Maria, la sorella di Assunta Romagnolo (nella foto) uccisa nel 2008, nella Giornata internazionale sulla violenza alle donne ricorda le donne vittime di Lucera.

LUCERA – «Giulia come Antonella, Giovanna come Assunta, Maria come tante altre donne vittime dell’ossessione di un uomo.

Nella Giornata internazionale della violenza sulle donne tutte queste storie non ultima quella della giovane Giulia Cecchettin fanno piangere e sanguinare ferite mai chiuse, perché quando perdi una figlia, una sorella e una mamma si è condannati all’ergastolo del dolore.

Troppe volte la nostra città è stata segnata da tragedie che hanno irrimediabilmente sconvolto l’esistenza delle famiglie e quasi sempre sembrano risolversi nelle aule dei tribunali come una battaglia a colpi di termini e patologie psichiatriche tra accusa, difesa e parte civile.

Tutte simulazioni che quasi sempre alleggeriscono la posizione dell’imputato, lasciando le vittime nel dimenticatoio.

Giovanna era una fanciulla che stava affacciandosi alla vita. Assunta, mia sorella, avrebbe solo desiderato tornare a casa dai suoi bambini a cui è stato destinato il lutto più grande. Maria Palamà, donna irreprensibile e pacata.

Sono le donne della nostra Lucera, mamme, figlie e mogli che erano una di noi.

Questa non è la nostra tragedia ma la tragedia di ciascuno; l’uomo deve scendere in prima linea in difesa della donna sempre e comunque accettando un eventuale rifiuto.

Se vogliamo fare la nostra parte insegniamo a dire i NO ai nostri ragazzi perché questi sono un dono d’amore con una chiave di lettura lontana dal possesso.

Solo così l’uomo sarà in grado di vivere il NO della fidanzata non come un rifiuto e un fallimento ma come una scelta di Libertà per amore.

Abbiamo questo dovere nei confronti di tutte quelle meravigliose donne che non ci sono più, lo dobbiamo ad Assunta, a Giovanna, a Maria e a tutte.

In ricordo di chi vorrei vedere solo un istante».

Maria Romagnolo