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Per Lucera Capitale. Volti di Lucera in mostra da Valentina Auricchio

LUCERA – L’immagine di un luogo, della sua storia e della sua vita la fanno i luoghi, le case, le chiese, i monumenti civili, gli angoli anche più remoti del tessuto urbano. Sono tutti elementi che fanno unico un posto, più o meno carico di eventi e di bellezze palesi e nascoste. Ma costruiscono la sua immagine finale soprattutto le persone che vi nacquero, vi vissero o semplicemente lo portarono nel cuore anche abitandovi lontano con la loro testimonianza di lavoro e di cultura.

Ed è stata intelligente e significativa la scelta di presentare sulle mura di un palazzo, in una lunga teoria, i volti delle persone che tra ottocento e novecento hanno dato significato e storia a Lucera, con la speciale e riuscita realizzazione grafica di Luca De Troia.

Accade in piazza Matteotti sulle pareti esterne del negozio di Valentina Auricchio che da anni ha creato un’isola di buon gusto e di stimolo al buon vivere collettivo. A quest’offerta che non è solo commerciale aggiunge una dose non comune di intelligenti capacità nell’allestimento di ambienti e ambiti diversi.

Ora in occasione della grande festa per Lucera Capitale della Cultura ha voluto riproporre il ricordo di persone che in ambiti diversi, nel mondo della letteratura, delle arti, della cultura hanno significato e caratterizzato una città. Un’ulteriore conferma che a buon titolo Lucera è candidata ad assumere un ruolo di prestigio in campo regionale nel 2025 e nazionale nel 2026 come Capitale della Cultura.

La città si è riappropriata di un ruolo che prepotentemente fu suo nel passato anche recente. Su queste basi che non sono solo motivo di vanto antico nasce un nuovo stimolo di cultura e di sensibilità artistica. Lucera si è levata da un letargo e ha dimostrato di avere enormi potenzialità progettuali in ogni campo e da diverse angolazioni. Tutte attività proposte da grandi e solide intelligenze locali. I progetti sono molteplici e molti troveranno sicuramente attuazione.

Ora Valentina ha voluto offrire dei modelli che per diversi aspetti non sono imitabili e nemmeno eguagliabili nella loro altezza. Partendo da grandi artisti come Giuseppe Ar, Emanuele Cavalli pittori di altissimo livello, da Giuseppe Cavalli che riuscì a far considerare in Italia la fotografia come espressione di arte autonoma, ha riproposto i contemporanei Enzo Vecchiarino e Mosè La Cava, che hanno mantenuto alto il contributo all’esperienza pittorica italiana; ancora ritroviamo Umberto Onorato scenografo caricaturista, giornalista di fama nazionale, storici e letterati di vaglia e di impegno universitario come Francesco Piccolo professore di multiforme ingegno, Mario Sansone il più grande degli italianisti, Giambattista Gifuni punto di partenza della storiografia locale e non solo, il drammaturgo Umberto Bozzini, solitario e geniale interprete della cultura teatrale, Enrico Venditti che dette dignità d’arte alla poesia vernacolare lucerina.

Ancora rivediamo Ruggiero Bonghi, che oltre che come poligrafo di vaglia, va ricordato per essere da una parte uno dei più solidi studiosi di Manzoni, di cui raccolse scritti inediti e rari che non potremmo oggi apprezzare, e dall’altra per aver dimostrato di avere un’insolita e moderna capacità organizzativa. A lui dobbiamo la fondazione della Biblioteca Nazionale di Roma, dell’istituzione del diritto di stampa, della formazione di una Direzione generale degli scavi e dei Musei, della fondazione di due collegi ad Assisi ed Anagni per gli orfani dei maestri elementari.

A lui accomunato anche per le traversie risorgimentali è Giuseppe Fiorelli, fondatore della archeologia moderna in Italia e attuatore degli scavi a Pompei e Ercolano con metodi di indagine scientifica ancora oggi seguiti.

Infine Stefano Sansarella, un geniaccio dello spettacolo, scomparso troppo giovane, ma che ha avuto tempo di saper scrivere e pensare per il piccolo schermo e non solo, autore de Il Brutto Anatroccolo, Zelig, Tacchi a spillo, X factor, Ma come ti vesti, Shopping night. Quindi è stato un testimone di una parte della nostra storia.

Grazie Valentina, sei una persona che ci fa pensare e dire: “Ce la possiamo fare”.

Giuseppe Trincucci

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