di un ristoro pari ad 8mila euro a favore del comune e, anche per questo, il giudizio probabilmente andava proseguito rinnovando la fiducia allo stesso legale.

Ma la storia non finisce qui, perché «il dr. Cardillo (capo dell'ufficio regioneria e del contenzioso, ndr) - ha proseguito De Sabato - si è rivolto all'avv. Scarano di cui qui parliamo per richiedere un preventivo per costituirsi in Appello e, incredibilmente, nella delibera viene riportato che quel preventivo è "esoso". E chi lo stabilisce, visto che un avvocato si rifà a dei parametri parcellari da cui non potrebbe esimersi? Quali competenze ha questo dirigente per stabilire se un preventivo di un legale sia esoso?».

Morale della favola: si dà incarico ad un legale diverso e non a chi ha fatto incassare una vittoria in primo grado.

«Non so cosa pensino i miei colleghi consiglieri: un avvocato ci ha fatto vincere in primo grado, facendoci anche riconoscere un ristoro di 8mila euro e noi lo cambiamo? A me questa cosa non piace proprio!».

L'assessore al contenzioso Claudio Venditti ha riferito che produrrà una risposta scritta, ma ha aggiunto che «molti passaggi dell'interrogazione sono poco chiari e l'assenza del nome del rapprtesentante legale in delibera non rappresenta un vizio formale in quanto trattasi di una figura pro tempore che si deduce nel corpo degli atti e nel giudizio. Poi - ha proseguito - le voglio far presente che il comune continua a resistere costituendosi in appello. Infine - ha concluso - la gestione del preventivo dell'avvocato che risponde all'ente è di carattere puramente gestionale, è il dirigente che determina l'esosità o meno della somma».

Nella sua replica il consigliere Giuseppe De Sabato si è detto «nettamente in disaccordo, nella forma e nella sostanza, con quanto riferito dall'assessore. Primo perché non ho mai detto che un consigliere o un assessore debbano entrare nella gestione, ma almeno avere contezza e pienezza di ciò che approvano». Insomma ha voluto evidenziare che all'organo politico non può essere sottratto il potere - oltre che dell'atto di indirizzo - soprattutto del controllo sugli atti e quel che ne consegue, e ciò lo si può esercitare solo avendo piena consapevolezza dei contenuti e della forma. «Ritengo, invece, assolutamente importante indicare il nome del rappresentante legale, perché se il soggetto "occultato" dovesse essere persona inderdetta per mafia come la metteremmo? Quindi stia sereno, caro assessore», ha chiosato riferendosi al fatto che Venditti si sarebbe mostrato un po' infastidito, «perché non ho mica detto di averla colta con le mani nella marmellata! Però certi atti è bene che meritino una particolare attenzione».

Sta di fatto che se in questa vicenda dovesse emergere un conflitto di interesse, resterebbe da capire il ruolo di chi richiede somme di risarcimento al Comune di Lucera avviando un contenzioso contro l'ente e quello della figura istituzionale del consigliere comunale che, invece, è chiamato a tutelare gli interessi e il patrimonio a qualsiasi titolo di Palazzo di Città.

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