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Giuseppe Colomba: «Grazie al dr. Saracino e al reparto Cardiologia del Lastaria»

L’ospedale Lastaria, croce e delizia del territorio con tante altre strutture soppresse e ridimensionate. Un pronto soccorso chiamato col suo personale a compiere sforzi notevoli rispetto a chi vede ancora quell’ingresso come il front-office dei propri bisogni in tema di sanità, poi corridoi ancor oggi luccicanti come diamanti e degni di un presidio d’avanguardia, ma svuotati quasi totalmente di ogni significato storico ed attuale. Luoghi da cui si propagano echi del vuoto creato dall’uomo, dalla politica e dal tempo alleato più di quest’ultima che della gente comune.

Eppure ogni tanto si leva una voce che potremmo definire “di sopravvivenza” per quei muri un tempo espressione della sanità “civica”, della gente, per dire che nonostante tutto l’eccellenza è come la speranza, ultima a morire.

È il caso di Giuseppe Colomba che da qualche ora ha inteso far parlare il suo “cuore” (è proprio il caso di dirlo) scrivendo su Facebook un post di apprezzamento per l’accoglienza ricevuta al Lastaria.

«Voglio esprimere il mio personale apprezzamento e ringraziamento – ha scritto Colomba – al Dottor Saracino ed a tutto il reparto che si occupa della Cardiologia presso l’ospedale di Lucera. Qualche giorno fa, mi sono recato al “Lastaria” per alcuni controlli ed ho ricevuto la massima attenzione e disponibilità possibile. Dal Dottor Saracino e dai suoi collaboratori, sono stato accolto ed assistito con grande cortesia e professionalità. Per questo, mi sembra doveroso esprimere il mio plauso a tutti loro, augurandomi che il nostro ospedale possa garantire sempre così qualificati livelli di assistenza a tutti i cittadini».

Ce lo auguriamo anche noi, Giuseppe. E ti ringraziamo per aver fatto sentire la tua voce con questa testimonianza che continua insieme ad altre a lasciare piccoli spiragli aperti e che dovrebbe essere colta anche in quei luoghi in cui si fa “cultura” per auspicare negli stessi una maggiore attenzione a temi come questo, di più ampio e popolare interesse, magari sacrificando la presentazione di qualche libro.

Anche perché come diceva Massimo Troisi: “Loro so’ tanti a scrivere. Io so’ uno solo a leggere”.

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