La pressoché infinita risorsa del PNRR a Lucera fa cilecca. In controtendenza in altri centri della Capitanata. Ad evidenziarlo sul social network Facebook è un post del consigliere del PD Fabrizio Abate (la parte del PD che ha preferito rimanere all'opposizione rispetto alla scelta operata da Antonio Dell'Aquila di entrare i mmaggioranza e da Davide Colucci, con quest'ultimo poi dichiaratosi indipendente, quindi aderente a Italia Sovrana e Popolare ma comunque più volte vicino all'attuale maggioranza del sindaco Giuseppe Pitta).
Non fa sconti all'amministrazione Pitta il consigliere Abate quando parla del catastrofico approccio dimostrato dalla maggioranza sul PNRR.
«I dati relativi ai fondi del PNRR intercettati dal Comune di Lucera - scrive -, purtroppo sono impietosi ed i numeri non lasciano spazio ad interpretazioni strumentali. Prendiamo risorse di otto volte inferiori a quelle intercettate da Manfredonia, di cinque volte inferiori a quelle di San Severo, di tre volte inferiori a quelle di Cerignola ed addirittura inferiori anche a quelle intercettate dal Comune di San Giovanni Rotondo che ha una popolazione decisamente più bassa della nostra. Ricordo a qualcuno, che i fondi del PNRR si riferiscono a risorse stanziate dall'Unione Europea per fronteggiare la grave crisi economica generata dall'emergenza epidemiologica del Covid-19 e dunque richiedibili solo a partire dalla seconda metà del 2020, e che le medesime risorse vengono in gran parte erogate a fondo perduto ed al massimo, e solo in taluni casi, con basse quote di cofinaziamento da parte dell'Ente. In definitiva, e senza accampare scusa alcuna, noi lucerini, possiamo senz'altro attribuire all'incapacità dell'amministrazione Pitta, la condanna a divenire la cenerentola di Capitanata. E come diceva quel mio vecchio zio, "si chiov maccarun, mang'ne vune acciàffene" (se piovono maccheroni non ne acchiappano nemmeno uno). Buona domenica a tutti!».
Impietosa e dettagliata anche l'analisi di Michele Marucci, ex amministratore del Comune di Lucera che non risparmia, a chiusura del suo commento sotto il post di Abate, frecciate ironiche all'indirizzo dell'amministrazione in carica.
«La fondazione IFEL (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale) di ANCI - è l'osservazione di Marucci -, ha pubblicato attraverso la ‘Piattaforma Easy’ i dati relativi alle risorse PNRR ottenuti da ciascun comune italiano.
Ho confrontato il dato di tutti i comuni della Provincia di Foggia con più di 15.000 abitanti e poi ho esteso il raffronto al dato aggregato della provincia stessa, della regione Puglia e dell’intero Mezzogiorno d’Italia.
Ne viene fuori che il Sud Italia ha ottenuto circa 1140 euro per abitante, la Puglia e la Provincia di Foggia non raggiungono i due terzi del valore medio del mezzogiorno, mentre in provincia si distinguono positivamente Manfredonia e San Severo (sopra la media), arrancano Cerignola, San Giovanni Rotondo e Torremaggiore, va male per Foggia e Orta Nova ed è un disastro per Lucera con il valore più basso in assoluto.
Non è per cercare la polemica a tutti i costi, però, quest’opportunità del Next Generation EU era ed è troppo importante per il futuro di ogni città e Lucera fa peggio di tutti! Fa peggio di Foggia che non ha un’amministrazione in carica da anni; ottiene meno della metà della media provinciale e regionale e meno di un terzo della media del sud Italia! Questa città è condannata all’oblio perfino rispetto alle altre realtà limitrofe!
Ora, senza farci ingannare dalle due ‘leccate’ di asfalto che stiamo vedendo in questi giorni, (tra l’altro, fatte con i soldi della regione e con un ritardo di almeno un anno rispetto a tutti gli altri comuni pugliesi), cosa deve accadere di peggio perché si levi un moto d’indignazione e d’orgoglio nella nostra comunità e si chieda a gran voce all’attuale classe dirigente di togliere il disturbo? Non lo so? …ditemelo voi!».
Insomma, che il governo cittadino di Lucera non stia dimostrando grande preparazione sui temi più impegnativi non è ormai un mistero. Peraltro lo si evince da una città ed una popolazione sempre più "assente" e distante, rinunciataria e rassegnata rispetto alla vita politica.
