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Fabrizio Abate e il mistero del protocollo svuotato e di quello cambiato

Il consigliere Fabrizio Abate si era recato la mattina del giorno precedente a quello in cui si è tenuto l’ultimo Consiglio Comunale del 14 settembre scorso all’Ufficio Protocollo chiedendo espressamente che gli fosse fornito il protocollo n. 39843 del 1° settembre 2022, avente a oggetto la richiesta di autorizzazione per uno spettacolo circense, e aveva notato qualcosa di strano, infatti il 1° settembre era stato attuato un provvedimento di rigetto mentre il 2 dello stesso mese si dava la licenza: un fatto gravissimo a dire del consigliere, il quale rivolgendosi al segretario nella fase delle interrogazioni dell’ultima seduta consiliare ha detto di essere andato a leggere allora cosa prevede la norma per i protocolli telematici e ha chiesto allo stesso tempo perché non fosse possibile conoscere le motivazioni del rigetto. Abate ha aggiunto che sarebbe andato a fondo della questione perché voleva capire cosa fosse successo tra i due giorni, ovvero tra il provvedimento di rigetto e la concessione della licenza: «Occorre sapere quali siano le motivazioni del preavviso di rigetto, ma un’idea io me la sono fatta: quell’area che si trova di fronte al castello è privata, ma il problema è che il soggetto richiedente è proprietario solo di un quarto e non dell’intera area, dunque il Comune ha dato licenza su un’area di terzi». Abate ha però ribadito di voler avere in particolare l’atto del preavviso di diniego.

Il segretario ha spiegato che è certamente possibile annullare un protocollo in quanto il sistema tiene traccia di tutto, mentre il sindaco Giuseppe Pitta, ammettendo di aver «mantenuto a fatica la calma» durante l’interrogazione del consigliere, ha chiesto a quest’ultimo perché cercasse di confondere chi in quel momento stava ascoltando e gli altri consiglieri comunali attribuendo all’amministrazione la responsabilità del rilascio dell’autorizzazione: «Il Comune sei anche tu, ma in ogni caso io farò un atto inequivocabile che individuerà solo aree pubbliche per simili finalità: è chiaro che la questione va approfondita, ma che interesse aveva l’amministrazione a non far fruire di uno spettacolo gratuito? D’altro canto, se lei sperava che io mi mettessi in mezzo all’autorizzazione ha sbagliato indirizzo». Tuttavia Abate è tornato a dire che allo stato dell’arte la cosa gravissima era che era sparita una nota: «Mi sono rivolto al Protocollo, al dirigente e nessuno era in grado di darmi le motivazioni del preavviso di rigetto che il giorno dopo è diventato una licenza rilasciata dal dirigente, pertanto gradirei averle».

Con la seconda interrogazione invece, analoga alla prima, il consigliere ha ricordato che l’8 settembre il sindaco aveva fatto un provvedimento relativamente al quale «qualcosa non quadra», infatti vi erano due documenti diversi in un unico protocollo per via di un cambio di dicitura, quindi Abate ha chiesto di capire cosa stesse succedendo al Protocollo; inoltre dalla documentazione evinta dal consigliere gli sembrava che mancasse per un periodo compreso tra la data dell’11 agosto e l’8 settembre il decreto del primo cittadino con cui veniva esteso per ulteriori trenta giorni l’incarico di dirigente al segretario. Proprio questi ha spiegato allora ad Abate che c’era semplicemente un refuso nel decreto successivo in quanto era stata tolta la dicitura “servizio al personale” e al suo posto veniva impiegata quella di “servizio alla persona”; in seguito l’espressione era stata ricorretta, ma in ogni caso ciò non rappresentava secondo lo stesso segretario un problema a livello di legittimità. «Il dubbio che ho – ha detto però il consigliere nella controreplica – è che occorresse comunque un decreto del sindaco per conferire anche per quei trenta giorni l’incarico di dirigente». In ogni modo il sindaco Pitta si è dimostrato fortemente risentito rispetto alle «insinuazioni» sottolineate dal consigliere Abate, promettendo di «agire nelle sedi opportune».

Greta Notarangelo

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