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Francesco Di Battista sugli incarichi legali esterni

La seconda interrogazione sollevata dal consigliere Francesco Di Battista durante l’ultimo Consiglio Comunale, quello dello scorso 21 novembre, era stata già sollevata nella seduta consiliare del 28 luglio e in quell’occasione gli avevano risposto l’assessore al Contenzioso Claudio Venditti e il dirigente del settore dott. Raffaele Cardillo. Di Battista in particolare ha ripreso la questione relativa agli incarichi legali esterni e nello specifico alla convenzione che lega l’Ente all’avvocato Ignazio Lagrotta: sostanzialmente si chiedeva di conoscere i termini della scadenza dell’appalto e come mai si stesse andando in proroga.

L’assessore aveva replicato dicendo, in sintesi, che nel 2017 l’allora amministrazione deliberò di dare atto di indirizzo al dirigente di procedere nella direzione di una nuova gara in quanto il precedente contratto era scaduto, quindi Cardillo in esecuzione di quell’atto della Giunta dell’epoca indisse nel 2018 la gara; la procedura veniva curata dalla SUA (Stazione Unica Appaltante) presso la Provincia di Foggia, la quale a maggio del 2019 pubblicò la stessa, che però subì due sospensioni dovute alle dimissioni in due momenti diversi di due membri di essa; con una comunicazione, fatta nel mese di ottobre dello stesso anno, indirizzata al RUP e al sindaco, la SUA chiedeva al Comune di indicare il sostituto del secondo dimissionario, ma l’Ente precisò con una nota che a seguito di contatti con la dirigenza dello stesso non era riuscito a ricevere alcuna disponibilità, procedendo inoltre a contattare anche componenti estranei all’amministrazione comunale lucerina, anche in questo caso senza ricevere alcuna disponibilità; così si autorizzò la Stazione Unica Appaltante a trovare un altro componente atteso che lo scrivente era impossibilitato a reperirne uno.

«Fin qui a mio avviso tutto l’iter fila – ha dichiarato il consigliere –, ma poi si dice che in data 4 novembre 2019 è intervenuto il dissesto, che ha compromesso la prosecuzione della gara per mancanza di copertura finanziaria, pertanto il servizio è in proroga, considerato che la convenzione con l’avvocato Lagrotta, datata 25 maggio 2012, scadeva esattamente cinque anni dopo, il 25 maggio 2017».

Di Battista ha anche ricordato che nei contratti citati si stabiliva la possibilità di concedere la proroga per un medesimo periodo, proroga poi concessa, ma i dubbi del consigliere sono tanti: «In primis, se un dirigente ha ricevuto atto di indirizzo nel quale si è detto di fare la gara nel 2017, iniziata e poi interrotta, voglio sapere sulla base di quale nuovo e sopravvenuto atto di indirizzo il dirigente, invece di proseguire con la stessa, decide di interrompere quella procedura per la proroga sebbene contrattualmente già prevista, infatti la volontà politica dell’amministrazione comunale che era emersa era quella di procedere a una nuova gara, ma non è dato sapere quale sia la nuova volontà». Allo stesso modo non appariva affatto verosimile o possibile al consigliere la circostanza legata alla mancanza di copertura finanziaria, infatti «o si fa la gara o si fa la proroga, la copertura si deve avere lo stesso», pertanto Di Battista ha detto di sentirsi preso in giro su questa storia della copertura finanziaria.

L’assessore ha risposto, relativamente al discorso della revoca d’ufficio della gara per mancata copertura di bilancio a seguito del dissesto, dando la garanzia al consigliere che quella questione sarebbe stata portata all’attenzione del dirigente, il quale su tale punto non aveva mai risposto. In ogni caso, come ha poi sottolineato l’altro, la proroga necessitava comunque di un atto esattamente come la Giunta dell’epoca fece una delibera di indirizzo con cui diede mandato agli uffici e quindi al dirigente di procedere a fare una gara: «A un certo punto, qualunque fosse la motivazione della proroga, occorreva secondo il mio punto di vista un atto di Giunta a cui sarebbe dovuta seguire una determina dirigenziale con la quale esplicitamente si concedeva la proroga per altri cinque anni, contrattualmente già prevista, a Lagrotta».

Ed invece il dirigente ritenne di procedere motu proprio, in assenza di quell’atto di indirizzo dell’esecutivo.

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