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La violenza di genere in chiave poetica nel libro di Yuleisy Cruz Lezcano

Stando agli ultimi dati di cronaca, i femminicidi perpetrati in Italia da gennaio a fine novembre 2024 sono ben 99. La cifra è molto alta e si spera che non salga visto che dicembre è ancora in corso.

La violenza di genere continua a essere una delle piaghe sociali più putride e purulenti dei nostri tempi. L’opera di sensibilizzazione al rispetto verso le donne per una cultura della non violenza c’è, a volte può sembrare eccessiva, eppure non è mai abbastanza. Bisogna fare di più, sempre di più per educare soprattutto giovani e adulti a preferire il colloquio ai colpi in faccia, una carezza ad un’arma, parole pensate ad infime offese che ledono la dignità umana.

Una donna violentata, abusata o stuprata, resta segnata per sempre; non è più la stessa, porta con sé il trauma di un’esperienza dolorosa che vorrebbe “spugnare” ma senza riuscirci. Pensa e ripensa a quei “momenti bui”, che siano sporadici o ripetitivi, rimugina su ciò che le è stato fatto, si sente sbagliata o inadeguata, vorrebbe reagire ma, da sola, rimarrà intrappolata nella gabbia di quello shock che non riesce a gestire e che prenderà il sopravvento.

Il perdono è un’altra cosa, è una possibilità individuale ma non un obbligo. Perdonare non vuol dire dimenticare.

A trattare in modo esaustivo e innovativo questa delicata tematica è la scrittrice e poetessa di origine cubana ma residente a Marzabotto, Bologna, Yuleisy Cruz Lezcano nel suo ultimo libro "Di un’altra voce sarà la paura". Trattasi di una raccolta di 45 poesie, divisa in sezioni, pensata e progettata per dare voce alle donne vittime di violenza.

Il libro si apre con un saggio del poeta Ivan Crico e contiene, ad inizio di ogni sezione, una foto della pittrice e fotografa Adele Quaranta. Per le immagini reali, realistiche ma a volte troppo crude presenti, si può affermare che il testo è indicato per un pubblico adulto. A livello contenutistico si affronta la violenza in tutte le sue sfaccettature partendo dal presupposto che non c’è una fascia d’età precisa per rischiare o non rischiare una violenza. Ci si sofferma in particolare sulla violenza fisica, su contesti, luoghi e scenari. Si parla di violenza di gruppo e non, di machismo, di violenza durante le guerre e di rinomati fatti di cronaca ma sono presenti anche suggerimenti su come reagire e cercare di uscire definitivamente dal trauma da abuso e su come poter prevenire violenze e stupri.

In chiave poetica si indaga la sfera delle vittime e dei carnefici.

Più che un libro, "Di un’altra voce sarà la paura", è un progetto itinerante attraverso l’Italia finalizzato ad una più profonda conoscenza dell’argomento in un’ottica globale, particolare e trasversale. L’autrice approda alla composizione dell’opera dopo una lunga esperienza in materia. Infatti Yuleisy Cruz Lezcano ha lavorato per dodici anni nel Consultorio familiare di Bologna, è laureata in Scienze biologiche e ha conseguito una seconda laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetricia. Ha scritto 18 libri, ricevendo molti riconoscimenti e premi e attualmente sta presentando questo ultimo capolavoro, proposto al Premio Strega poesie 2024 e che parteciperà al progetto "L'università della terza età" in provincia di Teramo il 27 marzo 2025.

Ricordiamo che la scrittrice è inoltre molto attiva nell’ambito della sensibilizzazione dei giovani nelle scuole e ultimamente ha preso parte proprio in Puglia ad un progetto pilota presso l’Istituto Comprensivo “Carducci Paolillo” di Cerignola.

Ci auguriamo di poter conoscere e accogliere anche a Lucera, e in tempi brevi, Yuleisy Cruz Lezcano per la presentazione del suo libro, per discutere e approfondire questo argomento così arduo e ostico e per condividere con lei opinioni e pensieri costruttivi.

La silloge finisce con una poesia forte dal titolo “Me ne vado”:

“Me ne vado dove la mia accesa
indignazione non può squarciare
il mio petto.

Me ne vado dalla parola, dalla voce
del nero che si contrappone all’aureola.
Me ne vado per paura d’essere la mano
dove invelenito il sangue prende forma".

Perfettamente in sintonia con le emozioni delle donne vittime di violenze, l’autrice saluta i lettori con una premonizione di vendetta che non si vuole comunque portare a termine, ma che si identifica con la sua volontà di non poter perdonare chi ha fatto tanto soffrire…

Deborah Testa

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