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L'accesa discussione finale e il voto sul PUE di Viale Ferrovia

Chiudiamo la lunga e a tratti snervante questione del PUE – ARO di Viale Ferrovia – con la discussione finale sull’argomento.

Dopo aver ascoltato la relazione del sindaco Giuseppe Pitta (video) e dell’ing. Pietro Savoia sull’accapo n. 7 (video), trattato durante il Consiglio Comunale dello scorso 21 novembre, relativo appunto all’adozione del PUE sub comparto est del comparto ARO.VF (Ambito di Riordino di Viale Ferrovia), il consigliere Vincenzo Checchia ha voluto fare alcune riflessioni: «Desta stupore il fatto che l’ing. Savoia non abbia avuto dubbi nell’esprimere il proprio parere favorevole sul PUE trattato sin dal 15 aprile dui quest’anno, quando noi tutti consiglieri di minoranza nell’analizzare il piano in questione abbiamo maturato innumerevoli dubbi e riscontrato delle inadempienze e illegittimità». Proprio prendendo spunto da un approccio in linea con l’istruttoria effettuata dall’ingegnere con riferimento alla variante urbanistica connessa all’incremento dell’indice di edificabilità fondiaria in zona agricola, i consiglieri di minoranza, come ha spiegato lo stesso Checchia, hanno vagliato il piano attuativo oggetto di quella trattazione col fine di evitare l’adozione da parte del Consiglio di atti viziati e illegittimi che «sicuramente esporrebbero quest’amministrazione a inevitabili ricorsi con conseguenti richieste di risarcimento danni, nei confronti delle quali tutti saremmo chiamati a rispondere dinanzi alla Procura della Corte dei Conti nonostante il parere favorevole dell’ingegnere». Il consigliere di “CON Lucera” non ha voluto affrontare le motivazioni per le quali gli altri due PUE presentati non erano già arrivati in Consiglio, ma una domanda all’ingegnere ha voluto farla: «Mi risulta che in data 9 giugno il sig. Capobianco Donato abbia inviato a lei e al sindaco una diffida e messa in mora ad adempiere all’invio in Regione di tutti gli elaborati di progetto e allegati compresa la relazione geologica per acquisire il parere». Questo avveniva in data 2 febbraio, quindi il consigliere ha chiesto a Savoia perché si fosse perso tutto quel tempo. Comunque, Checchia ha invitato il Consiglio a non adottare il PUE se non a seguito di ulteriori e necessari adempimenti e verifiche, poi ha voluto fare un’ultima considerazione politica: «Non deve passare un messaggio distorto: noi siamo favorevoli a tutti i PUE perché laddove venga riqualificata un’area, la nostra città può trarre soltanto vantaggi». Infine il consigliere ha voluto invitare Savoia a completare anche l’istruttoria degli altri PUE in modo tale da poter fare ulteriori approfondimenti.

In merito ai PUE il sindaco ha risposto che è intenzione di questa maggioranza adottarli tutti per poi approvarli. Pitta ha poi informato di aver scritto al dirigente chiedendo a che punto fossero gli altri per poterli portare in Consiglio. Rispetto alla questione precedentemente sollevata dei titoli di proprietà, invece, il sindaco ha ricordato che c’era stata la pubblicazione di un manifesto che invitava la proprietà entro sessanta giorni a sollevare qualsiasi tipo di dubbio. «Ingegnere – ha detto Pitta rivolgendosi a Savoia –, consideri tutte queste delle osservazioni alle quali dare risposte ufficiali prima di arrivare all’approvazione, ma non si può bloccare un iter amministrativo».

Fabrizio Abate (video) ha ammesso di essere rimasto quantomeno stupito: «Se oggi non serve a niente, come sta dicendo lei stesso, quest’adozione perché a suo dire tutti i problemi verranno esaminati dopo, come mai la norma invece prevede una fase di adozione con determinati requisiti e una di approvazione? Oggi ognuno si deve assumere la responsabilità di ciò che vota». Dopo aver premesso dunque di essere favorevole a votare i PUE, Abate ha però chiesto allo stesso tempo che essi fossero tecnicamente perfetti, infatti «sto studiando questa faccenda e qualche dubbio ce l’ho, ad esempio la VAS non sarebbe attinente a questo tipo di PUE». Eppure a dire di Pitta l’ingegnere aveva già dato parere di regolarità tecnica. La questione, come ha chiarito in seguito lo stesso Abate, riguardava l’assoggettabilità al VAS: «Mi pare così di capire che questa procedura non vi andava assoggettata e che non ci fosse neanche bisogno del doppio passaggio in virtù di una procedura analoga sviluppata in precedenza, ma le due procedure in realtà non possono essere equiparate».

Anche per Antonella Matera (video) l’argomento meritava un esame accurato e non poteva essere liquidato senza rispetto della normativa. A suo dire infatti l’area oggetto dell’intervento non era stata individuata e si scavalcavano tutti i criteri alla base dello sviluppo commerciale autorizzando per così dire la giungla a colpi di varianti. Inoltre p0er Matera era gravissimo che non ci si fosse dotati del Piano Strategico del Commercio, per non parlare del fatto che lo sviluppo economico che si prospettava era pura illusione: «Questa non è programmazione: non c’è nessuna strategia e nessun margine di crescita». Per tale ragione, pur riconoscendo l’opportunità della riqualificazione urbanistica garantita da quello strumento urbanistico, il consigliere ha detto di non riuscire a votare serenamente e favorevolmente quella proposta.

Al consigliere Francesco Di Battista (video) non era sfuggito il bisbiglio del sindaco, il quale aveva lasciato intendere che quella affrontata dalla minoranza fosse una mera questione politica: «No, sindaco, non è così e la invito a ritirare quell’affermazione: ho vissuto in prima persona sia la fase di adozione che quella di approvazione del PUG, quindi chi più di me potrebbe voler vedere subito i frutti di quel lavoro?». In seguito il consigliere è passato a fare alcune considerazioni di natura tecnica, ponendo anche delle domande rispetto ad alcune criticità che a suo modesto avviso erano abbastanza evidenti e che rappresentavano un ostacolo procedurale: «Se si mettessero a posto questi ostacoli, vedremmo un voto unanime». La prima riflessione riguardava la procedura per lo sdoppiamento del comparto: Di Battista voleva sapere con quale deliberazione il Consiglio avesse approvato definitivamente il diverso numero, il funzionamento dei comparti e il diverso perimetro di essi, pertanto si trattava già, a suo dire, di un primo errore di fondo che viziava già in partenza la procedura. «Noi stiamo parlando – ha chiarito il consigliere – come se ci fosse già stata la variazione del comparto originario previsto dal PUG in due comparti, ma in realtà da un punto di vista giuridico il comparto oggi è ancora ARO.VF, pertanto occorrono l’adozione e l’approvazione in Consiglio della variante al PUG programmatico per poter così procedere allo sdoppiamento del comparto». Il consigliere di “Lucera 2.0” si chiedeva infatti come si potesse portare in adozione un PUE riferito a un sub comparto mai approvato e quindi giuridicamente inesistente. Inoltre mancherebbe un’adesione di Ferrovie del Gargano e «a livello di perimetro non ci troviamo», insomma «il proponente non è secondo me tuttora in possesso dei requisiti per il PUE». Senza contare che «ci si è convinti erroneamente che quella delibera di Giunta valesse come variazione del comparto» e che «la procedura espropriativa da parte dell’Ente per me lo esporrà a sicuri contenziosi», infatti una delle prescrizioni imposte con l’atto di indirizzo derivante dalla delibera di Giunta è costituita dalla necessità di destinare un’area pari al 15% circa dell’intera superficie del comparto al fine di consentire un futuro ampliamento della stessa area, solo che buona parte di quest’area non risulterebbe entrare nella disponibilità del proponente, bensì nella proprietà di soggetti che non hanno aderito al PUE, pertanto per la relativa cessione verrebbe chiesto al Comune di attuare la procedura espropriativa con tutto ciò che ne consegue. Non solo: se la dichiarazione di pubblica utilità non avviene tempestivamente, il vincolo preordinato all’esproprio decade, infatti è decaduto, quindi fin quando non verranno reiterati con apposita delibera consiliare i vincoli preordinati all’esproprio imposti dal PUG, non sarà possibile dichiarare la pubblica utilità delle opere in esso previste. Il succo della questione, come ha spiegato Di Battista, era che l’adozione è una delibera di Consiglio e produce degli effetti giuridici: si stava mettendo in evidenza degli aspetti procedurali che viziavano la procedura già in partenza, dunque sulla base di ciò il consigliere ha chiesto il ritiro dell’accapo: «Immaginate se dopo gli investimenti fatti venisse dichiarata l’illegittimità di questo PUE e dei relativi permessi a costruire…».

È quindi intervenuto il sindaco per far notare che se i consiglieri di minoranza avevano tutte quelle puntualizzazioni da fare, non si spiegava il motivo per cui non avessero partecipato alle plurime commissioni consiliari deputate a ciò: «È una vergogna tenere bloccata una città per mesi, a maggior ragione che ci sono pagine di osservazioni progettuali e un parere tecnico: nel PUG sono già configurate le divisioni dei comparti e non ho neanche paura di eventuali ricorsi, pertanto la vostra accusa è strumentale».

Si è passati allora alla votazione della richiesta di ritiro del punto, che ovviamente è stata respinta, e dunque subito alle dichiarazioni di voto, durante le quali i consiglieri hanno confermato quanto detto nei precedenti singoli interventi. L’accapo è stato quindi approvato con tredici voti a favore, con un giallo sulla sparizione momentanea di un consigliere di maggioranza (pare fosse nei corridoi dei palchi del teatro da tempo, durante la discussione finale sull’accapo, a parlottare con qualche collega esponente de “I Popolari”) e la quasi improvvisa apparizione al momento della votazione.

Video dell'intervento conclusivo del Sindaco

Video delle dichiarazioni di voto

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