Mentre l’amministrazione comunale si prepara alla prossima (ed ultima di quest’anno) seduta convocata per il 27 dicembre prossimo, chiudiamo quella del 29 novembre scorso con la narrazione dell’accapo attinente alla variazione al bilancio 2022.
Il consigliere di minoranza Fabrizio Abate è subito intervenuto sull’argomento per chiedere delucidazioni all’assessore Antonio Buonavitacola, «senza vena polemica», come ha tenuto a chiarire: «Perché si debba votare questa delibera, come previsto dal TUEL in riferimento alle competenze del Consiglio, è detto nelle premesse: è necessario istituire stanziamenti di entrata a destinazione vincolata e il correlato programma di spese, quindi somme in entrata che hanno destinazione vincolata e devono essere spese». Questo riguardava fondamentalmente la variazione, oltre che le variazioni al bilancio provvisorio, quelle al previsionale 2022-2024, al fine di garantire il regolare svolgimento dei compiti istituzionali, tra i quali figura, tra l’altro, il pagamento degli stipendi. Dopo aver premesso ciò, Abate ha detto di aver dato un’occhiata seppur sommaria all’allegato A di quella proposta di delibera e ha voluto chiedere chiarimenti relativamente ad alcuni punti. A un certo punto nel capitolo in entrata si aumentava la somma stanziata per la lotta all’evasione nel bilancio previsionale facendola passare da 150.000,00 a 354.088,23, quindi si aveva un aumento in entrata della lotta all’evasione: «Si tenga conto che il bilancio previsionale l’abbiamo fatto a fine giugno: dopo tre mesi riteniamo che di lotta all’evasione entrerà previsionalmente una somma maggiore di 204.088,00, che è addirittura superiore a quello che avevamo stanziato, 50.000,00 euro». Il consigliere però ha insistito su tale punto: «A che cosa si riferisce questo incremento di lotta all’evasione? Mi può dire perché avete deciso di aumentare questa voce in maniera così sensibile?». Quindi Abate ha chiesto spiegazioni anche sul capitolo 1028, laddove in entrata c’era la voce “Trasferimento da imprese private”: «È come se delle imprese private ci dessero dei soldi destinati a qualcosa che poi andremo a realizzare: anche queste sono due voci piuttosto consistenti, una di 132.000,00 e l’altra di 200.892,58 euro, ma qual è l’impresa privata che ci ha fatto questa sorta di trasferimento che noi oggi dedicheremo a qualcos’altro? Sa essere un po’ più preciso, per favore?».
Per quanto riguardava l’aumento sull’evasione, Buonavitacola ha spiegato che da conteggi fatti durante i mesi dal bilancio di previsione fino a quel momento si erano resi conto che c’era la possibilità di recuperare quelle somme, mentre in riferimento alla seconda richiesta del consigliere l’assessore ha chiarito che gli importi delle imprese private provenivano da CONAI e COREPLA. «Se ho ben capito, dunque – ha proseguito Abate –, lei ritiene questi due consorzi imprese private?». Così l’assessore ha spiegato che la Tecneco paga COREPLA e versa anche le somme all’Ente.
Abate tuttavia ha cercato di restare sull’argomento della lotta all’evasione e ha ricordato che avevano un brutto ricordo, relativamente alle somme da stanziare per la stessa, riferito alle precedenti amministrazioni, pertanto il consigliere ha insistito col chiedere come mai da 150.000,00 euro di stanziamento nel giro di pochi mesi si fossero aumentate le somme di circa il doppio, poi, rivolgendosi al dott. Raffaele Cardillo: «Lei mi insegna che abbiamo visto tante volte la stessa problematica e che la lotta all’evasione costituisce un’arma a doppio taglio soprattutto in fase di previsione, dunque, circa quell’incremento in entrata, se si tratta di somme di sicura provenienza nulla da dire, ma non vorrei che si trattasse di somme incerte per cui si creerebbero solo dei buchi in bilancio». A dire di Cardillo si trattava di avvisi di accertamento già emessi: «La norma, ovvero il principio contabile 4.2, obbliga gli Enti a inserire determinate somme nel bilancio, dunque non si tratta di una scelta, ma esiste il titolo giuridico in base al quale è necessario fare ciò: è evidente che in questo caso non si tratta di semplici incassi bensì di avvisi di accertamento definitivi, e questo significa che sono obbligato a scriverli in bilancio». Cardillo ha altresì ricordato che contestualmente era stato adeguato nella variazione il fondo crediti di dubbia esigibilità per l’importo in aumento di circa 100.000,00 euro. Dopo aver ascoltato le parole del dirigente Abate ha detto di non metterle affatto in discussione, tuttavia il consigliere nutriva ancora qualche dubbio considerato che a suo dire solitamente gli avvisi di accertamento si riferiscono a un’imposta e dunque vengono inseriti nel capitolo relativo a IMU, TASI e simili. «È evidente – ha concluso allora Cardillo – che la certezza che quelle somme verranno incassate non ce l’ha nessuno».
L’ultimo intervento sull’accapo è stato quello del consigliere Antonio Dell’Aquila (il video), il quale ha detto di intervenire in relazione al riferimento di Abate alle maggiori entrate corrispondenti alle somme rinvenienti dagli imballaggi e ha ricordato di aver fatto notare in una seduta consiliare della scorsa primavera che negli anni il Comune di Lucera non aveva provveduto a utilizzare quelle somme che erano di propria competenza, quindi per sole tre annualità si era alla modica somma di 201.000,00 euro che “tornavano a casa”. Abate però ha ricordato fuor di microfono al collega che nelle more la norma è cambiata, dunque discorso di Dell’Aquila non stava in piedi.
Sta di fatto che l’accapo è stato approvato con quattordici favorevoli e nove contrari.