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Quattro amici al bar. Intelligenti, poco intelligenti, cretini, di Giuseppe Trincucci

LUCERA – Ormai il dibattito sulla intelligenza artificiale è diventato serrato. Le poche intelligenze locali residuali cominciano a sentirsi alle strette e a disagio.

I loro critici li tacciano di poca intelligenza che associata agli algoritmi e all’intelligenza surrogata li fa sentire inutili. Ma attenzione alla prevalenza del cretino che risponde alle regole fissate da Carlo Cipolla in un libretto che tutti dovrebbero avere sul comodino, Allegro, ma non troppo, in cui sono fissate le leggi fondamentali della stupidità umana.

A Lucera è da sperare che questo esercito di cretini non aumenti e che non si aggreghi in gruppi sempre più folti.

Allora attenzione ai capi bastone, a chi aspira a diventarlo, a chi vuole emergere, a chi vuole occupare posti in cui abbia una visibilità ora vacillante.

Intanto abituiamoci a riconoscere le persone intelligenti: ridono e sorridono, non si arrabbiano, sono pigre, calme, disordinate, ma soprattutto non si credono migliori degli altri.

Giuseppe Trincucci

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