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Antonella Matera, doppio scandalo: trasporto disabili e gestione del teatro

La consigliera di opposizione Antonella Matera ha sollevato nell'ultimo Consiglio Comunale del 20 marzo scorso due interrogazioni concernenti rispettivamente il trasporto disabili e la gestione del Teatro Garibaldi.

La prima in particolare era rivolta all'assessore ai Trasporti Claudio Venditti, anche se a Matera sarebbe piaciuto invitare a riflettere su quella questione anche il nuovo assessore nominato ai Servizi Sociali Luigi Granieri. L'argomento era appunto quello del servizio di trasporto per disabili, inizialmente espressamente previsto dall'art. 25 del regolamento disciplinante il trasporto scolastico adottato con delibera 21 del 2010, poi modificato nel 2017, fino a quando il Consiglio con delibera 74 del 9 novembre 2018 deliberò ulteriori modifiche a tale testo e cassò in maniera secca e definitiva con motivazioni che però Matera non ha trovato nella proposta deliberativa proprio l'art. 25, che prevedeva la possibilità per i disabili scolarizzati e non di usufruire del servizio di trasporto per la riabilitazione presso centri pubblici e privati, servizio che poteva essere fornito gratuitamente, come recitava la norma, sulla base della disponibilità dell'ente gestore secondo orari prestabiliti. La consigliera sapeva che l'assessore era già stato interessato di quella faccenda e che aveva avuto più interlocuzioni con le associazioni di categoria, pertanto ha chiesto se ci fosse una possibilità, anche una vaga speranza che questo servizio possa essere riattivato ovviamente tenendo conto degli adeguamenti di costo dei nuovi appalti e dell'evoluzione dei tempi.

«Mi piacerebbe avere questa risposta, ovvero sapere che intenzioni abbia l'amministrazione a riguardo, anche perché pure il sindaco era presente il giorno che avete votato questa delibera di Consiglio nel 2018, e perché sia stato eliminato quell'articolo, infatti io non ne ho proprio capito il motivo, così vorrei che mi fosse spiegato oggi quali siano gli ostacoli e le motivazioni che impediscono lo svolgimento di questo servizio che seppure non può essere ritenuto essenziale per la gran parte dei cittadini lo è per moltissime famiglie che comunque vivono la quotidianità con estremo disagio in questa città che purtroppo continua a essere non a dimensione dei disabili nonostante le dichiarazioni di intenti». Matera ha detto insomma di credere che il Consiglio abbia il dovere morale prima che istituzionale di occuparsi di quella faccenda, sulla quale ella stessa ha chiarito di volere a questo punto una risposta scritta.

La seconda questione portata all'attenzione dell'Assise era appunto quella relativa alla gestione del Teatro Garibaldi, argomento su cui più volte la stessa Matera aveva avanzato qualche perplessità soprattutto in occasione dello svolgimento dei concerti natalizi tenuti dalle scuole, in occasione dei quali e non solo ci sono stati in passato molti problemi e «a questo punto anche l'incredulità di fronte alla constatazione di un sistema totalmente confusionale nella gestione del teatro». Si può infatti ancora assistere purtroppo a situazioni in cui gli utenti, i privati chiedono di usufruire dello stesso per una serata, quindi vanno negli uffici e pagano, ma poi viene detto loro che non si sa se si possa aprire e pulire e allo stesso modo quasi sicuramente non è riscaldato. Ciò dunque è quello che viene detto agli utenti, pertanto Matera si chiede se sia ammissibile che l'utente che ha regolarmente pagato debba poi passare una mattinata intera davanti alle porte del medesimo teatro ad aspettare che qualcuno gli porti le chiavi, anzi spesso non si saprebbe quale dipendente le debba portare e, fatto più grave, pare persino che chi ce le ha neghi di averle. Oppure - e a Matera ciò constava perché era presente - è capitato che il responsabile dell'Ufficio Gabinetto abbia dovuto chiamare personalmente l'addetto alle pulizie per andare a pulire i locali: «Di chi sono allora le competenze? Chi deve gestire questo teatro? Il perché non è chiaro; e poi soprattutto è ammissibile che se ne debbano occupare personalmente il sindaco e il dirigente ing. Pietro Savoia, il quale finisce per venire ad aprirlo lui? Questa cosa è scandalosa, non si può sentire, perché entrambi dovrebbero occuparsi di altro: l'ing. Savoia in particolare dovrebbe occuparsi di bandi, invece viene ad aprire il teatro e passa la mattinata qua».

Per Matera c'è dunque un ingranaggio rotto in questo sistema, c'è qualcuno che forse non sta facendo esattamente il suo dovere e a pagarne le spese in termini di figuracce e disagi sono tutti, i cittadini, i fruitori del teatro, le scuole e gli amministratori, tutti accomunati in un giudizio negativo sulla gestione, infatti a dire del consigliere arrivano costantemente segnalazioni, telefonate e lamentele da parte di chi si scontra con questo sistema e non capisce cosa stia accadendo. Certo è che «si impalla tutto rispetto a cose semplicissime» come appunto la fornitura di questi servizi minimi in un Comune in cui ormai da mesi è stata garantita la compartimentazione dei settori e sono state affidate delle specifiche competenze e delle posizioni organizzative pagate; pertanto ci si sarebbe aspettato, sempre secondo Matera, che tali settori decollassero e lavorassero meglio, invece si starebbe assistendo all'esatto contrario, cioè tutto verrebbe gestito come una quotidiana emergenza. La consigliera di minoranza ha voluto dunque fare una riflessione alla quale ha richiesto anche una risposta: «Sicuramente la politica può fare la sua parte, ad esempio mettendo in campo una programmazione degli eventi più precisa per consentire agli uffici di lavorare in maniera più organizzata». Forse però la politica può fare altro secondo la stessa Matera: «Essa può, sindaco, intervenire e rimettere in riga rispetto a determinati atteggiamenti deleteri per tutti, innanzitutto per l'amministrazione». Quanto al teatro in particolare si potrebbe iniziare a pensare seriamente, a suo dire, a delle proposte fatte tanti anni fa e a rimandare cioè la sua gestione all'esterno, se possibile, visto che la tecnostruttura avrebbe dimostrato di non essere in grado o forse di non volerlo gestire perché «è una seccatura per tutti». Poi, ha chiesto al segretario di poter avere un inventario dei beni strumentali che aveva il teatro nel momento in cui fu riaperto, infatti «a naso qualcosa non c'è più», per verificare se negli anni ci siano stati dei furti o se qualcosa si sia rotto: «Penso che dovremmo preoccuparci tutti di questa situazione».

A rispondere in merito alla seconda interrogazione è stato il sindaco Giuseppe Pitta, il quale ha ricordato a Matera tutto l'impegno da lui profuso nella gestione del teatro, che «già in passato veniva aperto dagli assessori e dai consiglieri», cosa che «non va bene assolutamente». Pitta ha poi espresso la propria perplessità in merito all'esternalizzazione della sua gestione: «Con questo non dico che non si possa fare ciò, ma allo stesso tempo analizzerei in maniera molto approfondita tale possibilità, non fosse altro perché quando un movimento culturale o un'associazione si muove e si rivolge al Comune per avere un aiuto nell'organizzazione di una manifestazione che diversamente non avrebbe mai potuto organizzare, l'Ente se ritiene un evento meritevole va subito in soccorso di questi movimenti». Sicuramente consegnando il teatro a una gestione non più comunale Pitta avrebbe, come egli stesso ha ammesso, molti meno problemi, ma il primo cittadino ha detto di non avere la soluzione a portata di mano, anche se per lui una riflessione su quell'opzione va fatta, considerato che «il teatro non è mio o della maggioranza bensì della città».

Già, ma è la stessa città che delega gli amministratori eletti a prendersi delle responsabilità nell'operare delle scelte.

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