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Sulle Ali della Vita: una fiaccolata per sensibilizzare sul fronte della sicurezza stradale nel ricordo delle vittime della strada

"La morte non è niente, sono solamente passato dall’altra parte. È come se fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato […]".

Giovedi 31 agosto, ha avuto luogo a Lucera la fiaccolata in ricordo delle vittime della strada. Momenti di grande emozione e commozione hanno caratterizzato un evento toccante e molto sentito dalla comunità cittadina. Ad organizzare il tutto è stato Umberto Cifaldi, cognato di Luigia Boccamazzo, ultima vittima lucerina del tragico agosto 2022, con il supporto delle famiglie delle altre giovani vite spezzate, dell’Aps 5 porte storiche Lucera e dell’Associazione club alcologico territoriale. Presenti la Croce Rossa, il S.E.R. e le Forze dell’Ordine.

In tanti hanno preso parte alla manifestazione radunandosi alle ore 20.00 in Piazza Matteotti. Dopo l’accensione delle fiaccole, il mesto corteo ha attraversato via Federico II e si è diretto in Piazza Duomo disponendosi a cerchio sotto lo sguardo luminoso, quasi languido, della Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta. Collocate sulle basole di Piazza Duomo, quasi a chiudere quel cerchio perfetto di gente silenziosa e composta, le immagini di alcune giovani vittime di strada, figli di Lucera nostra. I presenti, stretti in preghiera, all’insegna del ricordo e della commemorazione, hanno reso omaggio ai mai dimenticati Luigi Vetere, Luigia Boccamazzo, Amelia Capobianco, Egidio Di Fiore, Vito Netti, Antonio Di Sabato e ai tanti che hanno perso e continuano a perdere la vita per incidenti stradali.

Ad introdurre letture, pensieri, ricordi e testimonianze varie, sotto l’egida moderatrice di Umberto Cifaldi, è stata Arianna Cifaldi che ha letto una storia cruda ma sempre molto attuale di una ragazza, vittima di incidente stradale, che in punto di morte si rivolge a sua madre con parole doloranti miste a conforto, raccolte da un giornalista il quale, profondamente colpito, ha iniziato una campagna contro la guida in stato di ebbrezza. Eccone un passaggio: “…Alla fine lui ha deciso di bere ed io adesso devo morire…Perché le persone fanno tutto questo mamma? Sapendo che distruggeranno delle vite? Il dolore è come se mi pugnalasse con un centinaio di coltelli contemporaneamente. Dì a mia sorella di non spaventarsi, mamma, dì a papà di essere forte. Qualcuno doveva dire a quel ragazzo che non si deve bere e guidare… Forse, se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei viva…”.

Don Arturo di Sabato, Vicario parrocchiale di Santa Maria della Spiga, osservando una Piazza Duomo piena ma che a suo dire poteva essere ancora più piena, ha ricordato amorevolmente le vittime e ha pronunciato parole incisive che devono far riflettere: «Non dobbiamo ricordare questi giovani solo stasera con la candela, perché non siamo venuti a fare la parata. Noi li dobbiamo ricordare con la preghiera, con l’affetto… dobbiamo ricordare senza giudizi e pregiudizi…».

Efficace e proficuo l’intervento della Dott.ssa Cristina Finizio, Vice questore aggiunto e dirigente del Commissariato P.S. di Lucera, che si sofferma sull’importanza della prevenzione: «Per questa tematica possiamo parlare solo di prevenzione. Perché dopo che c’è stato un incidente mortale o gravissimo, non ha più senso parlare di prevenzione. Quindi voglio fare un invito a ragionare in termini di prevenzione…».

E infatti prevenire, evitare che situazioni così gravi possano accadere è l’unica cosa da fare poiché non esistono cure o panacee per rimediare a queste immani tragedie.
Gina Valentino, maestra di Luigi Vetere, ha letto un appunto scritto da Luigi stesso, consono alla serata per la tematica affrontata: «E che cosa è il tempo se non una creazione? L’ennesima che l’uomo si dà per misurare ciò che non può, che pure, se ci pensi, se dovessimo dare un volto al tempo, probabilmente avrebbe l’aspetto degli avvenimenti, delle cose che succedono, delle parole che si dicono, dei gesti che si compiono».

Ricordiamo inoltre l’intervento davvero toccante dell’Avv. Marco Intiso, riportandone un passaggio specifico: «Invito tutti a riflettere su quanto sia preziosa la vita e su quanto sia facile perderla a causa di una distrazione o a causa di una distrazione che si poteva evitare. Vi invito a riflettere sulle regole che il Legislatore ha dettato per evitare che si verifichino incidenti stradali, regole che evidentemente non sono sufficientemente rigide per evitare che giovani ragazzi perdano la vita per causa di un comportamento tenuto alla guida di un’auto, di una moto o di qualsiasi mezzo che con la dovuta richiesta diligenza si poteva evitare».

A concludere la corona dei ricordi e dei pensieri è stata un’amica di Luigia Boccamazzo: «La tua inaspettata ed inattesa morte non ci fa più paura perché sei in una dimora tranquilla e silenziosa, spietata o crudele che essa sia ti ha accolta come una madre affettuosa. Sei sparita ai nostri occhi ma mai dal nostro cuore. Nella notte più buia si è spenta una stella. L’asfalto è stato il palcoscenico della tua conclusione».

E come un abbraccio dalla terra al cielo, tanti palloncini bianchi hanno interrotto l’ormai blu profondo della sera, accompagnati da sguardi commossi e baci affidati al vento, di lacrime lasciate cadere da giovani ragazzi inginocchiati al cospetto di fotografie silenziose e rispettose dell'irrefrenabile emozione.

Nessun essere umano nasce naturalmente predisposto ad accettare assenza e mancanza improvvisa di un figlio. E non c’è educazione, formazione o titolo di studio che ci insegni a rassegnarci a questo tipo di perdita. È di natura che un figlio seppellisca il padre o la madre ma non viceversa. Eppure mai si è estinto nel ciclo dei tempi e delle stagioni quel “pianto antico” di carducciana matrice. Ne vogliamo riportare gli ultimi versi, dedicandoli a tutti coloro che non possono più essere materialmente con noi ma che abiteranno sempre nella dimora del nostro cuore e della nostra mente: “[…] sei ne la terra fredda, / sei nella terra negra; / né il sol più ti rallegra, / né ti risveglia amor”.

Deborah Testa

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