LUCERA – Chi avrebbe mai detto che due lingue tanto cronologicamente lontane dai tempi odierni avrebbero portato noi studentesse e studenti del Liceo Bonghi-Rosmini di Lucera a destreggiarci in una leggendaria sfida? Stiamo parlando dei Certamina, gare di traduzioni dal greco antico e dal latino, di calibro nazionale o internazionale. Eppure, eccoci qui: traduttori, poeti, storici, filosofi, architetti e… insonni!
Cinque località ospitanti: Molfetta, Taranto, Frattamaggiore, Vibo Valentia e Formia.
Cinque città che ci hanno accolto con calore, offrendoci tanta arte e cultura in pochi giorni.
Cinque autori: Sofocle, Plutarco, Platone, Livio e Vitruvio.
Αρετή (Aretè), dicevano i Greci: virtù, eccellenza… Beh, noi l’abbiamo interpretata come sopravvivenza alla versione!
Ma, tralasciando gli scherzi, ora passiamo la parola a Matteo Nardone, classificatosi al terzo posto nel suo agone, ed a Laura Nosi, partecipante alla medesima gara.
«Con il cuore ancora pieno di gioia ed un'adeguata dose di lucidità conferitaci dal "senno del poi" ci è facile porre nero su bianco quanto il Certamen Nazionale "Από σκηνῆς", il primo dedicato al teatro greco antico, abbia rappresentato per noi un vero e proprio κέρδος, un "guadagno", nel senso più umano e positivo del termine; è stato un grande onore per noi essere tra i quaranta partecipanti di questa prima edizione, tenutasi dal 27 al 28 febbraio nel comune di Molfetta, assieme agli studenti dei licei classici della nostra regione e delle città di Roma, Avellino, Pomigliano, Potenza e Venosa.
È possibile descrivere certe prove, in genere, con due aggettivi che, seppure distanti, non devono necessariamente escludersi a vicenda: i Certamina, infatti, sono impegnativi, certo, ma anche, semplicemente, belli! Calarti sul dizionario nel tentativo di capire cosa avessero da dire persone che differiscono da noi solo per l'essere nate troppi secoli prima dell'invenzione dei moderni e-book è di per sé affascinante, eppure non è molto distante da quanto siamo già abituati a fare durante un qualsiasi anno scolastico! Ciò che rende queste esperienze preziose non è, infatti, il momento della competizione in sé, ma il modo in cui esse offrano la possibilità di confrontarsi sia con figure professionali che nutrono per il proprio lavoro un amore contagioso, sia con ragazzi che condividono i nostri stessi timori e le nostre stesse speranze.
E, in aggiunta a questi fattori, ad aver conferito all' "Από σκηνῆς" una magia senza precedenti è stata, forse, la sua stessa genesi. Esso non è un Certamen nato dal solo legittimo desiderio di ribadire il valore della cultura classica; l'Agone in questione è frutto dall'iniziativa della Associazione culturale "Per Cia Vangi Drago. Studium: classici nel presente", e in quanto tale è volto, in primo luogo, alla celebrazione dell'eredità lasciata dalla docente Cia Vangi Drago. Pertanto, nei giorni trascorsi a Molfetta grazie all'ospitalità del Liceo Einstein-da Vinci, la commozione è stata palpabile e coinvolgente anche per chi, come noi, non aveva mai avuto modo di conoscere la professoressa Drago. E, d'altronde, uno dei meriti maggiori della letteratura non è proprio quello di metterci in contatto con realtà ed individui lontani, ma comunque in grado di farci scoprire qualcosa in più su noi stessi? In ultimo, e sicuramente non per importanza, va ricordato un altro grande pregio di questa esperienza: abbiamo conosciuto il professore Franco Montanari, celebre grecista dell'Università di Genova ed autore del dizionario GI, presente in qualità di presidente della Commissione scientifica. Chi l'avrebbe mai detto che l'autorevole ideatore del nostro più o meno amato compagno di studi (parliamo proprio del dizionario GI!) non fosse solo la veneranda personificazione del greco antico, bensì anche un uomo affabile e sempre pronto all'ascolto ed a dialoghi illuminanti, nonché alla genuina condivisione della commozione generale?
Il Certamen "Από σκηνῆς" è stato tutto questo ed altro ancora, perché aver avuto modo di cimentarsi nella traduzione dell'Antigone di Sofocle e fare propri gli spunti di riflessione proposti da tutte le autorevoli figure che hanno preso parola durante la conferenza che ha preceduto la cerimonia di premiazione, quali Tiziana Drago e Pietro Totaro, docenti di Lingua e Letteratura Greca, e Angela G. Drago, italianista, è stato un monito sul nostro presente nonché sul ruolo che i classici continuano ad avere in esso. Oltre a contribuire allo sviluppo della logica e di un metodo di studio universalmente spendibile, lo studio del Latino e del Greco e la lettura dei classici antichi ci insegnano a guardare a ciò che ci circonda alla luce di quanto osservato dalle generazioni che hanno posto le fondamenta della società odierna, portandoci, fondamentalmente, ad essere più umani. E questo, in un'epoca in cui il mondo è alle prese con assolutismi, guerrafondai ed intelligenze artificiali che potrebbero portarci a perdere di vista il valore della nostra umanità, è più che sufficiente per decretare l’utilità delle suddette discipline».
Grazie per il vostro importante contributo! Ascoltiamo adesso Armando Agostinelli (partecipante sia dell’Agòn Tarantìnos, sia del Certamen di Livio) ed Alessandro Francesco Cetola, vincitore del secondo premio.
«Il 20 marzo 2025 siamo partiti con un brivido di tensione positiva alla volta di Taranto, città famosa per il suo mare e per la sua storia che affonda le radici addirittura nella “Μέγας Έλλάς”, la Magna Grecia. Il clima marittimo mite e l’aria salubre, insieme all’aura di veneranda e solenne potenza emanata dagli edifici antichi, hanno probabilmente contribuito (forse con un piccolo aiuto anche da parte dell’ottima cena consumata in un locale cittadino!) a far sì che svolgessimo, al pari di tutti gli altri contendenti, una prova ammirevole: infatti, a detta della commissione esaminatrice e giudicatrice, formata dal prof. Pietro Totaro e dalle professoresse Anna Tiziana Drago e Francesca Poretti, il livello di conoscenza e competenza generale è risultato notevole e superiore rispetto alle edizioni degli anni precedenti. Ciò testimonia che l’interesse e la passione per la classicità, soprattutto per la grecità, sono ancora presenti nei giovani e questi elementi, sommati all’inenarrabile impegno e dedizione propugnati dagli organizzatori tra i quali figurava la prof.ssa Annarita Vozza, dirigente scolastico del Liceo Statale “Archita” di Taranto, hanno prodotto un’atmosfera di cordialità e di amicizia con nuove simpatiche conoscenze dei nostri coetanei.
La mattina del 21 marzo ci siamo immersi nella comprensione e traduzione di un passo estrapolato dal XIV capitolo della “Vita di Pirro”, delle “Βίοι Παράλληλοι” (Vite Parallele) dello storico greco Plutarco di Cheronea: in esso, ambientato nel 280 a.C., Cinea, ambasciatore e braccio destro fidato del re d’Epiro Pirro, intraprende un colloquio con il suo sovrano, dopo aver saputo che quest’ultimo è in procinto di salpare con la flotta epirota in direzione delle coste italiane con il pretesto di soccorrere la πόλις (pòlis, ovvero città) tarantina, minacciata dal potere di Roma. Tuttavia, la reale intenzione del βασιλέυς (basilèus, cioè re) risiede nel conquistare avidamente più territori possibili. Cinea, allora, tenta di dissuaderlo dalle smoderate mire espansionistiche nel Mediterraneo, facendogli considerare l’insensatezza propria del gravarsi di spedizioni militari, che porteranno nient’altro che mali e dolori sia agli altri sia a loro stessi, data la possibilità di godere già di serenità, buona compagnia, piacere e banchetti, senza macchiarsi di azioni dannose e pericolose, volte, oltretutto, alla violenza. Il brano analizzato e commentato, dunque, in un’epoca come quella in cui viviamo oggi ed in cui imperversano sanguinosi conflitti, ha proposto accattivanti riflessioni riguardanti l’influsso straripante del λόγος (lògos, la parola) e, quindi, della diplomazia come argine da imporre all’odio delle guerre tramite il confronto libero ed aperto di idee e posizioni a discapito del razzismo in tutte le sue forme e dei regimi oppressivi; si è trattato dell’inutilità della guerra ed è stata sottolineata la necessità di sapersi accontentare di ciò che già si ha, sulla scorta dell’invito del poeta latino Orazio rappresentato dall’aurea mediocritas e dal carpe diem, senza annegare, con il serio e naturale rischio di fallire e crollare rovinosamente, in ambizioni spropositate; vizio, questo, ampiamente conosciuto nella Storia, proprio di moltissimi uomini e narrato tramite le vicende di numerosi personaggi della letteratura d'ogni tempo e della cinematografia mondiale».
Interessante intervento, ragazzi! Giovanna Mazziotti e Annazoe La Cava, cosa avete da sottolineare?
«All’Agòn Politikòs di Frattamaggiore abbiamo potuto instaurare un confronto culturale con ragazze e ragazzi provenienti da diverse parti d’Europa e che condividono i nostri stessi studi e le nostre stesse passioni. Giovani italiani, belgi, greci, con i quali abbiamo dialogato scoprendo nuove prospettive in un ambiente di reciproco rispetto ed apertura, senza dimenticarsi della magnifica ospitalità».
Mariagrazia Mascino ed Armando Agostinelli (per la seconda volta), cosa volete dirci?
«Il Certamen Vibonese a Vibo Valentia era dedicato alla prima decade dell’ “Ab Urbe Condita Libri” di Tito Livio e trattava le leggi Licinio-sestie, che regolavano i rapporti tra patrizi e plebei nella Roma antica, offrendo in tal modo uno spunto di riflessione sulla struttura ed i valori della società romana, a confronto con quella a noi contemporanea. Per quanto riguarda il soggiorno in città, un momento particolarmente suggestivo è stato lo spettacolo teatrale realizzato dagli studenti del Liceo Michele Morelli, i quali hanno portato in scena “Notre Dame de Paris”, dimostrando grande talento artistico».
Carlotta Di Giovine Ardito e Mattea Saggese, avete qualcosa da aggiungere?
«Certamente! La nostra esperienza al Certamen Vitruvianum a Formia, tutto sommato, è stata intensa ed appagante. Abbiamo avuto modo di conoscere una splendida città, scoprendone le sue meraviglie nascoste. La cerimonia di benvenuto è stata alquanto gioviale e l’hotel in cui siamo state ospitate era ben curato. La visita al Cisternone Romano ed al museo civico ci ha dato ulteriore prova della presenza ed influenza ancora pienamente tangibili ed osservabili nella stessa quotidianità delle nostre vite: sotto i nostri piedi, nelle nostre città, nei concetti stessi di bellezza e funzionalità che guidano l’architettura. Infatti, Vitruvio, con la sua idea che in un edificio debbano coesistere e confluire “utilitas, firmitas et venustas” (utilità, solidità e bellezza) ci ha fatto pensare, oltre a come dovremmo edificare in ambito pratico opere edilizie, anche a come forgiarci: con solide basi culturali, equilibrio interiore ed il giusto e sobrio senso estetico. Questo Certamen, più che una gara, è stato per noi un’opportunità di crescita, nella quale abbiamo potuto confrontarci con altri studenti e studentesse, uscire dalla realtà scolastica di tutti i giorni ed avvicinarci ad una figura come l’architetto e letterato latino, che ci ricorda con il suo lascito che il sapere non è mai esclusivamente tecnico, ma sempre anche umano. Inoltre, abbiamo avuto la possibilità di relazionarci con persone mosse dalla nostra stessa determinazione di dare il meglio di sé in ogni cosa. Il Certamen, pertanto, è un’occasione perfetta per uno scambio culturale tra giovani menti assetate di conoscenza».
(Tutti) «In conclusione, la partecipazione a queste gare di traduzione dal greco antico e dal latino, coronata anche da splendide vittorie e da notevoli riconoscimenti, ha rappresentato indistintamente per ognuno ed ognuna di noi un’esperienza arricchente, stimolante e piacevole. Difatti abbiamo avuto modo di ampliare i nostri orizzonti, il nostro sapere e le nostre capacità di relazione con gli altri. E, a chi afferma che le lingue classiche sono lingue morte e sepolte da lasciare a marcire nel passato ed inutili nel mondo contemporaneo rispondiamo che esse, oltre a favorire in chi le studia una più efficiente comunicazione con il prossimo ed una migliore decodificazione di lingue diverse da quella madre, un’importanza ce l’hanno eccome: ebbene, questa utilità risiede nel messaggio propositivo lasciato in eredità da tutti coloro che ci hanno preceduti. Ad ogni modo, Certamina o no, abbiamo capito che ciò che conta è affrontare la “versione” della vita con un sorriso (e possibilmente muniti di un gran bel dizionario!).
I certaministi del liceo “Bonghi-Rosmini” di Lucera