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Passa la legge Tutolo: la maggioranza si astiene, la minoranza favorevole

È stato piuttosto acceso il dibattito apertosi durante la discussione dell’ordine del giorno aggiuntivo inserito tra gli accapi trattati durante il Consiglio Comunale tenutosi nella mattinata dello scorso 27 dicembre 2022, “Recepimento modifiche alle LL.RR. Puglia n. 56/80 e n. 20/2021, introdotte con LL.RR. n. 39 del 30/11/2021 e n. 51 del 31/12/2021. Approvazione modifiche al PUG vigente, ai sensi dell’art. 12, comma 3, lettera e.ter della L.R. n. 20/2021, così come modificata dall’art. 54 della L.R. n. 51 del 31/12/2021”.

Relativamente a questo punto il sindaco Giuseppe Pitta ha assicurato che come amministrazione si erano detti sin da subito non solo disponibili bensì anche favorevoli a sfruttare una possibilità data dalla legge regionale, tuttavia ci sarebbe stato in un secondo momento il vaglio della Corte Costituzionale e dopo alcuni giorni dai chiarimenti e dalle modifiche della stessa la Giunta Municipale con la delibera n. 235 del 28 novembre aveva rafforzato la volontà già espressa dal Consiglio di procedere a dare quella possibilità agli agricoltori del territorio, dunque il Comune era ampiamente favorevole. Peraltro successivamente sarebbe stata inoltrata una richiesta di parere alla Regione Puglia e anche il dirigente si sarebbe allora attivato, quindi il sindaco riteneva che non mancasse molto a quella proposta di delibera di variante. Nel frattempo però a Pitta sarebbe arrivato il parere del dirigente del V settore, il quale esprimeva il proprio diniego rispetto a una proposta di delibera che sin dal primo giorno lo stesso sindaco aveva ritenuto non idonea e non conforme all’ordinamento giuridico e dunque incapace di produrre gli effetti previsti. In ogni caso Pitta ha ribadito la sua volontà di variare gli indici di fabbricabilità in zona agricola.

Il consigliere Fabrizio Abate ha fatto invece notare che l’atto d’indirizzo della Giunta era inopportuno dal momento che essa a suo dire non era competente in materia, mentre Francesco Di Battista ha voluto chiarire alcuni aspetti in quanto le polemiche su quell’argomento a suo dire erano tante. Al consigliere di Lucera 2.0 in particolare sembrava evidente che la maggioranza fosse già determinata e decisa sulla necessità di una variante, con doppio passaggio in Consiglio fatto di adozione e approvazione, e che si stesse attivando per andare in quella direzione, tuttavia Di Battista ha chiesto al sindaco se avesse un’idea della tempistica e se potesse dare indicazioni a riguardo, ma «anche se non dovesse passare la nostra proposta, la procedura che voi andrete a scegliere la voteremo comunque perché quello che ci interessa è che quelle aziende agricole possano realizzare quei capannoni». Anche Francesca Niro è intervenuta per chiedere al sindaco e al dirigente che data recasse la lettera di risposta della Regione: «Da aprile, quando si è recepita la risposta, cosa si è fatto se veramente, come dite, c’è l’intenzione di intraprendere quest’iter?». Analogamente Giuseppe De Sabato ha fatto notare che dal momento in cui la Corte si era pronunciata non vi erano ostacoli per l’approvazione della delibera: «Non si commette alcuna illegittimità nel recepire questa legge». Non era dello stesso avviso Antonio Dell’Aquila, per il quale quella proposta di delibera era ridondante. «Nonostante questa proposta deliberativa sia palesemente errata – ha detto invece Pasquale Colucci –, io voglio vedere il bicchiere mezzo pieno: si tratta di una priorità per la nostra città, pertanto accolgo l’invito del consigliere Di Battista e vorrei che oggi si uscisse di qui con una data precisa e che tale provvedimento fosse messo in atto il prima possibile».

Nella sua dichiarazione di voto Abate ha chiesto che fosse avviato ufficialmente quel procedimento anche senza il parere favorevole del dirigente e ha assicurato di assumersi la responsabilità di votare favorevolmente in quanto teneva principalmente al fatto che le imprese agricole che avevano investito, «dopo un anno di chiacchiere e perdite di tempo tra adozioni e approvazioni» potessero finalmente iniziare a operare realmente senza ulteriori rinvii. Tuttavia ciò non è servito a far cambiare idea al primo cittadino, il quale infatti subito dopo ha preannunciato il proprio voto di astensione insieme ovviamente all’intera maggioranza. Facendo eco a Pitta, anche Dell’Aquila ha preannunciato a nome suo e del PD la propria astensione. Lo stesso sindaco in seguito ha tenuto a chiarire alla luce dei vari interventi che in realtà quanto a finalità non c’era diversità di vedute tra minoranza e maggioranza, ma al contrario, che entrambe volevano dare seguito alla possibilità data dalla Legge Tutolo all’indomani della pronuncia della Corte Costituzionale: «Vi è solo una diversità di opinioni sulla procedura, ma tutte e due le parti la vogliono approvare: noi riteniamo che ci sia la necessità, anche alla luce del parere del tecnico, del doppio passaggio e quindi di una variante, mentre l’opposizione non ritiene indispensabile quest’ultima». Per tale ragione Pitta ha preannunciato a nome suo e della maggioranza l’astensione rispetto a quella proposta di deliberazione anche e soprattutto alla luce del parere contrario sia dell’ingegnere che del segretario. Successivamente è nuovamente intervenuto De Sabato, per il quale andavano invece chiariti ancora alcuni aspetti. Nel suo precedente intervento il consigliere aveva messo in rilievo in maniera molto dettagliata il fatto che quella delibera doveva portare al recepimento della legge e aveva sostenuto che ciò che essa comportava avrebbe dovuto costituire un elemento a tutela dei cittadini, che avrebbero dunque potuto vedersi rassicurati da parte del Comune sulla volontà di deliberare in merito: ciò significava a suo dire che nel compiere gli atti successivi non ci sarebbe stato alcun problema o ostacolo. «Se però non vogliamo deliberare sul recepimento da parte del Consiglio – ha aggiunto –, mi chiedo perché non lo si voglia votare». Il consigliere riteneva allora che si dovesse procedere a una breve sospensione affinché sia la maggioranza che la minoranza potessero addivenire a una proposta unica. Tuttavia quest’ultima è stata in seguito rigettata, mentre al momento del voto dell’accapo la maggioranza come previsto si è astenuta, permettendo comunque il via libera all’approvazione.

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