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“Il silenzio uccide”. L'articolo di Ireneassunta Di Gioia premiato e pubblicato da "il Sottosopra"

“Il silenzio uccide” è il titolo del profondo e sentito articolo della giovanissima Ireneassunta Di Gioia, pubblicato da "il SottoSopra" di Foggia.

Il 23 maggio ricorre la Giornata della Legalità e molti saranno gli eventi di sensibilizzazione che avranno luogo un po’ ovunque: incontri, manifestazioni, flash mob, conferenze, dibattiti, cineforum e altro ancora. Tanto si fa per promuovere e diffondere comportamenti “secondo la legge e come legge comanda” tra adulti e minori, ma il percorso è arduo e tortuoso. Così, tra il dire e il fare, ci passa l’oceano e non solo il mare.

Nella realtà questa parola, LEGALITÀ, continua a pesare enormemente, peggio del macigno nella spelonca di Polifemo che neppure Ulisse e i compagni riuscirono a spostare per mettersi in salvo. Nelle paure e nel corri-corri della nostra quotidianità spesso è più comodo far finta di non sapere, coprire, dissimulare, che vestirsi di coraggio e “metterci la faccia”. E invece no! Bisogna reagire al torpore statico del “meglio che io stia zitto e mi faccia i fatti miei” e avere la forza di seminare liceità e costituzionalità.

A proposito di questa faticosa materia, dai tanti volti e risvolti, vogliamo sottoporre all’attenzione dei lettori un articolo davvero interessante scritto da Ireneassunta Di Gioia, allieva della classe 3ª F dell’Istituto Comprensivo “Manzoni-Radice” di Lucera, che è stato pubblicato da "il SottoSopra" (uno dei migliori giornali scolastici d’Italia) dell’I.T.E. “Blaise Pascal” di Foggia, nell’ambito del concorso giornalistico intitolato  “Piccoli giornalisti crescono”. Per questa categoria vengono affidate ai partecipanti ogni mese delle tematiche da sviluppare sotto forma giornalistica. Quella su cui Ireneassunta ha lavorato è la seguente: LA CULTURA MARCIA DELL’ILLEGALITÀ, titolo del suo pezzo è "Il silenzio uccide".

È un articolo molto forte che deve far riflettere soprattutto se si pensa che a scriverlo è una ragazza poco più che tredicenne. Ne emerge una spiccata sensibilità verso un argomento di per sé complesso unitamente alla presa di coscienza che per combattere e arginare l’annoso problema dell’illegalità c’è bisogno di unione, di condivisione di obiettivi e soprattutto di coraggio per sfondare quel muro di silenzio, di omertà che a volte uccide più dello stesso atto criminoso. Illegalità non significa solo mafia e associazioni contro le leggi, l’illegalità può essere vissuta e perpetrata in ogni momento della giornata e in diverse forme verso chiunque. E chi sa e tace è ugualmente colpevole se non proprio complice.

Scrive Ireneassunta: "Si muore ogni volta che si tace, che ci si copre gli occhi e ci si tappa le orecchie".

Non si può rimanere indifferenti di fronte ad un lavoro così preciso e sentito come questo elaborato dalla studentessa lucerina. Il cuore si gonfia d’orgoglio nel prendere atto di quanto profondi possano essere i nostri ragazzi. Ricordiamo che il SottoSopra nell’anno corrente ha premiato anche un altro allievo lucerino frequentante l’I.C. Manzoni-Radice pubblicandfo un suo articolo, Alessio Forte.

Intanto vi proponiamo il pezzo con cui Ireneassunta ha meritato la pubblicazione sul noto giornalino.

Il silenzio uccide, di Ireneassunta Di Gioia

«Da un confronto con i più giovani è emerso che si è quasi del tutto rassegnati a vivere nell’illegalità, dove i furbi la fanno sempre franca e dove c’è sempre un cavillo che salva loro la pelle. Si vive come in una bolla, assuefatti da un sistema a cui ci siamo abituati, e ci chiediamo e vi chiediamo:” Può il silenzio uccidere più dell’illegalità?” La risposta è “sì!” Si muore ogni volta che si tace, che ci si copre gli occhi e ci si tappa le orecchie. Attenzione il problema centrale è nella mente della società che non si mostra mai collaborativa per timore, per obbedienza o perché non ci riguarda. Ecco che proprio con questo atteggiamento, ci si rende complici e responsabili di azioni che mettono in ginocchio la legalità. È impensabile cedere ancora alla richiesta del pizzo per non finire bruciati con la propria attività, favorire gare di appalto, truccare concorsi: sono questi tutti i figli della cultura marcia dell’illegalità, che da’ sempre più potere alle mafie e riduce il singolo uomo al nulla. Non possiamo, non potete, restare fermi in silenzio: la marcia per la legalità deve diventare l’obiettivo di ciascuno di noi e di voi. Se vogliamo abbattere ogni forma di criminalità, di illegalità o di compromesso, ciascuno di noi deve fare la propria parte.

Intanto occorre partire da un concetto: “Ricordiamoci di non scambiare mai un nostro diritto per una concessione!” Nel diritto c’è sempre il buon comportamento che conduce alla legalità, ma non dimentichiamo che chi ci concede una cosa, a volte, ne chiederà due in cambio. Noi non dobbiamo cedere, dobbiamo essere vigili e pronti ad essere il cambiamento».

I nostri giovani hanno tante risorse, tanto talento e grinta da vendere. Ben vengano queste iniziative che li possano aiutare a capire le loro attitudini fin da giovanissimi. Come redazione ci complimentiamo con Ireneassunta per lo splendido lavoro augurando a tutti i giovani “in erba” una strada piena di soddisfazioni e di gratificazioni.

Ad maiora sempre.

Deborah Testa

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