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Lucera. Francesca Niro e le molte discrasie della RSA Giovanni Paolo II

LUCERA – Relativamente al quarto accapo dell’ultimo Consiglio Comunale del 14 ottobre scorso, Approvazione progetto “Residenza Sanitaria Assistenziale Giovanni Paolo II” per anziani e disabili, proposto dalla Cooperativa Sociale San Riccardo Pampuri – ADOZIONE VARIANTE URBANISTICA AI SENSI DELL’ART. 16 DELLA L.R. N. 13/2001 e ss.mm.ii., la consigliera Francesca Niro fra gli altri ha voluto sottoporre all’architetto Antonio Lucera alcuni dubbi. Niro ha però voluto fare una premessa affinché il suo intervento non venisse equivocato: «Questa proposta di delibera – ha esordito – è sicuramente condivisibile, anche se siamo qui a deliberare la chiusura di una struttura ricettiva e la sua trasformazione in RSA in una città che dovrebbe essere invece a vocazione turistica, ma al di là di ciò mi vengono dei dubbi che non mi permettono di esprimere con serenità il voto».

La consigliera ha quindi ricordato che l’amministrazione comunale con delibera di Giunta 136 dell’11 luglio del 2024 aveva dato atto d’indirizzo al dirigente competente perché fosse redatto il nuovo regolamento edilizio comunale, che doveva tra le altre cose recepire appunto le indicazioni normative regionali, visto che l’intesa sancita in sede di conferenza unificata prevedeva uno schema di regolamento edilizio richiamato proprio in quella delibera.

Niro si è chiesta allora se senza quel regolamento tutte le discrasie che nel frattempo potevano essere sorte per cambiamenti normativi regionali o nazionali rispetto al PUG adottato nel 2016 avrebbero potuto creare problemi riguardo a quell’adozione: «Per esempio, io mi sarei sentita più serena se avessi acquisito un parere preventivo di compatibilità e conformità normativa urbanistica ed edilizia espresso dalle commissioni dei regolamenti edilizi comunali che si sarebbero creati, e poi ancora, l’articolo 14 comma 3 della legge 8 agosto ’90 n. 241 stabilisce che per progetti di particolare complessità e di insediamenti produttivi di beni e servizi l’amministrazione procedente può indire una conferenza preliminare finalizzata a indicare al richiedente prima della presentazione di un’istanza o di un progetto definitivo le condizioni per ottenere alla loro presentazione i necessari pareri, intese, etc.».

Infine un altro dubbio: Niro ha detto di aver letto i verbali delle commissioni consiliari, a suo dire convocate tra l’altro molto frettolosamente, e di aver trovato nel complesso l’iter molto superficiale, tanto che si sarebbe voluto approvare quel punto addirittura nel precedente Consiglio senza neanche averlo fatto passare per le rispettive commissioni. In ogni caso, come ha continuato a sottolineare la consigliera, sarebbe dovuto essere redatto un regolamento edilizio aggiornato, che effettivamente la Giunta aveva dato atto d’indirizzo di fare già a luglio, quindi Niro si è chiesta perché non fossero stati fatti quegli atti propedeutici a quell’adozione. «Leggendo poi i verbali delle commissioni consiliari – ha proseguito –, ho notato che in una di queste è stato presente il dott. Carlo Rubino in qualità di presidente della cooperativa, ma l’articolo 238 del Codice Civile stabilisce che il cda debba stilare una relazione in cui vada a specificare quali sono le modalità di esercizio della delega e il contenuto della stessa».

La consigliera ha pertanto espresso in sostanza perplessità riguardo alla procedura e non al merito. Il sindaco Giuseppe Pitta le ha però fatto notare subito dopo che l’iter consiliare relativo all’argomento in esame aveva in realtà scontato tutte le commissioni, i voti, i pareri e tutto ciò che serviva. «Pensiamo – ha tuttavia insistito Nironon solo a gestire il traffico in quella zona, ma anche in generale la vivibilità di quel punto, dove infatti è tutto concentrato».

Quanto alla questione, sollevata dalla consigliera, del regolamento edilizio l’architetto Lucera l’ha informata che al sindaco e alla sua Giunta era già venuta l’idea di considerarlo come obiettivo dell’anno 2024, dunque nel breve tempo sarebbe approdato in Consiglio sia quello che la variante per la sistemazione di alcuni errori e altro nel PUG. Comunque, sempre a dire del dirigente, non vi erano grosse interferenze tra la stesura del nuovo regolamento edilizio e la destinazione che sarebbero andati a conferire con quella variante, anche perché «le destinazioni e le tipizzazioni sono materia di norme tecniche di attuazione del PUG».

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