LUCERA – Durante l’ultimo Consiglio Comunale del 20 giugno scorso il consigliere Francesco Aquilano ha sollevato due interrogazioni. La prima riguardava il Palazzetto dello Sport. «In questi mesi – ha esordito Aquilano – abbiamo saputo tutti quello che è accaduto, con la società sportiva che ha dichiarato di non iscriversi al campionato l’anno prossimo». Quello che ha voluto sapere il consigliere, in particolare, era come intendesse il Comune in quella fase e in futuro agire rispetto a quella situazione e soprattutto cosa sarebbe stato del Palazzetto in seguito, se, cioè, sarebbe stato gestito direttamente dal Comune oppure se sarebbe stato fatto un nuovo bando.
La seconda questione riguardava invece i chioschi. Aquilano è partito col parlare di quello denominato “Tennis Bar”, che com’è noto si trova nei pressi dell'ex convento di San Pasquale, e ha voluto capire se esso facesse effettivamente parte del patrimonio del Comune di Lucera. Per quanto concerneva invece quello attiguo al parco giochi in villa il consigliere ha voluto sapere grossomodo quali fossero i tempi per l’avvio del bando.
Il sindaco Giuseppe Pitta è partito dall’ultima questione affrontata dal consigliere. C’era, a dire del sindaco, una richiesta di demolizione, in ottemperanza alla convenzione, fatta dal detentore del “Tennis Bar”, dunque in particolar modo il dirigente del V settore stava effettuando le ultime verifiche sia relativamente al contratto sia in merito alla situazione dell’immobile per valutarne eventualmente l’acquisizione al patrimonio: dopo tali verifiche egli avrebbe comunicato all’Ufficio Urbanistica di poter procedere a sbloccare l’immobile concedendo la demolizione dello stesso. Per quanto riguardava invece il chiosco vicino al parco giochi Pitta ha spiegato che la situazione era più complessa, nel senso che esso era stato riacquisito nella disponibilità dell’ente Comune in quanto c’era in sostanza una situazione sine titulo, oltre ad altre problematiche, così era intenzione dell’amministrazione mettere a bando il prima possibile quel chiosco per renderlo nuovamente fruibile da parte della cittadinanza. «La legge – ha chiarito il sindaco – deve quindi governare l’attività amministrativa e dato che in quel caso non vi era un titolo né altro, quella situazione non poteva andare avanti». Il sindaco ha però ricordato che prima di poter mettere a bando un immobile comunale, questo deve avere ovviamente tutti i requisiti necessari, pertanto gli uffici avrebbero dovuto dire se quel chiosco a ridosso del parco giochi potesse o meno essere messo appunto al bando, ma il sentore non pareva essere dei migliori in tal senso. Diversamente, come ha continuato a spiegare Pitta, si sarebbe dovuto procedere velocemente alla sua demolizione e alla costruzione di un nuovo chiosco a norma a carico del concessionario. Dopo aver chiarito tutto ciò, il sindaco ha preannunciato che era intenzione dell’amministrazione comunale, quando ci sarebbe stato il bando relativo sia all’uno che all’altro chiosco, mettere a carico dell’aggiudicatario innanzitutto l’edificazione dei bagni pubblici.
Quanto invece alla prima questione sollevata da Aquilano, Pitta ha informato che in una prima fase il Palazzetto come da delibera di Giunta era stato internalizzato e sarebbe stato dunque utilizzato previo pagamento e apertura dell’immobile da parte degli uffici e quindi dei dipendenti comunali, i quali avrebbero verificato che tutto procedesse in modo corretto. Per il futuro poi, come ha continuato a dire Pitta, avrebbero verificato se fosse favorevole o meno l’utilizzo interno. L’ultima gestione infatti aveva causato, come lo stesso sindaco ha ricordato, una grossa perdita per il Comune. In quella fase transitoria si sarebbe dunque valutato se l’internalizzazione del Palazzetto potesse essere una soluzione migliore.
A completamento di quanto detto dal sindaco, il consigliere Giuseppe De Sabato ha ricordato a tutti i consiglieri che la commissione presieduta da Antonio Dell’Aquila stava esaminando una bozza di regolamento per la gestione sia del campo sportivo sia del Palazzetto ma anche, in generale, di tutte le strutture annesse alle scuole.
È quindi intervenuto l’assessore Claudio Venditti, il quale ha invitato a tenere presente che la decisione sull’internalizzazione con la relativa delibera di Giunta con cui si era approvato il tariffario era stata presa in virtù del regolamento sul Palazzetto, il quale prevedeva l’esternalizzazione e l’internalizzazione.
Sull’argomento è intervenuto anche il consigliere Francesco Di Battista, il quale ha suggerito all’amministrazione – dal momento che la commissione preposta si stava occupando di un nuovo regolamento sullo stesso Palazzetto – prima che essa procedesse a una qualsiasi scelta che sarebbe stata inevitabilmente di natura politica, di aspettare prima che il Consiglio andasse a deliberare quelle che sarebbero state le modifiche allo stesso regolamento, altrimenti si sarebbe corso, secondo il consigliere, il rischio di fare una scelta per poi magari ritrovarsi con l'Assise consiliare che invece deliberava un regolamento diverso. «Tale rischio non si corre – l’ha però subito tranquillizzato Pitta – semplicemente perché noi ci siamo riappropriati del Palazzetto».
Greta Notarangelo