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Lucera. «Il servizio mensa scolastica non va». Protestano i genitori

LUCERA – Un gruppo di genitori di tutte le scuole del primo ciclo di Lucera lamentano diversi aspetti legati al servizio mensa scolastica del Comune di Lucera.

Portavoce di questa lamentela è una mamma, Lucia Lattuchelli, e le rappresentanti scolastiche delle rispettive sezioni che contemplano bambini con frequenza pari a 40 ore settimanali.

Gran parte del dissenso rispetto al servizio erogato è legato prevalentemente alle abitudini alimentari degli alunni.

«Mai come quest’anno – commentano dal gruppo dei genitori che hanno anche avviato una petizione on line su change.org dal titolo “Miglioriamo il servizio mensa dei nostri bambini” – il servizio è stato travolto da tantissime polemiche a causa di un menu abbastanza discutibile non tanto per la qualità dei prodotti utilizzati, che sono migliorati rispetto agli anni passati, quanto per gli abbinamenti di primo, secondo e contorno che spesso producono rifiuti quasi collettivi da parte degli alunni».

Un esempio viene dai giorni in cui sono abbinati un primo e un secondo piatto composti da verdure: in questi casi il rifiuto prodotto è quasi totale in quanto la portata non viene toccata quasi per niente.

«Per non parlare dell’inserimento nel menu, destinato peraltro anche a bambini dell’Infanzia dai tre a sei anni, che comprende un trancio di pizza che arriva freddo sulla tavola e che le dispensatrici e le maestre, per evitare rischi di soffocamento, sono costrette a tagliare a pezzettini fino a ridurli quasi in briciole».

Come se non bastasse, viene citato il caso della pasta con passato di ceci accompagnata da un secondo piatto di verdure miste gratinate, oppure della pasta con crema di carote con polpette di lenticchie come secondo piatto. Per i genitori un fatto che non può passare inosservato.

Il paradosso, poi, sarebbe costituto dal fatto che «una delle cose più gradite, la pasta con pomodoro – che ha un indice di gradimento altissimo nei bambini – viene servita solo due volte al mese».

E giù ancora con le considerazioni: «La prima – affermano dal gruppo – è che la mensa scolastica costituisce un momento di importante condivisione per gli alunni; la seconda, di conseguenza, è che rappresenta anche una significativa occasione per promuovere una corretta educazione alimentare. Questo, però – aggiungono –, non può tradursi in scelte che prescindono completamente dai gusti dei bambini, che ormai vivono il tempo riservato alla mensa come un momento non piacevole».

In fin dei conti i bambini si ridurrebbero a consumare meno della metà del pasto servito in refettorio con tutto ciò che questo comporta: affrontare il resto della giornata scolastica quasi a digiuno con un grande spreco quotidiano di alimenti.

Un altro aspetto investe il costo mensile dei buoni mensa: «Per noi genitori ha una rilevanza negativa connessa alle lamentele dei bambini all’uscita di scuola che sono ancora affamati».

Un disservizio che secondo il gruppo del dissenso deriva da precise direttive dell’ASL e dal Comune che è legato a questi limiti nella emanazione del bando. «Siamo però convinti che nonostante tutto qualcosa si può fare per migliorare la situazione».

Cosa, per esempio? «Si potrebbe cominciare a valutare costantemente il servizio offerto presso le mense delle scuole cittadine per consentire l’identificazione e la rapida risoluzione di ogni eventuale problema legato agli alimenti che non sono graditi agli alunni. Su base regolare si dovrebbero raccogliere (ad esempio mediante questionari) opinioni e suggerimenti e tenere traccia dei cibi che non sono graditi, cercando di soddisfare almeno una parte delle richieste. Sulla base dei dati raccolti, nel quadro dei limiti posti dalla normativa vigente, incaricare un nutrizionista di parte, così come hanno fatto altri comuni della provincia di Foggia, per sottoporre all’ASL una proposta alternativa rispetto all’attuale situazione che purtroppo sta generando tantissimi problemi».

Sono preoccupati, i genitori dei tre istituti comprensivi Bozzini-Fasani, Alighieri-Tommasone e Manzoni-Radice, anche perché la questione non si esaurisce presto, considerato che l’attuale servizio mensa avrà durata triennale e che i problemi esposti si potrebbero ripresentare anche il prossimo anno. Ecco perché chiedono al Comune di Lucera di considerare la proposta avanzata e di attivarsi per una rapida soluzione del problema.

In caso contrario «saremo costretti a ritirare i nostri bambini dal servizio mensa».

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