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Lucera. Generazione possibile. Affrontare il disagio. Sognare il domani

LUCERA – Il nome di una via rimanda a un luogo, a un personaggio, a un evento… In Via D'Amelio a Palermo il 19 luglio 1992, due minuti prima delle 17.00, una FIAT 126 viene fatta esplodere con 50 chili di tritolo ed è l'inferno: un attentato terroristico mafioso pone fine alla vita del magistrato Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Antonino Caponnetto, il giudice che sfidò Cosa Nostra, accorso sul posto, disse al giornalista che lo intervistava: «È finito tutto».

Certo, l'assassinio di Paolo Borsellino è una ferita ancora aperta, un duro colpo inferto al cuore dello Stato, al cuore della gente onesta, della tanta gente onesta che vive di lavoro dignitoso e di rispetto, fiduciosa in un mondo migliore.

Una ferita profonda, dunque, ma non una resa. E fu proprio Paolo Borsellino a riporre la sua speranza di riscatto e di rinascita nei giovani.

Queste le parole del giudice palermitano, proposte come spunto di riflessione anche in una delle tracce di italiano degli Esami di Stato: «I giovani sono la nostra speranza. Sono convinto che i giovani, che oggi si trovano in una società in cui spesso non si riconoscono, hanno una grande voglia di reagire, di dare un senso alla loro vita e di impegnarsi per la società. La mafia teme la scuola più della giustizia, perché prospera sull'ignoranza delle persone e sulla cultura del silenzio. L'istruzione, la cultura, la conoscenza sono i veri antidoti contro la mafia».

Ebbene, I ragazzi di Via D'Amelio non hanno deluso le sue aspettative: ospiti di un recente incontro tenutosi al Circolo Unione di Lucera lo scorso 13 giugno, hanno dato prova di un impegno serio e condivisibile, lasciando una testimonianza degna della più profonda ammirazione. Semplici e dirette le loro parole, e per questo credibili nella loro limpida freschezza.

Al di là delle manifestazioni, delle celebrazioni, dei cortei, mai superflui per carità, I ragazzi di Via D'Amelio hanno fatto della Legalità un modus vivendi, calandola nella nostra quotidianità con il supporto dei due massimi enti educativi: la famiglia e la scuola. Una famiglia spesso distratta, a volte assente, altre volte anche troppo presente, in maniera sbagliata; una scuola progettificio, soffocata da mansioni burocratiche e per questo non sempre attenta alle esigenze degli studenti.

Di scuola e di famiglia hanno parlato la professoressa Laura Filomena Flagella, dirigente dell'ITET Vittorio Emanuele III di Lucera, e la professoressa Ida Di Battista, consulente presso il Consultorio "La famiglia". La tenente della Guardi di Finanza Carmen Verrengia ci ha invece fatto un quadro piuttosto allarmante della microcriminalità e delle devianze giovanili nella nostra provincia.

Lo scenario insomma si presenta complesso, per niente rassicurante.

Relatori impeccabili, il presidente del Circolo Unione Silvio Di Pasqua perfetto padrone di casa, tutto secondo copione.

Ma poi, a fare la differenza, arrivano loro, I ragazzi di Via D'Amelio: Raffaele D'Alfonso Del Sordo, presidente dell'associazione, Domenico Lattuchelli e Giuseppe Colagrossi, irresistibile Peppiniello, studenti universitari nonché ex alunni del nostro Liceo, sempre in prima linea nei numerosi eventi sulla Legalità promossi dalla scuola… E scorrono nella mia mente i volti di Giovanni Impastato, di don Aniello Mancaniello, di don Luigi Ciotti e l'eco delle loro parole risuona ancora nei cuori dei nostri ragazzi, e penso con orgoglio, ma altrettanta umiltà, che forse abbiamo seminato bene, perché questo la scuola deve fare, formare il cittadino, prima ancora che lo studente.

Ho letto con attenzione il loro "Manuale antimafia": semplice, diretto, vero, condivisibile e facilmente applicabile nella quotidianità in cui ciascuno è chiamato a fare la sua parte, all'insegna della responsabilità e del rispetto, per il bene comune, quindi anche nostro. Nessun tono cattedratico, nessuna enfasi, eppure il discorso non fa una piega.

Giuseppe Colagrossi, infine, ha richiamato l'attenzione su un terzo ente educativo, oltre la famiglia e la scuola, non di minore importanza: la parrocchia; e a riprova dell'importante funzione aggregativa da sempre al servizio di generazioni di bambini e adolescenti, ha invitato per un saluto un coloratissimo gruppo di giovani impegnati nell'Estate Ragazzi, organizzata ogni anno da diverse parrocchie della nostra città. Tanta, troppa teoria si fa riguardo all'inclusione, loro hanno dimostrato di averla applicata, deliziosamente, con naturalezza, come è giusto che sia.

Un tramonto da cartolina, i rintocchi delle campane della Cattedrale, applausi, abbracci e sorrisi hanno chiuso una serata davvero speciale lo scorso 13 giugno nel giardino del Circolo Unione a Lucera.

Un immenso grazie ai Ragazzi di Via D'Amelio, divenuta, grazie a loro, da luogo di tragedia, messaggio di speranza.

Adelia Mazzeo

(Immagini tratte dalla pagina  Facebook AssociazioneConsultorio La Famiglia)

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