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Lucera. Il sorriso nei "Frammenti" fotografici di Stefano Glinianski

LUCERA - Si è tenuto a partire dalle ore 18.00 di sabato 2 dicembre presso l’auditorium della biblioteca comunale “Ruggiero Bonghi” attigua all’ex convento di San Pasquale la presentazione del book fotografico di Stefano Glinianski, professionista presso la Sezione delle Autonomie e Direttore OIV della Farnesina, dal titolo “Frammenti”, con la mostra dei lavori del medesimo autore, che era visitabile nel corso dell’intera stessa giornata e nei giorni successivi.

Approfittando dei suoi viaggi di lavoro, missioni che compie per conto del Ministero degli Esteri, Stefano Glinianski ha immortalato dei momenti di vita quotidiana nelle terre di Giordania, Libano, Israele, Palestina, Kenya, Mozambico, Tunisia ed Egitto. Il lavoro non è stato accompagnato da alcun prezzo di copertina poiché si è inteso lasciare libero chiunque di rilasciare una libera donazione, il cui ricavato avrà una destinazione benefica e dunque umanitaria. A rendere possibile la realizzazione del libro sono stati, fra gli altri, l’Unione Province d’Italia Emilia Romagna, lo Studio D’Aries & Partners srl (società facente capo all’economista lucerino Ciro D’Aries) e la EXSSA (società che opera nelle aree di prevenzione del rischio di credito, diritto amministrativo, diritto europeo e operazioni straordinarie con vari aspetti commerciali e contrattuali). A dire di Ciro D'Aries guardando queste foto emerge una serie di interrogativi, come se restasse qualcosa in sospeso, oltre che, ovviamente, una geopolitica fatta di disuguaglianze, che ci portano inevitabilmente a desiderare di essere più umani e a cercare di conseguire una fratellanza tra i popoli.

Proprio a proposito di convivenza pacifica di popoli diversi il sindaco Giuseppe Pitta ha evidenziato che nell’ambito del percorso della candidatura di Lucera a Capitale della Cultura 2026 è stato inserito appunto quale sottotitolo del progetto in itinere “Crocevia di popoli e di culture”, per ricordare che i lucerini già nella storia sono stati un popolo accogliente.

Facendo eco a D’Aries, Davide Calabria, presidente del comitato promotore per la candidatura di Lucera a Capitale della Cultura 2026, ha approfittato per invitare i cittadini a continuare a condividere le proprie idee in merito alle progettualità da realizzare.

All’evento era presente anche Antonio Leo Tarasco, Dirigente del Ministero della Cultura, il quale non ha mancato di sottolineare la qualità professionale delle foto contenute nel libro e ha spiegato di aver potuto cogliere personalmente diversi aspetti importanti in tale rassegna fotografica, in primis la semplicità sia dello scatto che dei soggetti, dalla quale egli ha ammesso di essere stato colpito, e ha detto di credere che proprio la scelta di quei soggetti derivi necessariamente dalla natura dell’animo di chi ha scattato quelle foto. Tarasco ha poi approfittato per informare che l’attuale Ministero della Cultura ha inglobato al suo interno anche l’arte contemporanea, tra cui appunto la fotografia, al fine di permettere lo sviluppo di nuove forme di creatività.

Anche Luana Plessi, Direttore Generale dell’UPI Emilia Romagna, si è detta molto onorata di aver sostenuto il progetto della pubblicazione di questo volume. Secondo Plessi le foto di Stefano Glinianski parlano all’anima, in una società spesso distratta. «Il messaggio fondamentale che traspare da tale lavoro è che i popoli devono avere pari dignità a qualunque latitudine si trovino e più che mai oggi, dato che particolarmente in questa fase storica la convivenza tra popoli è messa in crisi».

Subito dopo è intervenuto il dott. Giuseppe Trincucci, il quale ha voluto ricordare che Lucera è stata la patria del grande fotografo Giuseppe Cavalli, il quale ha avuto il merito indiscusso di aver compreso alcuni aspetti fondamentali della fotografia e di far diventare quest’ultima una forma d’arte proclamandone così l’autonomia.

Era presente all’incontro anche il fotografo Nicola Ritrovato, membro dell’associazione fotografica italiana FIAF e socio del Foto Cine Club di Foggia, il quale ha esordito osservando che quello che emerge sfogliando questo libro è innanzitutto un linguaggio umano. Ritrovato ha spiegato che il percorso narrativo del lavoro è asincrono, nel senso che non ci sono narrazioni consecutive e l’autore riesce invece a essere trasversale con lo sguardo. Non solo: il libro a suo dire trasmette spontaneità e non qualcosa di artefatto, pertanto ognuno può sentire sue le foto che si susseguono al suo interno: «Qui il punto di ripresa è immediato, sovvertendo quindi l’etica bressoniana, la quale sostiene, al contrario, che mente, occhio e cuore devono essere sulla stessa linea d’onda». Anche Ritrovato ha concluso il proprio intervento ricordando che Lucera è la patria artistica di Cavalli, il quale con Giacomelli avrebbe raccolto nel suo talento il 90% della fotografia artistica italiana.

«Effettivamente – ha esordito invece l’autore, visibilmente emozionato – mai e poi mai avrei immaginato di realizzare un libro di fotografie, infatti dovete considerare che questo progetto è iniziato per gioco ma già col pregio di mettere insieme realtà totalmente diverse». Glinianski ha quindi confessato di aver avuto il coraggio di mettere a nudo i propri sentimenti e ha parlato della fortuna o abilità di cogliere degli attimi irripetibili. L’autore ha quindi spiegato che in linea generale il lavoro, a parte qualche suo pensiero personale ivi riportato, non è descrittivo, bensì lascia qualsivoglia interpretazione a colui che lo legge. «Il potere di trasmettere le emozioni – ha aggiunto – non è tanto il mio, quanto dei soggetti, che riescono a donare, in assenza di tutto ciò che è necessario, a chi possiede materialmente, il quale spesso interiormente è più povero, momenti di gioia». Infine, una breve spiegazione del titolo del libro. «Si tratta appunto di frammenti della mia vita ma anche di quella di queste persone». Questo libro, come ha tenuto a sottolineare in chiusura Glinianski, non vuole evidenziare la tristezza e la povertà di tali popoli, bensì il fatto che nonostante le situazioni di conflitto e di difficoltà quello che domina è sempre il sorriso, vero comune denominatore del book fotografico di Glinianski. E poi i colori! Diverse immagini danno l'impressione postuma (post-impressionismo?) e l'espressione (espressionismo?) di trovarsi al cospetto di una tavolozza di Cézanne o di Gauguin.

Già, proprio quel sorriso e quei colori, quella luce intrisa e bagnata di gioia che forse mancano alle società occidentali nonostante la fortuna del cosiddetto benessere.

Il Frizzo

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