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In diecimila a Orsara di Puglia per la festa dei “Fucacoste e cocce priatorije”, l’anti-halloween
La festa di “Fucacoste e cocce priatorije” è un momento di comunione tra i vivi e i morti, improntato al rispetto e alla pietà per chi non c’è più
Orsara di Puglia, 02.11.2004 -
"Non date i numeri, qui non è Halloween". Sono stati oltre 10mila i visitatori che l’1 novembre hanno letto questo messaggio scolpito su una enorme zucca arancione a Orsara di Puglia. «Siamo molto contenti - dichiara Antonio Di Biccari, assessore comunale con delega alla Cultura -, la festa dei falò e delle teste del purgatorio, è questo infatti il significato di “Fucacoste e cocce priatorije”, ha portato migliaia di persone a Orsara fin dalla mattinata del 1° novembre. Molti sono arrivati in paese il 31 ottobre e hanno pernottato nei bed&breakfast e nelle altre strutture ricettive. C’è ancora un po’ di confusione, però, nei visitatori che partecipano a questo evento. Con Halloween, è bene ribadirlo, la festa di “Fucacoste e cocce priatorije non ha alcun punto di contatto». La sera del 1° novembre, infatti, a Orsara assume un significato diverso da quello commerciale e mondano che caratterizza Halloween oltre oceano e nel resto d’Italia. Le anime del Purgatorio (Cocce priatorije) possono purificarsi attraverso il fuoco dei Fucacoste e trovare la via del Paradiso, che viene indicata loro dai lumi nascosti dentro le zucche scolpite e decorate. In onore dei defunti, che in processione attraversano il paese dopo la mezzanotte dell’1 novembre, si consumano cibi poveri ma ricchi di significati simbolici: il grano lessato e condito col solo mosto cotto, le patate, le cipolle, le uova e le castagne cotte sotto la brace. Quella del 1° novembre è la sera del ricongiungimento tra i vivi e i morti, la sera della fratellanza fra chi è rimasto e chi non c’è più. Niente streghe, dunque, e nessun "dolcetto o scherzetto". Piuttosto la conservazione del primordiale senso della festa di tutti i Santi, quella istituita il 13 maggio del 609 da Papa Bonifacio VIII quando la Chiesa sovrappose un’interpretazione cristiana a una pratica di origine pagana. Nel 998, poi, Odilone di Cluny diede l’avvio a quella che sarà una nuova e longeva tradizione. Quell’anno, infatti, diede disposizione affinché i cenobi dipendenti celebrassero il rito dei defunti a partire dal Vespero del 1° novembre. Il giorno seguente, invece, era disposto che fosse commemorato con un’eucarestia offerta al Signore, pro requie omnium defunctorum. Lentamente l’usanza si diffuse in tutta l’Europa cristiana, istituzionalizzata ed estesa a tutta la Chiesa per opera di Papa Gregorio IV. La festa di "Fucacoste e cocce priatorije" è un momento di comunione tra i vivi e i morti, improntato al rispetto e alla pietà per chi non c’è più e nell’immaginario cristiano cerca la via verso il Paradiso. Un’occasione in cui la comunità si incontra e si scalda vicino al fuoco delle ginestre, condividendo il cibo, la tavola e la commemorazione dei propri defunti. Migliaia di depliant informativi sono stati distribuiti dalla Proloco di Orsara di Puglia, proprio per informare i visitatori del vero significato di una festa che il 1° novembre si è caratterizzata ancora una volta come piena di magia e di suggestioni, anche grazie allo spettacolo del gruppo Mitago e alle zucche artistiche presenti in ogni angolo del paese.
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