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Il DUP approvato dal Comune di Lucera avrebbe chiuso il caso dissesto

Il Documento Unico di Programmazione approvato in Consiglio fa ben pensare di essere uscioti dal tunnel. Anche Fabrizio Abate esprime gioia rivendicato le tesi di tre anni fa davanti allka Corte dei Conti.

LUCERA – Nel corso del Consiglio Comunale del 13 novembre scorso è stata approvata tra le altre cose la nota di aggiornamento al Documento Unico di Programmazione 2024-2026.

A relazionare sull'argomento, capitolato al sesto punto, è stato il dott. Raffaele Cardillo, il quale ha precisato che gli aggiornamenti sostanziali al DUP erano soprattutto di natura finanziaria e ha spiegato che una novità importante era costituita dall'eliminazione dallo stesso del Piano delle alienazioni. Quella nota inoltre, a dire del Direttore di Ragioneria, avrebbe dato la possibilità all'amministrazione di approvare il bilancio di previsione entro il 31 dicembre.

Il sindaco Giuseppe Pitta invece ha portato all'attenzione dell'assise il dato oggettivo che il Comune di Lucera aveva versato all'OSL (Organismo Straordinario di Liquidazione) tutto quello che era necessario, ragion per cui decadevano i motivi per disfarsi del patrimonio comunale precedentemente inserito nel Piano delle alienazioni e valorizzazioni: «Abbiamo fatto un'attenta valutazione e constatato che i debiti sono stati pagati con 7 milioni di liquidità che abbiamo sottratto al bilancio». Pertanto beni quali la sede dell'Agenzia delle Entrate, l'immobile di via Petrarca e i Sacramentini potranno essere riqualificati e dunque valorizzati mediante eventuali finanziamenti.

È quindi intervenuto il consigliere Fabrizio Abate, il quale non ha negato di aver avuto un moto di gioia nel leggere il trafiletto in cui si diceva che non si prevedeva alcun piano di alienazione in quanto le somme che l'amministrazione aveva trasferito all'OSL erano sufficienti a estinguere l'intera massa debitoria, ragion per cui essa aveva deciso di non vendere il proprio patrimonio immobiliare: «Dopo questi tre anni di sofferenza in cui da più parti si levava il grido "al dissesto!", ciò per me è fonte di soddisfazione: quello che pensavo io tre anni fa, quando col sindaco e l'avvocato Ignazio Lagrotta andammo dinanzi alla Corte dei Conti a far valere i nostri diritti, non era aria fritta, stupidaggini, infatti ce ne tornammo convinti di aver subito una sentenza ingiusta».

A dire di Abate, insomma, a seguito delle dichiarazioni di Pitta era come se quel periodo buio dell'amministrazione comunale si fosse definitivamente concluso, infatti «se pago tutti i debiti non c'è più motivo per cui debba continuare il dissesto».

Francesca Niro è invece intervenuta per chiedere se nella nota di aggiornamento al DUP fosse stata inserita anche la proposta, avanzata dal suo gruppo nel precedente Consiglio, di devolvere il 5% degli oneri di urbanizzazione all'abbattimento delle barriere architettoniche. Tuttavia Cardillo ha informato di non aver ricevuto nessuna proposta in via ufficiale dall'Ufficio.

Greta Notarangelo

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