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Lucera. Le porte della memoria nei dipinti di Gianni Mentana, di Adelia Mazzeo

Attraverso porte e portoni di Lucera, e molto oltre, ci conduce Gianni Mentana con i suoi suggestivi dipinti, in esposizione al Circolo Unione 1860 Lucera visitabile ancora per qualche giorno.

Non di rado un artista, che sia un poeta, che sia un musicista, che sia un pittore, proietta in ciò che realizza parte di sé, del proprio vissuto, della propria terra. E se Recanati, Torre del Greco sono tra i punti di osservazione privilegiati di Leopardi, fonte di ispirazione per i suoi intramontabili versi, Lucera, in particolare il centro storico, costituisce insieme il punto di osservazione e l'oggetto delle opere pittoriche di Gianni Mentana, a giusta ragione insignito dell'onorificenza di Commendatore della Repubblica.

«Le porte di Lucera non sono solo ingressi,ma testimonianze di un passato che vive nei racconti delle persone e nelle tradizioni che si tramandano» afferma l'autore, lui che ritrae la sua città per esprimerle il suo amore profondo, il suo rispetto.

Porta Foggia, Porta Troia: quante persone, nel susseguirsi degli anni, le avranno varcate, in varie fogge e costumi in base alla moda del tempo? E carrozze prima, automobili poi? E l'arco con l'edera di Via Scassa, e la porta con ai vetri le tendine all'uncinetto in Via Cavour, socchiusa, che ti viene da sbirciarci dentro, dove ti immagini magari due anziani coniugi a pranzo, lui con la coppola, lei con lo scialle di lana, rimpiccioliti dall'età, ogni ruga una fatica, un dolore, un sorriso; e la vetrinetta con il servizio buono, e il quadro di Santa Maria patrona con il lumino acceso davanti e i fiori di plastica, così non si seccano, e il cane meticcio accucciato sotto al tavolo.

Mentre indugio ad immaginare una vita possibile oltre quell'uscio appena accostato, l'artista mi dice con amarezza che, a breve, quella porta potrebbe non esistere più: fioccano i cartelli di VENDESI, si abbatte per ricostruire, e il grigiore uniforme, asettico del cemento, di molte di quelle porte non lascerà traccia.

E allora un verso, una nota, un quadro, come i dipinti immersivi di Gianni Mentana, saranno testimoni eterni di un passato che ci appartiene.

"La memoria è tesoro e custode di tutte le cose" affermava Cicerone. Ed aveva ragione.

Adelia Mazzeo

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