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Lucera. La minoranza si imbavaglia in aula per la Niro, ma l'accapo è bocciato

Ha fatto tantissimo rumore (probabilmente molto più di tanti altri casi analoghi e ben più gravi) la vicenda relativa alla querela sporta dal sindaco di Lucera Giuseppe Pitta nei confronti della consigliera comunale del gruppo "CON", Francesca Niro, e di altri soggetti (pare una decina in tutto), circa un post partito dalla bacheca facebook del commercialista Marcello Mazza e condiviso – e con esso tutti i commenti a quel post da parte di altri utenti – appunto dalla Niro commentandolo a sua volta.

Il caso – c'era da aspettarselo – è approdato in Consiglio Comunale (che si è tenuto, manco a dirlo, nella cornice del Teatro Giuseppe Garibaldi) e precisamente nella seduta di seconda convocazione dello scorso 30 novembre. In quel contesto è stato presentato dai consiglieri di opposizione un ordine del giorno formulato a seguito dell’episodio relativo proprio all’azione giudiziaria intrapresa dal sindaco Giuseppe Pitta nei confronti della consigliera Francesca Niro, mediante la proposizione di una querela a carico della stessa, dopo che il primo cittadino aveva ritenuto quella condivisione impregnata di contenuti diffamatori nei confronti dell’amministrazione nonché della tecnostruttura del Comune di Lucera.

La vicenda trattata era quella, ormai nota a tutti, di uno dei concorsi pubblici banditi dallo stesso Comune per due vigili urbani e dei tecnici comunali e con quell’ordine del giorno, in base a quanto è emerso dalla relazione fatta dal consigliere Giuseppe De Sabato, si intendeva stigmatizzare l’iniziativa di Pitta, che a suo dire ledeva fortemente il ruolo e il prestigio non solo della consigliera ma anche dello stesso sindaco della città: «La querela proposta dal sindaco, sembra per una presunta diffamazione a mezzo social, nei confronti della consigliera non può essere accettata, in quanto l’articolo 21 della Costituzione garantisce il diritto di libera manifestazione e diffusione del pensiero e la consigliera Niro non ha voluto assolutamente offendere l’onorabilità del sindaco Pitta, infatti, la facoltà di manifestare la propria opinione è stata da lei espressa entro e non oltre i limiti posti». De Sabato ha dunque concluso esprimendo la piena e incontestabile solidarietà da parte dei consiglieri di minoranza a Niro.

Il primo a intervenire sull’argomento è stato il consigliere Davide Colucci, il quale ha detto di sperare che l’azione della querela fosse dovuta ad un semplice momento d’ira del sindaco, anche perché «per quanto mi riguarda, l’ho letta e non ho visto che una mera condivisione della Niro, quindi da avvocato non noto tutta questa diffamazione». In ogni caso si era di fronte, a dire del consigliere, a un vero e proprio autogoal politico di Pitta.

Il consigliere di maggioranza Raffaele Iannantuoni invece ha ricordato che l’assise consiliare non è un’aula di tribunale e ha detto di condividere unicamente il discorso della libertà di pensiero, che però, come ha sottolineato subito dopo, non andava stravolta, a maggior ragione da chi ricopre un ruolo istituzionale, perché in tal caso «non è più libertà di stampa bensì manipolazione delle informazioni e insinuazione del dubbio». Per il consigliere insomma si stava dando uno spettacolo indecoroso alla città peraltro su fatti astratti, infatti a suo dire la documentazione asseriva il contrario di quello che si voleva far credere: «Questi modi di fare allontanano le persone dalla politica: si è alzato un polverone su qualcosa che in realtà non c’è».

Francesco Di Battista dal canto suo ha ammesso che quando avevano pensato di preparare e presentare quell’ordine del giorno il suo timore era quello che esso potesse trasformarsi in una sorta di processo non solo alla collega Niro ma probabilmente anche allo stesso sindaco. Tuttavia quel suo timore era durato solo pochi istanti, perché confrontandosi coi colleghi di minoranza si era detto che l’unico vero scopo di quell’ordine del giorno avrebbe dovuto essere semplicemente quello di stabilire un principio, la libertà di pensiero del cittadino, a prescindere dunque da eventuali ruoli istituzionali ricoperti. Dopo aver fatto questa premessa il consigliere ha invitato l’assise a concentrarsi in quella sede non sul singolo post o sul relativo commento o sulla sua condivisione, ma sulla discussione del principio sacrosanto della libertà di manifestazione del proprio pensiero: «Tenete anche presente che soprattutto quando si è consiglieri di opposizione la critica ci sta e uno la deve in qualche maniera comprendere, perché fa parte del gioco». L’importante era, secondo Di Battista, che non si trascendesse, ma al consigliere non sembrava che quella critica fosse stata offensiva. «Concentriamoci dunque sul testo – ha concluso – così come presentato dal consigliere De Sabato».

Secondo Antonio Dell’Aquila il post condiviso da Niro lasciava intendere chiaramente che i concorsi al Comune di Lucera sono truccati, pertanto il consigliere di maggioranza ha espresso innanzitutto la propria solidarietà all’amministrazione e a chi aveva prodotto quell’atto, perché «l’idea che traspariva da quel post era che ci fossero degli atti truccati».

«Io – si è limitato invece a dire Pittavorrei innanzitutto chiedere scusa alla città perché mi rendo conto che non è un bel vedere quello che sta succedendo e che è una cosa che non dovrebbe in alcun modo accadere». Il sindaco ha proseguito chiedendo scusa anche agli Uffici per quello che avevano dovuto subire, ma allo stesso tempo ha detto di non voler intervenire sul punto con nessuna valutazione di merito in quanto era direttamente coinvolto. L’unico aspetto che Pitta ha voluto sottolineare è stato che la politica non avrebbe mai dovuto regalare simili spettacoli alla città.

Analogamente Simone Codirenzi, nella fase delle dichiarazioni di voto, ha osservato che il fiume era avvelenato e che questo ovviamente non poteva piacere a nessuno, ma soprattutto non era un bello spettacolo per la città vista anche la candidatura di Lucera a Capitale della Cultura 2026.

Alla luce di tutti gli interventi fatti il Presidente del Consiglio Comunale Pietro Di Carlo ha proposto di emendare l’ordine del giorno presentato lasciando intatta l’espressione della solidarietà alla consigliera Niro per quanto concerneva la libertà di manifestare il proprio pensiero, ma allo stesso tempo tutelando la dignità della persona che ricopre il ruolo di consigliere comunale e la tecnostruttura, evitando che venisse insultata, togliendo nomi e cognomi e quindi riferimenti a determinate persone in particolare. Nonostante ciò, però, l’ordine del giorno è stato respinto con due astenuti, dodici contrari e nove favorevoli.

Greta Notarangelo

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