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Abate e quella «bella e simpatica delibera» per difendere nei tribunali il Comune di Lucera

La seconda interrogazione sollevata durante l'ultimo Consiglio Comunale dal consigliere Fabrizio Abate era stata formulata insieme al collega Francesco Di Battista. Abate ha preso spunto da una «bella, simpatica delibera» che era stata fatta in Giunta il 10 maggio del 2023, la n. 74, consistente in un atto di indirizzo per la predisposizione di una short list per la rappresentanza e la difesa in giudizio del Comune di Lucera, per cui il consigliere ha voluto rivolgere all'amministrazione qualche semplice domanda.

Nell'atto in questione si andava a deliberare di stabilire di dare atto di indirizzo al dirigente, in vista del contenzioso, di predisporre la short list e di stabilire la formazione della stessa, valida per sei mesi e finalizzata semplicemente alla valutazione complessiva del contenzioso oltre che prodromica all'indizione della gara. Inoltre, con la medesima short list si sarebbe proceduto all'individuazione, a seguito di procedura ispirata a principi di trasparenza e comparazione, di soggetti qualificati ai quali poter affidare gli incarichi professionali specialistici.

Fin qui ovviamente nessun problema per Abate.

Tuttavia il consigliere era andato a vedere l'avviso pubblico, al quale era seguita la determina del dirigente: in esso quest'ultimo invitava, visto che la delibera da lui appena citata – la 74 appunto – non faceva più riferimento ai sei mesi, a presentare le domande entro il 17 agosto e riportava che quella short list sarebbe stata utilizzata per gli incarichi affidati dal 1° settembre e che sarebbe stata aggiornata, in caso di necessità, annualmente sia per le nuove iscrizioni che per l'aggiornamento dei requisiti delle domande già presentate.

La domanda del consigliere era allora la seguente: «Dato che la short list vale sei mesi, che bisogno c'è di dire che va aggiornata annualmente ove occorra? È anche scritto che la short list costituita avrà valore per il tempo strettamente necessario per lo svolgimento di una nuova procedura aperta per l'affidamento pluriennale dei servizi legali per la gestione del contenzioso di quest'Ente, quindi da una parte si sostiene che ha validità di sei mesi e da un'altra che si aggiorna annualmente, seppure per il tempo strettamente necessario, che però non è un termine».

Una serie di contraddizioni, insomma, a dire di Abate, al quale il dubbio era sorto perché lo stesso assessore Claudio Venditti aveva rivolto la domanda, ma «lei è incompatibile, infatti dovrebbe essere ancora assessore, come credo, per i prossimi sei mesi, dunque ha fatto la domanda per prorogare ulteriormente questa list?». Non solo: «Posso dire che lei è uno dei nove, di quelli iscritti nella Sezione Penale, che hanno fatto domanda? Che lei è uno dei ventidue di quelli iscritti nella Sezione Lavoro nonché uno dei sessantatré iscritti nella Sezione Civile che l'anno fatta?». Pare peraltro, sempre a dire del consigliere, che ci fosse con Venditti anche il marito dell'assessore Maria Barbaro: «Penso che sappiamo tutti che anche lui è tra quelli iscritti, ma a parte ciò si può capire se questa benedetta lista valga sei mesi, un anno o a tempo, fino a quando ci va?».

Rispetto alla short list, come ha spiegato subito dopo il sindaco Giuseppe Pitta, era sotto gli occhi di tutti che quel compenso all'avvocato era oltremodo oneroso per il Comune rispetto a un contenzioso che si era notevolmente e progressivamente ridotto anche grazie a una politica della non transazione, come l'ha definita lo stesso Pitta, quindi quella politica attuata dall'amministrazione avrebbe portato secondo il sindaco a una progressiva riduzione del medesimo contenzioso, ragion per cui a fronte dei 315.000 euro all'anno che venivano spesi per quel «noto e capacissimo» professionista che ha difeso l'Ente per anni «non è che sono diminuite le sue competenze, ma è diminuito il lavoro che avrebbe dovuto prestare al Comune di Lucera», ragion per cui «andava rivisto l'ammontare economico da mettere a gara».

Rispetto a quell'individuazione economica era dunque giusto per Pitta capire e dare al dirigente la possibilità di utilizzare la short list, per un periodo non inferiore a sei mesi, con una serie di avvocati con dei requisiti chiamati mediante un principio di rotazione. Il sindaco comunque non si sarebbe preso la briga di vedere chi aveva fatto la domanda: «Poi però vedremo a chi verranno assegnate le difese, perché la domanda la può fare chiunque, anche chi non ne ha diritto, e quanto peseranno economicamente gli incarichi rispetto alla tabella dei compensi basata sul relativo Decreto Ministeriale». Pertanto si sarebbero visti, come ha continuato a spiegare Pitta, il costo per l'Ente e la mole di lavoro per poi fare una valutazione se mettere a gara e soprattutto capire quale sarebbe stato il compenso da assegnare ai professionisti. Questo dunque sarebbe stato il metodo dato dall'amministrazione al dirigente per poter valutare. In seguito rivolgendosi ad Abate il sindaco l'ha invitato a parlare solo quando l'assessore Venditti sarebbe stato eventualmente designato difensore dell'Ente, infatti «lui può benissimo smettere domani di fare l'assessore e passare a fare l'avvocato del Comune».

Abate però ha insistito col dire che i fatti non stavano come sosteneva il sindaco, infatti «è scritto che la formazione della short list è valida sei mesi», quindi «non è che bisogna valutare i costi e altro». Il consigliere ha dunque concluso il suo intervento facendo notare che la propria richiesta non c'entrava nulla con quanto detto da Pitta.

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