Com’era stravagante il cerchio magico di Emiliano (di Massimo Levantaci)
Si fa presto a dire: “L’avevo detto”. La verità però è che in molti lo avevamo pensato. Quelle facce e quei gesti «poco di sinistra», racchiudevano il mistero profondo dei nostri perchè: comportamenti sempre più irregolari, esagerati, stravaganti, spinti all’eccesso delle foto in posa scattate in abbondanza, delle risate sguaiate ai convegni, dei viaggi intercontinentali a rappresentare una Puglia che già si rappresenta bene da sola. Tutti soddisfatti, bei faccioni in posa a raccontarsi spesso il nulla. Iconiche certe immagini ai grandi eventi, fosse la Bit di Milano, il Vinitaly (foto), il Libro possibile. I nostri rappresentanti regionali sempre meno sobri, abbastanza pittoreschi nei loro abiti e nelle cravatte spropositate, sempre meno a disagio man mano che si prendeva confidenza con certe visibilità e davanti a un microfono per un’intervista. Si comincia sempre così e non c’entra in tutto questo il vulnus giudiziario. Quello viene dopo, quasi una forma di catarsi a questo punto. È il malcostume che balza all’occhio, i comportamenti esagerati e spavaldi del tutto inappropriati eppure sempre più insistenti.
La consapevolezza di esser diventati qualcuno, senza esserlo veramente: il cerchio magico del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha assunto con il tempo le sembianze della cricca di assessori, famigli e consimili che aveva accompagnato il declino di Landella, sindaco di Foggia, quando fu doppiamente commissariato (maggio 2021, dopo le dimissioni, poi per infiltrazioni mafiose). Si dice che la corsa a prendere un voto in più a volte giustifichi qualunque mezzo, di quelli leciti s’intende: ma se la selezione del personale politico avviene in base all’unico parametro dei voti che uno porta, chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Le indagini della magistratura mettono a nudo pregiudizi che il popolo annusa e custodisce nella scatola nera dei propri sentimenti, purtroppo nel silenzio e nell’inganno mal sopportato. La gente si aspetterebbe dai suoi rappresentanti sobrietà, misura di giudizio, qualche esempio di rettitudine e di legalità nell’azione di governo: aria fritta, d’accordo, così fan tutti. Ma non sarà mica questo il modo che farà scoppiare la bolla e riporterà tutti finalmente con i piedi per terra?
La politica in questo paese, a tutti i livelli, è diventata esibizione e pressappochismo, l’ostentazione di un potere sempre più vacuo e esagerato. E poi i soldi, tanti soldi che la povera gente versa nelle tasche di questi signori: stipendi da migliaia di euro, perchè la politica è missione e sacrificio per chi accede al soglio dell’impegno pubblico. Tutto vero, così dovrebbe essere. Ma la sensazione che proviamo, quando si muovono le Procure, è che quel sacrificio in realtà viene tarato sulla capacità di farsi nuove clientele, acquisire nuovo potere da mettere sull’altare delle prossime elezioni. È per questo che li paghiamo, allora?
Gli scandali in Puglia, come in Piemonte e in Sicilia, denunciano lo stato di gravità permanente della nostra democrazia e dovrebbero allarmare chi davvero vuole che la politica torni ad essere un tantino più accettabile. Sì, d’accordo: «Sangue e merda», doveroso citare l’ex ministro socialista Rino Formica. Ma poi bisogna arrivare al dunque, ai problemi della gente. C’è qualcuno che ha ancora voglia di pensarci?
Massimo Levantaci
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