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Lucera. Il sindaco soddisfatto rispetto al piano triennale delle opere pubbliche

LUCERA – (Nella foto, l'assessore ai Lavori Pubblici, Daniela Pagliara) L’undicesimo punto all’ordine del giorno dell’ultimo Consiglio Comunale del 21 dicembre 2023 consisteva nel “Piano triennale delle Opere Pubbliche 2024-2026 - Approvazione”, argomento sul quale ha relazionato il sindaco Giuseppe Pitta. Quest’ultimo ha spiegato che quel Piano riprendeva in maniera fedele quanto già approvato qualche settimana addietro col Documento Unico di Programmazione, che considerava l’intero panorama delle opere pubbliche per il triennio seguente. Un dato in particolare a dire di Pitta balzava all’occhio, ovvero cifre ingenti per l’anno 2023 e cifre inferiori per le annualità successive. Alla base di ciò vi era una motivazione: la maggior parte delle opere pubbliche oggetto di finanziamento era già stata tutta appaltata nel 2023, anno entro il quale si era anche dato avvio ai lavori, pertanto, considerato altresì che si era riusciti anche a dare avvio ai lavori, «questa cifra che scende è per noi un dato molto positivo, perché vuol dire che il Comune di Lucera si è fatto trovare pronto a tale appuntamento».

Il primo cittadino ha continuato chiarendo che il 2023 era un’annualità spartiacque e «posso dire che nonostante la scarsità numerica di risorse umane all’interno dell’Ente e grazie a un enorme sacrificio da parte degli Uffici coi rispettivi dirigenti si è riusciti a fare un passo avanti molto importante».

Pitta ha concluso preannunciando che nei mesi successivi ci sarebbe stata una variazione al DUP che avrebbe previsto l’inserimento di nuove opere per il triennio 2024-2026.

È in seguito intervenuto il consigliere Simone Codirenzi, il quale, rivolgendosi allo stesso sindaco, ha fatto notare che si continuava a inserire tra le opere pubbliche anche la ristrutturazione in danno del Sant’Anna. Era noto tuttavia che nonostante la proprietà avesse presentato una SCIA condizionata, in un primo momento erano partiti i lavori, poi gli stessi si erano bloccati, dunque Codirenzi ha voluto sapere che cosa fosse successo.

Rispetto alla SCIA presentata dalla proprietà, Giuseppe Pitta ha risposto che a essa aveva fatto seguito un riscontro del Comune che aveva condizionato l’esecutività della stessa rispetto a una serie di documenti e attività che sarebbero dovute esser poste in essere dalla proprietà, così i lavori erano partiti qualche giorno prima ma erano stati sospesi in quanto mancava il titolo abilitativo all’attività.

«Possibile – è intervenuto allora Vincenzo Checchiache non ci sia mai stata un’interlocuzione tra l’amministrazione e la proprietà? Noi stiamo ancora aspettando, sindaco, quella conferenza stampa della quale ci ha parlato» (del caso Sant’Anna il sindaco ha poi parlato nella conferenza stampa tenuta il 9 gennaio scorso, ndr). Pitta ha però spiegato che non essendo riuscito ad avere alcuna interlocuzione con la proprietà aveva deciso di attivarsi formalmente in prima persona, invitando a un incontro presso la casa comunale la nuova proprietà del Sant’Anna, la quale tuttavia il giorno precedente a quello stabilito per l’incontro stabilito gli aveva fatto pervenire una lettera dove aveva detto di essere impegnata e dunque di non poter partecipare, dopodiché lo stesso sindaco non aveva avuto più notizie da essa. Quindi per il primo cittadino ove si fossero dovute creare le condizioni giuridiche per un intervento in danno avrebbero attuato quest’ultimo, anche perché «non vedo una buona volontà all’interlocuzione della proprietà con la città».

Si è quindi passati alla votazione dell’accapo, che è stato approvato (l’opposizione ha espresso voto contrario).

Greta Notarangelo

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