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Cultura, turismo, sport, ambiente: il Comune non ci crede. Lo evidenzia Francesca Niro. Bocciature ovunque. Muta la maggioranza

A distanza di breve tempo dal precedente si è riunito a partire dalle 16.30 dello scorso 29 aprile in seconda convocazione il Consiglio Comunale dopo che aveva avuto luogo nella mattinata del giorno prima il conferimento della cittadinanza onoraria al 21mo Reggimento Artiglieria Terrestre "Trieste" di Foggia in occasione della seduta ordinaria in prima convocazione. Avevano già comunicato la propria assenza i consiglieri Simone Codirenzi per motivi di salute e Antonella Matera per motivi di lavoro. Sarebbe invece arrivato con ritardo Davide Colucci, poi andato via prima che si votasse l'accapo sul bilancio consuntivo (una vicenda, quella delle assenze, di cui trattiamo a parte in un articolo correlato).

Dato che il primo punto era già stato trattato il giorno prima si è passati al secondo, "Lettura e approvazione verbali sedute precedenti", sul quale come sempre è stato espresso voto unanime. È seguita l'ormai consuetudinaria proposta, questa volta avanzata da Mario Coccia, di spostare in coda gli accapi 3 e 4, relativi rispettivamente alle comunicazioni e alle interrogazioni, che ovviamente è stata accolta dalla maggioranza, con qualche legittima lamentela proveniente dai banchi della minoranza.

Si è dunque passati direttamente alla trattazione del quinto punto posto all'ordine del giorno, "Approvazione rendiconto della gestione dell'esercizio finanziario 2022". Sull'argomento ha relazionato come di consueto l'assessore al Bilancio, Antonio Buonavitacola, il quale ha dapprima elencato una serie di cifre per poi spiegare tra le altre cose che relativamente al bilancio di previsione in corso sarà possibile utilizzare la quota del risultato costituito dai fondi vincolati e dalle somme accantonate oltre che dalla parte dell'avanzo originata dalle altre componenti. Francesca Niro ha tuttavia subito espresso una serie di dubbi che ha voluto sottoporre all'attenzione dello stesso assessore e del direttore di Ragioneria dott. Raffaele Cardillo. A sentire le parole di quest'ultimo in particolare Niro ha dovuto prendere atto, anche se già lo immaginava, che si trattava per gran parte di finanziamenti intercettati nel tempo: questa era in sostanza la riflessione politica, pertanto era inutile per il consigliere che qualcuno si mettesse delle medaglie per meriti non suoi. Tra l'altro, come ha ammesso lo stesso Cardillo, al 31 dicembre del 2022 non erano stati ancora erogati i fondi del Sistema Integrato di Istruzione, per non parlare della liquidazione dei buoni libro, non ancora attuata.

Ancora, zero investimenti, come ha continuato a fare rilevare Niro, per la tutela e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali, per i servizi ausiliari all'istruzione, per lo sport, per lo sviluppo del turismo e il recupero ambientale con particolare riferimento alla qualità dell'aria e alla riduzione dell'inquinamento. Il consigliere ha continuato lamentando che non si investe peri giovani e che "Strada per Strada" è partito tardi rispetto a quanto avvenuto in altri comuni pugliesi. Da tutto ciò Niro ha dedotto che questa è un'amministrazione dal respiro corto e priva di una visione a lungo termine, insomma «si tira a campare». D'altronde la stessa commissione di cui la consigliera fa parte si riunirebbe a singhiozzi e anche quando si riunisce non ci sarebbe un lavoro che venga portato a termine.

Non poteva mancare ovviamente l'intervento di Fabrizio Abate, il quale ha voluto fare qualche considerazione circa il bilancio consuntivo che verosimilmente si stava per approvare. Passando all'analisi di esso il consigliere ha osservato che la parte effettivamente a disposizione dell'amministrazione è esigua, infatti a suo dire gran parte delle somme o va a confluire in quella accantonata per il fondo crediti di dubbia esigibilità o serve a restituire le anticipazioni di liquidità di cui si è goduto negli anni precedenti oppure torna utile per potenziali contenziosi che potrebbero vedere il Comune soccombente o rientra in altre forme di accantonamento tra cui l'indennità di fine rapporto del sindaco. Senza addentrarsi nelle richieste di chiarimento già fatte da Niro, Abate ha notato che è come se mancasse in alcuni e non pochi settori una chiara visione politica. Al consigliere non è sfuggito neanche il costante aumento dei residui attivi nel corso dell'ultimo triennio. Non solo: dalla relazione dei revisori emerge un quadro non proprio roseo, dal momento che vi si sostiene che non sono stati conseguiti i risultati attesi. Abate non ha avuto risposte nemmeno in merito ai 500.000 euro emessi nell'ambito della vicenda Sant'Anna, infatti questa somma era stata inserita nel previsionale per realizzare le opere di primo intervento, pertanto il consigliere si chiede che fine abbiano fatto quei soldi rispetto all'attuale consuntivo, ma soprattutto «circa la questione Sant'Anna a che punto siamo?».

Per Vincenzo Checchia invece è un peccato che la quasi totalità del tesoretto sia intoccabile e non possa essere destinata in quanto una parte della somma è vincolata e l'altra accantonata. Sebbene infatti, come ha continuato a spiegare il consigliere, il 2022 abbia fatto registrare un lievissimo miglioramento della capacità del Comune di Lucera di incassare i propri crediti, si sarebbe ancora lontani da quella che può essere considerata una percentuale soddisfacente di somme effettivamente incassate rispetto a quelle iscritte in bilancio. Checchia ha dunque chiesto quali iniziative stesse studiando l'amministrazione per migliorare la percentuale di esazione. «Caro sindaco - ha proseguito il consigliere -, una buona amministrazione non si vede solo nell'essere uniti nell'approvazione del bilancio, infatti siamo al giro di boa: cos'ha fatto per la sua città? Credo ben poco, visto che non c'è traccia del suo operato». Di ciò a suo dire i cittadini sono consapevoli: «La ricorderanno come il sindaco che in due anni e mezzo ha cambiato diverse Giunte». Un'altra considerazione di Checchia è stata che oggi dodici consiglieri sono in maggioranza ma ben nove che dapprima avevano accordato fiducia al sindaco Giuseppe Pitta hanno poi lasciato la stessa compagine e attualmente sono all'opposizione. Il consigliere dunque non ha potuto che esprimere l'augurio che in quest'ultimo scorcio della sua consiliatura Pitta lasci qualcosa di concreto alla città.

«Questo Consiglio è a metà del suo percorso - ha esordito invece Francesco Di Battista -, quindi è naturale fare delle riflessioni». Il consigliere si è detto assolutamente d'accordo col collega Checchia, ma non ha potuto continuare il proprio intervento dal momento che il presidente Pietro Di Carlo gli ha tolto in maniera del tutto ingiustificata la parola in quanto a suo dire non si stava attenendo all'oggetto di discussione. «Presidente - ha detto allora giustamente spazientito Di Battista -, lei con questo gesto ha creato un precedente pericoloso e soprattutto ha dato ampia dimostrazione di non essere più imparziale». Quando è poi finalmente riuscito a riprendere la parola, il consigliere ha fatto notare che ciò che è visibile dell'operato di quest'amministrazione sono solo semafori e attraversamenti pedonali. Ordinaria amministrazione, insomma. Al di là di questo non vi sarebbero segnali tangibili per Di Battista, il quale ha concluso osservando che una maggioranza dovrebbe pensare a ben altro, avere un'idea di sviluppo della città, sapere dove condurla.

Anche Niro in fase di dichiarazioni di voto ha dovuto constatare con amarezza che questo bilancio è lo specchio dell'attuale politica di quest'amministrazione, che a suo dire non costruisce nulla e campa sugli allori del passato: «Sono tanti piccoli aspetti che fanno il quadro di un'amministrazione moribonda che ha bisogno del soccorso dell'unico consigliere che funge da ago della bilancia, e ciò è molto triste».

Giuseppe De Sabato ha ricordato dal canto suo che il gruppo di cui fa parte insieme a Franco Angelo Ventrella, "R-Innoviamo Lucera", era entrato in maggioranza dotato di tanta buona volontà e questo a suo dire né il sindaco né i consiglieri della stessa maggioranza potevano smentirlo: «Abbiamo portato delle idee, partecipato alla stesura di un bilancio di previsione e certe lacune sono state colmate grazie al nostro intervento, ma dopo i primi mesi erano già emerse delle situazioni di incompatibilità derivante da diversi modi di intendere la gestione dell'amministrazione, per cui riconosciamo l'errore grave di aver dato fiducia a chi quella fiducia l'ha tradita continuamente». In ogni caso il consigliere ha constatato come gli altri suoi colleghi di minoranza che l'attuale amministrazione naviga a vista. «Io capisco - ha poi detto - che bisogna andare avanti perché c'è necessità per qualcuno di farlo sul piano personale, infatti è evidente che qualcuno vuole fare carriera politica, la quale giustifica anche il mantenimento di un'amministrazione fallimentare».

Anche per Abate, come altri intervenuto nuovamente in fase di dichiarazioni di voto, il segnale politico è chiaro: non ci sono tredici consiglieri di maggioranza, numero minimo richiesto dalla norma per votare il bilancio, documento fondamentale su cui si regge un'amministrazione, così come «non è possibile sperare che qualcuno faccia la stampella e si presti a fare sì che la situazione politicamente resti tale e si tiri avanti». Secondo Abate insomma si vive alla giornata.

Tuttavia, nonostante la situazione critica, si è tranquillamente passati alla votazione dell'accapo, approvato ovviamente dalla maggioranza col benestare di qualche consigliere di minoranza assente fin dal primo momento della seduta (Antonella Matera) e prima della votazione (Davide Colucci).

Fossero stati tutti presenti si sarebbero avuti 12 voti a favore e 12 contrari, cosicché l'accapo non sarebbe passato e l'esperienza Pitta sarebbe terminata il 29 aprile 2023. Così non è stato. E c'è già chi scommetterebbe un approdo della Matera in maggioranza ed un ritorno nella stessa da parte di Davide Colucci.

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