LUCERA – Il Presidente del Consiglio Comunale Pietro Di Carlo ha fatto nell’ultima seduta consiliare del 7 ottobre scorso una comunicazione relativa al consigliere Chicco Russo: «La segreteria mi ha confermato per iscritto che egli è mancato nelle tre sedute e non sono pervenute delle giustificazioni, per cui in attuazione del nostro statuto procederò, visto che mi aveva comunque comunicato personalmente l’assenza ma non documentato la stessa, ai sensi del vigente statuto, prima di avviare il procedimento, a richiedergli formalmente la giustificazione dell’assenza e ovviamente, nel caso in cui ciò non dovesse avvenire, si aprirà il procedimento previsto dal nostro statuto».
È quindi intervenuto il sindaco Giuseppe Pitta, il quale ha tenuto innanzitutto a presentare all’assise consiliare e all’intera città il nuovo assessore, l’avvocato Sefora Tetta, la quale è subentrata nelle deleghe prima di lei detenute dall’avvocato Maria Barbaro: «Sefora è partita sin da subito perché nei giorni 13 e 14 settembre era qui in Comune a lavorare, dunque il mio plauso pubblico va a te che ti sei impegnata e ti stai impegnando dal primo giorno: molto spesso sei la prima ad arrivare e l’ultima ad andare via, questo a riprova che ti stai impegnando per la nostra città».
Pitta ha così chiarito quali sono le deleghe ad appannaggio di Tetta, ovvero Patrimonio, Attività produttive, Agricoltura, Randagismo, Pubblica istruzione, cioè le medesime che erano prima ad appannaggio di Barbaro appunto.
Il primo cittadino ha tuttavia aggiunto che ci saranno occasioni per chiarire la questione della stessa Barbaro, perché «chi ha scritto delle falsità aberranti abbia il coraggio di venire in Consiglio e di aprire un dibattito, in modo da dare la possibilità al sindaco di rispondere sul punto e di far emergere tutte le innumerevoli manchevolezze non solo amministrative ma, molto di più, politiche, una per una, quindi, se siamo in democrazia – perché non sono abituato a non dare la parola, come falsamente scritto in quel documento –, io credo che sia opportuno che la consigliera Rossella Travaglio, quando tornerà, debba rileggere quel bigliettino e io sul punto per questioni personali risponderò a chi – però personalmente, guardandoci in faccia – ha detto determinate cose, dunque è bene che poi la città sappia». A tal proposito Pitta ha aggiunto che per quanto riguardava il documento «da me custodito segretamente», come detto dagli esponenti di Azione, esso sarebbe stato reso pubblico immediatamente, in modo tale che si capisse il tenore dello stesso e che si fugasse ogni dubbio a riguardo.
Il sindaco è quindi passato a fare la sua comunicazione: «Questa è una giornata per me felice e per garbo istituzionale mi preme sottolineare che oggi, 7 ottobre 2025, ricorrono i cinque anni precisi dalla mia sindacatura, e per questo voglio ringraziare tutti i miei concittadini e il Consiglio Comunale per avermi dato un onore immenso che, consentitemi di dire, è difficile da spiegare, ma ho avuto il grande onore e l’onere di rappresentare la propria città e di poter concludere e portare a termine il mandato che i cittadini mi hanno concesso». In un momento difficile, tra l’altro, come sottolineato dallo stesso Pitta, come quello del 2020 e del Covid: «Non erano momenti semplici e come primo cittadino ho sopportato questioni non troppo piacevoli, ma la voglia di lasciare una città migliore di quella che avevo trovato e di poter esprimere ogni singolo giorno della mia vita al servizio della mia città mi ha dato la forza di concludere il mandato». Mandato prolungato di qualche mese per un mero artifizio giuridico, fatto accaduto in tutta Italia. «Nessuno – ha proseguito Pitta – potrà mai scalfire il rapporto che c’è con ogni singolo cittadino che mi ha fatto forse il regalo più bello che una persona impegnata in politica e per la propria città possa avere e desiderare, perché nessun altro incarico o posizione politica è nemmeno lontanamente paragonabile a poter rappresentare la propria città, quella dove si è cresciuti, dove si vive e si decide di portare avanti la propria famiglia, quindi il mio è un grazie di cuore a tutti».
Il Frizzo
