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Francesca Niro sulle quote del Piano Sociale di Zona e sulla palestra della Bozzini-Fasani

Inizialmente Francesca Niro aveva preparato in vista del Consiglio Comunale dello scorso 12 settembre un'interrogazione per chiedere al sindaco Giuseppe Pitta come fosse andato il tavolo sulla pubblica sicurezza, tuttavia lo stesso Pitta nell'ultima seduta consiliare ha relazionato sull'argomento e la consigliera si è ritenuta soddisfatta. A Niro però è sorta un'altra domanda a seguito dell'intervento, fatto precedentemente dall'assessore ai Servizi Sociali Luigi Granieri, relativo alla quota di compartecipazione dei Comuni del Piano Sociale: «Come intendete a questo punto, visto che ci sono servizi che vengono attivati anche se alcuni Comuni del Piano non versano la quota di compartecipazione e quindi comunque noi in qualche modo paghiamo anche per essi, recuperare queste somme? Infatti è lodevolissimo il risultato ottenuto di far partire il servizio di integrazione scolastica, ma non è che adesso l'Ente deve pagare sempre anche per i Comuni dei Monti Dauni inadempienti, perché se no non abbiamo risolto comunque il problema».

Insomma, Niro ha voluto sapere in sostanza come si intendesse recuperare quella somma.

La sua seconda interrogazione era ancora più secca della prima. Approfittando della presenza dell'assessore ai Lavori Pubblici Daniela Pagliara, la consigliera ha domandato se fosse finalmente intenzione dell'amministrazione far costruire la palestra alla scuola "Bozzini-Fasani", a maggior ragione che «è una scuola che pagherà probabilmente in tanti termini».

Rispetto alla prima richiesta ha risposto il sindaco. «Cattiva notizia – ha esordito – rispetto alle decisioni prese dal coordinamento istituzionale composto da tutti i sindaci dell'Ambito, che è sovrano rispetto alle stesse decisioni assunte, quindi potrebbe anche assumere quella di non far pagare proprio assumendosene le responsabilità». L'amministrazione comunque dal canto suo, almeno a suo dire, si sarebbe assunta una grande responsabilità nel far partire i servizi nonostante tutto, tuttavia «abbiamo precisato in quella delibera, che è pubblica, che il Comune di Lucera come capofila del Piano Sociale attiverà le procedure esecutive del caso per recuperare quelle somme».

La seconda cattiva notizia che Pitta ha dato alla consigliera era che il Comune di Lucera da quando esiste il Piano Sociale di Zona ha sempre anticipato le somme e non le ha mai recuperate, «MAI», come ha sottolineato lo stesso sindaco, il quale ha subito aggiunto di non voler però, dicendo ciò, attaccare nessuno.

«Avevo fatto una scommessa – ha cominciato invece a dire l'assessore Pagliara rispondendo alla seconda interrogazione di Niro – e cioè che qualcuno mi avrebbe sicuramente fatto la domanda sulla palestra, in merito alla quale avrei voluto parlare nella fase delle comunicazioni, ma lei sa benissimo che questa domanda me l'ha già fatta sette o otto mesi fa e che all'epoca già c'era un'interlocuzione con la ditta dopo la quale sembrava che avessimo risolto tutte le problematiche». Infatti il direttore dei lavori aveva già fatto più solleciti alla ripresa dei lavori, «al che abbiamo avuto una risposta e fatto una nuova riunione nel mese di luglio con la ditta, con la quale, come si dice a Lucera, ce le siamo cantate fino ad arrivare a una conclusione». Peraltro vi sarebbe stata una corrispondenza, nelle ultime settimane precedenti al Consiglio, per subappaltare alcune lavorazioni: «Ci hanno quindi chiesto un'autorizzazione per far ciò e nel frattempo hanno consegnato l'intera documentazione, che è stata verificata, dunque i lavori sono in ripresa, infatti stiamo solo aspettando appunto la nota autorizzativa da parte del Comune al subappalto di alcune lavorazioni e poi si potrà riprendere coi lavori, grazie al cielo».

Così Niro non ha potuto far altro che ringraziare Pagliara per il garbo e la completezza delle risposte, «quella famosa cortesia istituzionale che non dovrebbe mai mancare soprattutto a chi riveste cariche importanti come quella di primo cittadino, che deve avere lo spirito democratico di rispettare anche gli avversari politici e non solo i cittadini che gli sono fedeli».

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