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Il resoconto della discussione sulla situazione politica e amministrativa a Lucera

Il quarto accapo del Consiglio Comunale dello scorso 29 novembre concerneva una mozione relativa alla situazione politico-amministrativa del Comune di Lucera. Un argomento sviluppatosi a seguito della fuoriuscita del gruppo “R-Innoviamo Lucera” dalla maggioranza dopo che dalle file dell’opposizione aveva deciso insieme a Forza Italia e ad Italia in Comune, circa un anno e mezzo fa, di soccorrere il sindaco Giuseppe Pitta a sette mesi circa dalla sua elezione, rischiando la caduta per sfiducia da parte di cinque consiglieri eletti nella coalizione che lo sostenne nell’ottobre 2020.

Sull’argomento ha relazionato il consigliere di opposizione Giuseppe De Sabato, il quale ha spiegato che quella mozione era stata presentata dall’intera minoranza. Secondo il consigliere era fuor di dubbio che l’attuale maggioranza risentiva di eventi susseguitisi nel tempo che avevano portato alcuni elementi della stessa ad abbandonare la medesima compagine che avevano contribuito ad eleggere. Quei consiglieri avevano successivamente chiarito le ragioni che li avevano spinti a quella decisione e il primo cittadino aveva replicato in ordine a quello che per lui era un abbandono ingiustificato. Il riferimento era al gruppo “CON Lucera” e alla lista “Agricoltori per Lucera”. Quindi si era scelto di non tornare al voto e di interpellare tutte le forze politiche per vedere chi fosse disponibile a salvare la città dal ritorno alle urne: in quell’occasione fu pronto a fare ciò, «non per trasformismo né per opportunismo», il gruppo politico “R-Innoviamo Lucera”. De Sabato ha chiarito che quella mossa era stata fatta in maniera limpida e non per le poltrone, anche se così poteva sembrare, bensì portando all’attenzione del sindaco dei punti programmatici ben precisi, che erano stati da lui accolti. I patti però non sarebbero poi stati rispettati, infatti nessuno di quegli obiettivi era stato raggiunto o quantomeno affrontato, tanto che lo stesso gruppo giunto in soccorso dell’amministrazione era poi uscito dalla maggioranza per tornare dov’era, in minoranza. L’ultima vicenda relativa alla votazione del PUE, poi, ha dimostrato a dire di De Sabato che non esiste più una vera e propria maggioranza.

Anche per il consigliere di opposizione Vincenzo Checchia del gruppo “CON Lucera” la situazione politica venutasi a creare a seguito della fuoriuscita di un gruppo importante come “R-Innoviamo Lucera” e di Davide Colucci (eletto nel PD, poi dichiaratosi indipendente e successivamente aderente a “Italia Sovrana”) imponeva la necessità di una profonda riflessione sul futuro dell’amministrazione Pitta. Non era intenzione di Checchia discutere delle scelte politiche personali dei singoli consiglieri o dei gruppi, ma a suo dire andava fatto notare che in due anni sono usciti dalla maggioranza ben otto consiglieri in tutto, mentre nel frattempo «la situazione si è paralizzata e non solo i maggiori problemi non hanno trovato soluzioni, ma ad oggi non ci risulta neanche uno straccio di indirizzo politico». Restava inoltre da capire a chi sarebbe stato assegnato l’assessorato alla Cultura e al Turismo lasciato vacante dalla lista corsa in soccorso dell’amministrazione, “R-Innoviamo Lucera” che espresse nell’esecutivo Antonella De Sabato poi dimessasi. «Riteniamo – ha dunque osservato Checchia rivolgendosi a Pitta – che le manchino il senso della comunità, la disponibilità al dialogo, la visione progettuale e la capacità comunicativa, pertanto non so se riuscirà a terminare questa legislatura: probabilmente con una maggioranza risicata avrebbe più senso restituire la parola agli elettori».

Il consigliere di “Lucera 2.0” Francesco Di Battista ha voluto condividere con l’assise delle riflessioni di carattere oggettivo andando a guardare i numeri: «Quelli con cui è stato eletto l’attuale sindaco costituiscono il minimo storico per l’elezione del primo cittadino, da quando vige l’attuale sistema elettorale, rispetto ai predecessori a Lucera». Quindi il consigliere ha ripercorso brevemente le fasi salienti della crisi politico-amministrativa per concludere che «in definitiva in soli due anni quest’amministrazione comunale, che già partiva da un consenso estremamente risicato e che ha cambiato in modo rocambolesco la propria composizione collocandosi prima in area civica, poi nel centrodestra e in seguito nel centrosinistra, oggi non credo possa dirsi rappresentata dalla volontà popolare espressa col voto alle elezioni comunali del 2020». Comunque, al di là di qualsiasi personale analisi politica, Di Battista vuole che a descrivere la condotta dell’amministrazione fossero semplicemente gli obiettivi realizzati rispetto alle azioni programmate presentate ai cittadini in campagna elettorale e poi al Consiglio in occasione delle linee programmatiche. In seguito ha fatto notare che dalla tabella, che aveva con sé e che mostrava la ricognizione degli atti approvati fino a quel momento, emergeva che in un solo caso l’obiettivo era stato raggiunto, mentre negli altri cinque si era semplicemente portato a termine ciò che le precedenti amministrazioni avevano programmato: «Questi risultati avrebbero persuaso chiunque a riconoscere la propria inadeguatezza». Inoltre vi sarebbe stata una reiterata violazione dell’articolo 43 comma 3 del TUEL da parte del sindaco e di molti dei suoi delegati: Di Battista si riferiva in particolare alla mancata risposta alla maggior parte delle interrogazioni. In ogni caso a dire del consigliere il precario equilibrio politico, anche alimentato dalle dubbie capacità amministrative del primo cittadino, è senza dubbio il principale fattore di insuccesso nell’azione amministrativa. A completare il fosco quadro, come ha continuato a spiegare Di Battista, contribuisce una diffusa dose di inesperienza, «a tratti anche di arroganza, oltre che di scarso impegno e superficialità». In conclusione «quest’immobilismo, ovvero la totale assenza di azioni amministrative, produce degli effetti devastanti per la città». Per il consigliere infatti si possono certificare, dati alla mano, lo stato di abbandono e l’inefficienza dei servizi, a cui si aggiungono la mortificazione culturale e il declino socioeconomico della città, per cui Di Battista crede che questa consiliatura debba essere interrotta.

Anche per Antonella Matera della lista “Agricoltori per Lucera” si era ormai alla sopravvivenza politica: «Se dovessimo oggi stilare un bilancio dell’operato delle commissioni consiliari, per alcune sarebbe disastroso, infatti la prima è stata ferma per un anno e le tante proposte fatte dalla quarta sembrano essere state risucchiate nel buco nero della burocrazia degli uffici, mentre cos’ha prodotto la terza in due anni abbondanti di attività?». Matera si è dunque chiesta come si potesse continuare a lavorare in quel modo e ha concluso con un’esortazione a tutti i consiglieri di maggioranza e di minoranza a decidere cosa fare della città.

Allo stesso modo Fabrizio Abate ha voluto fare qualche considerazione. A modo di vedere del consigliere del PD «il sindaco ha a cuore più la propria carriera politica che l’interesse della città» e lo dimostrerebbe il fatto che Pitta starebbe già puntando alla Presidenza della Provincia di Foggia (si vota il prossimo 29 gennaio 2023, ndr) piuttosto che pensare a risolvere i problemi di Lucera: «Sin dal primo momento dissi che lei era la persona meno indicata a fare il sindaco e oggi ritengo che la legittimazione della gente non l’abbia avuta più dal momento in cui quei signori rispondenti al gruppo CON l’hanno abbandonata, infatti quella era la colonna portante su cui si basava la prosecuzione del progetto Piazza Pulita». Il consigliere ha detto di essere tuttavia convinto che nonostante ciò Pitta andrà avanti fino all’ultimo giorno della consiliatura, ma allo stesso tempo ha invitato il sindaco a chiedersi se ciò corrispondesse alla volontà dei cittadini che l’hanno eletto.

Convinto del contrario si è detto Raffaele Iannantuoni (Italia in Comune), il quale ha detto di credere che all’epoca della prima crisi politica non ci fossero i presupposti per andare al voto dopo sette mesi, a maggior ragione in piena pandemia. Così il consigliere ha ammesso che avrebbe comunque fatto quella scelta, che all’epoca, come ha tenuto a chiarire, non era stata dettata da opportunismo. Antonio Dell’Aquila (la parte del PD in maggioranza, mentre Abate siede tra i banchi della minoranza), dal canto suo è rimasto invece molto colpito dall’intervento di Di Battista, infatti a suo dire il giudizio sull’attuale amministrazione si potrà esprimere soltanto a fine mandato. Anche Tonio De Maio si è mostrato solidale col primo cittadino, lamentando il fatto che Pitta sia stato invitato a dimettersi, benché fosse stato suffragato alle elezioni, proprio dai candidati sindaci che non erano stati eletti.

Le cose che Pitta avrebbe voluto dire erano davvero tante, quindi il sindaco si è apprestato innanzitutto a ribattere punto per punto a quanto dichiarato dall’opposizione. In sostanza il sindaco ha detto di aver visto consiglieri comunali sognare come egli debba terminare la sua amministrazione e in che modo essi debbano farla cadere portandolo alle dimissioni. Inoltre si è assistito a suo modo di vedere a una crisi politica indotta sull’altare di chi voleva fare il presidente del Consiglio, di chi voleva candidarsi alla Provincia e di chi sosteneva che questo o quell’assessore, facendo il nome di Carolina Favilla, non andava bene. «Io sono stato coerente – ha quindi chiarito – dal momento che sono rimasto civico, mentre il gruppo CON e altri si sono defilati al momento della votazione del PUE, pertanto credo che debbano essere molti dei consiglieri di opposizione a dimettersi oggi».

In chiusura Di Battista ha ritenuto opportuno intervenire nuovamente «per fatto personale», mentre De Sabato ha preso di nuovo la parola per la chiusura della relazione. «Chiaramente quel riferimento l’ho trovato veramente di cattivo gusto – ha tenuto a dire il primo relativamente alla constatazione di Pitta in base alla quale Di Battista sarebbe stato “mortificato” in occasione delle Comunali del 2020 –, anche perché tutto è opinabile tranne i numeri, quindi chiedo cortesemente al sindaco di chiedere scusa». Le scuse però non sono mai arrivate, anzi il sindaco non ha inteso neppure replicare al consigliere. Analogamente De Sabato ha osservato che effettivamente alcune personalizzazioni andavano evitate, a maggior ragione che tutti gli intervenuti si erano astenuti dalle stesse. In seguito il consigliere ha tenuto a sottolineare, in risposta a quanto detto in precedenza dal sindaco, che la minoranza non era mai stata contraria al PUE: «Non vi consento di affermare ciò, state mischiando le carte: noi abbiamo solo evidenziato che c’erano dei lati oscuri sul piano giuridico e tecnico e che occorreva una decina di giorni per fare il punto della situazione». Sul piano politico vero e proprio, poi, era da dicembre del 2021, a dire di De Sabato, che le cose all’interno della nuova maggioranza non andavano bene.

Link ai video degli interventi:

Relazione Giuseppe De Sabato

Intervento Vincenzo Checchia

Intervento Davide Colucci

Intervento Francesco Di Battista

Intervento Antonella Matera

Intervento Fabrizio Abate

Intervento Francesca Niro

Intervento Raffaele Iannantuoni

Intervento Antonio Dell'Aquila

Intervento Tonio De Maio

Interventi Francesco Di Battista e Giuseppe De Sabato

Intervento del sindaco Giuseppe Pitta

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