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Lucera. Scene, messinscene, sceneggiate e sceneggiature con vista elezioni

Perché il gruppo PER Lucera non ancora ufficializza il nome di Fabrizio Abate candidato sindaco? Forza Italia non ancora sa dove stare? E il PD, dopo il mal di pancia di Lucilla Calabria? E cosa accadrà anche in previsione di un ritorno al vecchio metodo elettorale per la Provincia a ottobre 2026?

Dorme ancora la città. Dicono sia presto per svegliarsi. E questi giorni di moderato freddo costringono a star seduti su un comodo divano a casa, complice un Festival di Sanremo che appassiona poco ma garantisce comunque uno share elevato di spettatori al cospetto dello schermo casereccio. Paradossi in salsda italiana ed italiota.

Manca un mese circa all'ingresso della Primavera. E allora un po' per volta Lucera e i suoi cittadini si sveglieranno dall'ìennesimo letargo dopo che, tra una speranza di rinascita del tribunale e l'euforia dei promessi e ricchi eventi che accompagneranno la propaganda della Capitale della Cultura per la Puglia 2025, si riprenderà a buttare lo sguardo oltre la siepe delle prossime campagne elettorali, quella delle Regionali (ottobre 2025) e quella delle amministrative (Primavera 2026) con le difficoltà sempre più evidenti di riuscire a coinvolgere qualcuno che voglia mettersi in gioco (in lista) nel nome del solito "bene della città".

Sembra, invero, tutto fermo. Ed invece c'è tanto da raccontare. A cominciare dall'accaparramento della paternità circa la possibile futura riapertura del tribunale di Lucera. Fratelli d'Italia ci ha messo le mani sopra e ci ha tenuto fino a rischiare di fare la figura dello zingaro (insomma, del bugiardo) gridandolo ai quattro venti con tanto di manifesto dai toni gagliardi: RIAPRE IL TRIBUNALE DI LUCERA! Ed ha pure organizzato incontri e videoconferenze da passerella pre-elettorale. A ciò aggiungeteci che dalle parti dei Meloni locali si sta affacciando un congresso cittadino (anche qui con passerelle di consiglieri regionali e parlamentari d'ogni specie). Un congresso che dovrà partorire la verità circa le malevole e malefiche voci di una spaccatura interna in tre Meloni… pardon!, tronconi. Per il ritorno alla luce del Palazzo di Giustizia dicono che la volontà politica ci sia tutta, ma corrono voci che i conti andranno fatti con la solita macchina burocratica dei palazzi romani, a quanto pare intrisi più di correnti tendenti a sinistra che a destra. Con Lucera, se tutto va bene, dovrebbero riaprire anche Rossano Calabro e Bassano del Grappa e, grazie al sottosegretario Delmastro, il quadro dovrebbe chiudersi aggiungendo la città tanto cara allo stesso Delmastro, Vigevano.

In questi giorni semi-rigidi registriamo, a sinistra, in quel PD che sta in amministrazione con il sindaco Giuseppe Pitta, lo sfogo significativo di Lucilla Calabria, dirigente locale del partito, su facebook: «Ci sono post che non avrei mai voluto scrivere – ha riportato sul suo profilo –, ma ci sono momenti in cui è necessario farlo. Quando l'immobilismo e l'insipienza portano alla stagnazione politica allora occorre smuovere le acque con uno dei pochi strumenti che meglio so usare: la parola. Nel PD di Lucera abbiamo un problema, forse più di uno. Ho proposto ho organizzato ho sollecitato ho stimolato, come unico risultato sono rimbalzata contro un muro di gomma. E allora che ci sto a fare in segreteria? Come faccio ad occuparmi della comunicazione e dell'organizzazione se non mi vengono dati gli strumenti per poter lavorare? Questo mio sentimento so che è condiviso da molti che nel PD di Lucera ci credono ma la loro buona volontà viene quotidianamente frustrata dall'inazione e dall'incompetenza. Ne vale ancora la pena sbattersi? Forse sì, a patto che ognuno si assuma la sua responsabilità. È assai probabile che venga redarguita perché i panni sporchi si lavano in famiglia, ma come sapete non credo nella sacralità della famiglia».

Il cartellino giallo esposto in faccia alla maggioranza (di cui peraltro è parte integrante) da parte del consigliere Davide Colucci circa la gestione della vicenda legata alla programmazione di Lucera Capitale della Cultura per la Puglia 2025 non sarebbe stato granché apprezzato dagli alleati. Altri ci avrebbero fatto l'abitudine alle uscite giocherellone di Davide Colucci il quale è passato dal ruolo di maestro di scuola che distribuisce pagelle a quello di arbitro senza VAR (Verifico Anzi Rompo) né assistenti di campo.

Passiamo al gruppo consiliare PER Lucera, nato dopo quello in Regione con Anrtonio Tutolo, denominato PER la Puglia, e dopo aver lasciato CON Lucera in cui era stato eletto Tutolo alle regionali del 2020 ma che ora vede coordinatore Pippo Agnusdei (lo so, è un gran casino, ma serve per rendere l'idea di quanto siano confusi tutti e pretendano dagli elettori idee chiare). La compagine PER, formata da Francesca Niro (che pure con Fabrizio Abate presunto candidato sindaco dello stesso gruppo nel 2020 se le son date di santa ragione), Vincenzo Checchia, Francesco Aquilano, Raffaele La Vecchia e Fabrizio Abate, intanto non si decidono ad ufficializzare la candidatura a sindaco dello stesso Abate per le comunali del 2026. Ciò sta concedendo la licenza a molti di credere che Abate sia ormai stato bruciato (essendo stato fatto trapelare il suo nome molto in anticipo) e che se alle regionali di ottobre prossimo Tutolo non doovesse farcela questi potrebbe rimettere in piedio lo scherzetto fatto a Pitta che prima fu indicato come candidato alla Regione dalla coalizione e poi fu invitato a farsi da parte lasciando quella candidatura a Tutolo. Il fatto è che nel caso si ripresentasse lo stesso scenario con Abate, Tutolo non avrebbe pronto il bonus sostitutivo come fece con Pitta a cui concesse la candidatura a sindaco, a meno che a ottobre 2026 non si toprnerà a votare in Provincia con il vecchio metodo. Non manca, però, la sorpresa in casa tutoliana. Quella che - finché non si decidono ad ufficializzare la candidatura a sindaco di Abate - alla candidatura per il massimo scranno di Palazzo Mozzagrugno potrebbe essere designato proprio l'avv. Agnusdei. E allora Pitta dovrà ben guardarsi anche al suo interno, visto che per ora (per ora) il gruppo CON che fa capo a Rosario Cusmai vede in maggioranza a Lucera Tonio De Maio che è anche consigliere e vice presidente della Provincia di Foggia. Con queste ipotesi, allora, cosa farà il PD?

C'è, ancora, l'incognita rappresentata da Forza Italia che oggi è in maggioranza a Lucera con l'assessore al Bilancio Antonio Buonavitacola e la consigliera Lucia Zoppicante. C'è inquietudine nel partito, questo è acclarato. Il consigliere regionale Paolo Dell'Erba fin dalla sua elezione a coordinatore provinciale di Forza Italia avvenuta a gennaio del 2024 non è mai riuscitop a mettere su un direttivo. Si parlava di un congresso che si sarebbe dovuto tenere a dicembre scorso ma fin qui nulla è accaduto e la situazione langue. Lo stesso commissario cittadino, Giuseppe Marracino, pare fosse pronto a prendere una netta posizione e in tanti avrebbero seguito il suo gesto. Altrimenti come si spiegherebbe che Dell'Erba li ha immediatamente convocati tutti per un confronto? Insomma oggi Forza Italia a Lucera potrebbe trovarsi di fronte ad una richiesta di staccarsi dalla maggioranza e da Pitta, ma ciò potrebbe comportare un addio definitivo al partito dopo un netto rifiuto rispetto a quel suggerimento.

Il quadro per le amministrative del 2026 si presenterebbe, al momento, con tre schieramenti: quello che riproporrebbe Giuseppe Pitta sindaco, quello dei tutoliani che non hanno ancora deciso o ufficializzato un candidato sindaco e Fratelli d'Italia con un paio di liste al seguito. Potrebbe esserci una quarta coalizione che, seppur minoritaria, creerebbe comunque qualche fastidio agli altri. In fin dei conti la battaglia che si prospetta, ad oggi, è tra Pitta e i tutoliani ma, se la coalizione con Fratelli d'Italia dovesse racimolare almeno tremila voti, per Pitta probabilmente non ci sarebbero speranze, dal momento che i Di Battista-Russo e Co. al ballottaggio l'attuale sindaco non lo sosterrebro di certo.

È uno scenario che ricorda un po' il gioco del Risiko!, che a sua volta ricorda il gioco Risk. Una mappa frazionata in territori su cui si sono insediate armate militari ed il cui fine è quello di raggiungere un obiettivo prefissato e conquistare più territori possibili fino ad annientare l'avversario.

Roberto Notarangelo

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