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Lucera. Vincenzo Checchia, il saldo tari e il cumulo degli acconti non pagati

Cosa succede al cittadfino che non ha provveduto a pagare il totale delle rate di acconto TARI entro il 30 settembre, facendo slittare il pagamento di una o più rate di quell'acconto alla data successiva alla scadfenza? Il rischio è di vedersi addebitato nella bolleta del saldo della TARI anche quel che al Comune non risulta pagato entro il 30 settembre. Chi si accorge che invece aveva pagato la parte o il tutto dell'acconto anche se successivamente alla scadenza lo farebbe rilevare agli uffici. Ma chi non se ne dovesse accorgere? È il quesito posto dal consigliere Vincenzo Checchia. Un argomento che in realtà non doveva essere formulato come interrogazione, visto il botta e risposta continuo tra il consigliere e l'assessore. E allora qui si apre un'altra ipotesi: non sarebbe meglio, per certi argomenti, stralciare le interrogazioni dalle sedute di Consiglio Comunale, modificare il regolamento e far sì che vengano convocati dei veri e propri question time comne si fa in Parlamento? 

LUCERA – Della questione affrontata dal consigliere Vincenzo Checchia nel corso della seduta di Consiglio Comunale dello scorso 29 novembre si era già discusso anche in commissione con l’assessore Antonio Buonavitacola.

«Penso che tutti in questi giorni – ha esordito il consigliere – abbiano ricevuto il saldo TARI, ma quest’anno ho visto che hanno fatto una cosa, cioè chi non ha pagato le precedenti rate se le è trovate chiaramente aggiunte nel saldo e questo in realtà ci può anche stare».

Il problema posto da Checchia però era che la gente che non aveva potuto pagare quelle precedenti si sarebbe ritrovata a dover pagare importi ancora più alti, quindi il consigliere faceva fatica a pensare che poi quegli stessi cittadini sarebbero riusciti a pagare, allora la sua domanda era perché non si fosse deciso di fornire solo il saldo finale, cioè la quarta rata.

La seconda considerazione del consigliere – ed era quello che stava a suo dire avvenendo, infatti parecchie persone l’avevano contattato – è stata che prima la cartella era stata inviata il 7 novembre: per chi aveva proceduto a fare il versamento successivamente a quella data naturalmente il pagamento non c’era, per cui «se non controlla, corre il rischio di dover pagare anche il non dovuto». Peraltro lo stesso Checchia stava verificando – e qui il consigliere si è rivolto al sindaco Giuseppe Pitta – che molta gente proprio in quei giorni si stava recando presso gli uffici, pertanto «la domanda che vi faccio è se abbiate parlato con il personale degli uffici stessi di questa cosa». Il consigliere ha detto infatti di non capire francamente il problema, infatti sempre a suo dire si sarebbe potuto emettere tranquillamente la quarta rata e poi «chi voleva pagare o meno erano problemi suoi».

In quella fase invece secondo Checchia la situazione era più complicata, anche perché si stavano creando, come ha ripetuto, problemi negli stessi uffici. Proprio presso questi ultimi però si era informato l’assessore al ramo. Buonavitacola ha spiegato che la norma prevede che comunque gli acconti debbano essere pagati entro settembre, quindi «tutti i pagamenti effettuati entro quel mese li hanno eliminati come acconti e hanno mandato il saldo così com’era». In particolare, come ha continuato a dire l’assessore, il decreto legge 34 del 2019 all’art. 15 bis prevede che i versamenti dei medesimi tributi la cui scadenza è fissata dal Comune in data successiva al 1º dicembre di ciascun anno devono essere effettuati sulla base degli atti pubblicati entro il 28 ottobre a saldo dell’imposta dovuta per l’intero anno, con eventuale conguaglio su quanto già versato. In caso di mancata pubblicazione entro il termine del 28, si applicano gli atti adottati per l’atto precedente: «Praticamente la norma dice che tutto quello che non hai pagato alla data di scadenza dell’ultima rata viene poi conglobato con quella del saldo, e loro in questo non hanno applicato la stessa pratica».

Il problema vero era però, a dire dell’assessore, che «noi ci lamentiamo che poi abbiamo dei flussi di cassa dove non abbiamo soldi perché la gente non riesce a pagare, però se uno non ha pagato sino all’acconto secondo me non pagherà nemmeno il saldo, ma proprio perché ci sono le tredicesime è più probabile che pagherà saldo e acconto in un'unica soluzione».

Checchia ha però fatto notare che in tal caso avrebbero dovuto pagare 300 o 400 euro, non avendo pagato le rate precedenti, ma la domanda principale del consigliere era un’altra: «Cosa succede per chi ha pagato successivamente?». A questo punto Buonavitacola ha risposto che si dovranno fare degli sgravi: «Purtroppo se gli uffici ti danno un termine perentorio per il pagamento, tu non puoi andare oltre quello, così paghi tutto col saldo: così succede anche in questo caso, allora ci si è adeguati a quella che è la norma». Checchia ha detto a tal proposito di essere d’accordo, ma allo stesso tempo ha insistito nel chiedere: «Per chi ha già pagato che cosa succede? Dovrà andare all’Ufficio e questo dovrà verificare l’avvenuto pagamento per poi rifare un ulteriore cartella? Che tu mi dica, correttamente, che loro avrebbero dovuto pagare, io su questo sono assolutamente d’accordo, ma allo stesso tempo dico che chi ha avuto difficoltà a pagare farà ancora più fatica a pagare una TARI maggiorata rispetto alle precedenti».

L’assessore al ramo ha però invitato l’altro a tenere presente che c’era stato un periodo di sgravi per quanto riguardava interessi, tasse e quant’altro, e che il Comune aveva aderito alla diminuzione degli importi da pagare, ma successivamente si erano resi conto, e l’avevano verificato proprio in quel periodo, che stavano arrivando ed erano arrivate cartelle per gli anni 2007, 2008, 2009 e 2005 fatte dalla società che era poi fallita e che aveva iniziato a fare quelle procedure.

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