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Lucera. Diritto allo studio, più certezze e meno perplessità

LUCERA – A relazionare sul punto 14 della sedutas di Consiglio Comunale del 14 dicembre 2024, (Programma comunale interventi per il diritto allo studio art. 9 c. 2 L. R. 4/12/2009, 31 “Norme regionali per l’esercizio del diritto all’istruzione e alla formazione” anno 2025), è stato il presidente della commissione competente nonché consigliere comunale Antonio Dell’Aquila.

La prima informazione data dal consigliere è stata che essenzialmente per quanto riguardava la voce relativa ai trasporti di fatto vi era un’identicità rispetto a quanto approvato l’anno precedente. In secondo luogo, a dire di Dell’Aquila la commissione teneva a precisare due questioni relative all’approvazione dei bandi inerenti al servizio concernente il diritto allo studio, cioè chiedeva che vi fosse particolare attenzione sulla tempestiva approvazione dei bandi come quello relativo appunto al trasporto ma anche quello della mensa, in modo da essere in futuro puntuali nell’erogazione del servizio; l’altra questione riguardava naturalmente le disponibilità economiche relative alle scuole paritarie e quant’altro. Il consigliere ha altresì ricordato che quell’accapo era già approdato al precedente Consiglio e che in quell’occasione era stato richiesto il suo rinvio proprio perché non era passato in commissione. Per il resto, Dell’Aquila non riteneva vi fossero particolari situazioni sulle quali fare approfondimenti.

Subito è intervenuto il consigliere Fabrizio Abate, il quale ha riferito quanto scritto in un comunicato istituzionale fatto dalla dirigente Domenica Franchino unitamente all’assessore alla Pubblica Istruzione Maria Barbaro, comunicato nel quale entrambe relativamente al servizio mensa diffidavano in un certo qual modo le famiglie dei bambini che vanno a scuola e usufruiscono di tale servizio a effettuare i pagamenti dei pasti in maniera anticipata. Tra le altre cose, come ha continuato a spiegare il consigliere, veniva detto che solo per cento famiglie esisteva la possibilità del servizio sulla base della presentazione di alcuni documenti, mentre il resto avrebbe dovuto pagare appunto anticipatamente. La cosa che però in un certo qual modo preoccupava Abate era quella perentorietà e il fatto di lasciare intendere, qualora non si fosse assolto al pagamento, di sospendere il servizio dell’erogazione dei pasti, cosa che assumeva a dire del consigliere i tratti di una vera e propria discriminazione.

Il consigliere ha quindi voluto mettere in correlazione quella comunicazione istituzionale con una lettera fatta qualche giorno prima dal dirigente scolastico di un plesso, il prof. Pasquale Trivisonne, il quale aveva ribadito a seguito del messaggio inviato dall’azienda alle famiglie un principio imprescindibile e cioè che nessun bambino presente a scuola può essere lasciato senza pranzo per nessuna ragione, infatti a dire del preside di quell'istituto il personale non era a conoscenza dei pagamenti effettuati dalle famiglie, fatto, secondo lui, di esclusiva competenza del Comune.

È in seguito intervenuto a nome del PD proprio il consigliere Dell’Aquila, il quale ha ricordato l’importanza di garantire come ente pubblico dei servizi a costi equilibrati, pertanto lo stesso consigliere ha colto l’invito di Abate a trovare delle forme meno onerose per essi, ma «di sicuro non possiamo sospendere un servizio solo perché antieconomico».

Dopo aver preannunciato il voto favorevole del movimento politico R-Innoviamo Lucera, il consigliere Giuseppe De Sabato ha voluto allo stesso tempo sottolineare alcuni aspetti riprendendo quanto già dichiarato dal collega Dell’Aquila: «Siamo seri: qui si parla di servizi per la collettività e di approvare il diritto allo studio, ma il mio auspicio per il prossimo anno è che tale materia venga portata in aula un po’ prima in modo da analizzarla meglio eventualmente intervenendo sulla stessa».

Non è potuto non intervenire sull’argomento ovviamente anche il sindaco Giuseppe Pitta, il quale ha sottolineato innanzitutto un aspetto: «Nel 2014 c’ero e con me seduto in questi banchi c’era chi oggi ritiene, a differenza del passato, che un servizio come quello del trasporto scolastico, per esempio, vada sostituito, interrotto o sospeso perché troppo costoso». Quanto poi alla questione della lettera di Trivisonne, Pitta ha invitato quest’ultimo a rivolgersi ad altri e non alla sua amministrazione, in quanto «si permette di dire che lui non ha gli strumenti per sapere chi abbia pagato e chi no, ma è falso, perché in realtà non ha voglia di approfondire, infatti la dottoressa Franchino quest’anno ha fornito un sistema informatizzato ai presidi per poter avere sotto controllo quotidianamente chi desidera andare a fare mensa e chi no».

È in seguito intervenuta l'assessore Maria Barbaro, la quale ha innanzitutto precisato che il servizio mensa è un servizio a domanda individuale e non obbligatorio, oltre a rappresentare il punto di evoluzione di una città. Dopo aver fatto questo passaggio, l’assessore ha spiegato che il Comune di Lucera è molto assistenzialista e garantista: ciò nel caso specifico significava che chi aveva un ISEE inferiore a 5.000 euro poteva usufruire dell’esenzione totale in quel momento. Il terzo punto su cui Barbaro si è soffermata è stato ricordare che l’anno scorso è stato messo in moto il cosiddetto Ristocloud, sistema informatizzato richiesto dalle scuole. In ogni caso, secondo l’assessore quanto dichiarato da Abate non sarebbe dovuto essere palesato, perché «siamo uomini e donne di legge a cui stanno a cuore tutti i bambini e le famiglie»: alla luce di ciò Barbaro ha assicurato a nome suo e del sindaco che nessun bambino sarebbe rimasto a guardare gli altri mangiare.

Il problema vero della questione era a dire del consigliere Giuseppe De Sabato, intervenuto in fase di dichiarazioni di voto, il rapporto sinergico che avrebbe dovuto instaurarsi fra l’amministrazione e altri soggetti, ma allo stesso tempo «un dirigente scolastico deve rapportarsi con le amministrazioni locali in maniera collaborativa e scevra da preconcetti e iniziative populistiche».

Abate ha ritenuto dunque opportuno intervenire nuovamente per evidenziare che a suo modo di vedere il sindaco mistificava la realtà: «Io non ho detto di non voler mettere in atto quei servizi, bensì ho invitato a fare una seria e approfondita riflessione su alcune questioni di cui dibattiamo da anni e che si ripropongono in questa sede sempre alla stessa maniera: per me questi servizi vanno certamente tutelati, ma occorre allo stesso tempo che un Consiglio Comunale si sforzi di trovare delle soluzioni migliorative e forse anche più economiche rispetto al servizio di cui usufruiamo».

Hanno preannunciato ovviamente il proprio voto favorevole i consiglieri Antonio Scirocco e lo stesso Dell’Aquila. Quest’ultimo ha però voluto precisare un aspetto: «Quando parliamo di servizi pubblici ci riferiamo a servizi di carattere generale e a quel punto l’erogazione degli stessi da parte di una pubblica amministrazione è un atto dovuto, quindi questi servizi diventano necessari e dunque per noi politicamente rilevanti».

Il presidente Pietro Di Carlo ha dichiarato così conclusa la fase delle dichiarazioni di voto e si è proceduto alla votazione dell’accapo, che è stato quindi approvato con l’astensione dell’opposizione eccezion fatta per De Sabato, il quale ha espresso invece voto favorevole.

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